I rapporti con i parenti

Gent.le dott.ssa

provo a scriverle le mie sensazioni per avere un parere sul mio disagio interiore.
Sono mamma di una bimba di un anno di età che presenta un forte ritardo nelle tappe dello sviluppo psicomotorio.
Ma il problema "nel problema" che desidero esporre riguarda il mio rapporto con mia suocera e mia cognata.
Da quando è nata la piccola è cambiato tutto.
Un bel rapporto che andava avanti da più di 10 anni,e non sono pochi!


Ho scoperto una negatività ed una tendenza al pessimismo nel loro mododi pensare, una "pesantezza" nell’affrontare tutto, un continuodrammatizzare che non sopporto più!
Fin da quando è nata la piccina sostenevano in punta di piedi e con ambiguità che qualcosa non andasse.Dormiva troppo, non piangeva mai, era tranquilla.


Mi assillavano con le domande sulle visite pediatriche,volevano saperecosa diceva il medico e glielo dicevo, ma non bastava, non sistancavano mai.
Solo dopo ho capito che si aspettavano di sentire che qualcosa non andava e che venissero confermati i loro sospetti.
Al 6° mese di età la pediatra ha notato un ritardo psicomotorio nella bimba ed ha prescritto degli esami e tanta fisioterapia.Apriti cielo!


Hanno vuotato il sacco con frasi del tipo "Io lo dicevo che qualcosa nonandava",confessando che non ci avevano dormito sopra,che avevano fattoinfinite ricerche su internet (con quale diritto poi), versato lacrime (!),che non mi avevano detto nulla della loro "forte" preoccupazione pernon ferirmi, che però mi avevano lanciato degli input…


Input? ?Ma così si agisce in una vera famiglia?
Ma che dramma è questo???
Forse dubitavano che la mia bambina fosse handicappata!!!E sulla base di quali diagnosi scientifiche, le loro?
Mi sono sentita irritata, tradita e delusa dal lorocomportamento.Questo chiacchierare alle spalle sulla salute di miafiglia,ipotizzare sindromi, malattie, piangere dietro lequinte,disperarsi e di colpo riprendersi facendo finta di nulla permesi e mesi.
Ora sostengono con orgoglio di non essersi sbagliate, ma i loro sospetti su cosa si basavano?
Il problema di mia figlia non poteva essere diagnosticato prima dei 6mesi, è stato solo un puro caso che sia saltato fuori questo ritardo.


Non è facile da raccontare, potrei sembrare banale e so che quello checonta è solo che mia figlia stia bene, che mi concentri sul fatto cherecuperi il suo ritardo, ma non riesco a superare il mio risentimentonei loro confronti.Ormai non le tollero più e non sopporto le loro telefonate, le loro visite.
Sono fredda, distaccata, molto imbarazzata.Ho perso il mio sorriso e la mia gioia nel rapportarmi alla famiglia di mio marito.
Quando sono partite per le vacanze ho gioito per non avere più tra i piedi per un pò loro e la negatività che si portano dietro.
Mia figlia, il giorno dopo la loro partenza, ha finalmente iniziato a lallare.
Sarà un caso anche questo?

Vorrei poter superare questo stato d’animo e tornare ad essere allegracome prima, instaurando un rapporto trasparente, ma temo che siaimpossibile.Mio marito è consapevole e mi sostiene.

La ringrazio per l’attenzione

 

 

Cara Mamma,
che fatica occuparsi dei parenti!

Specialmente quando anzichè sostenerci sembrano fatti apposta per farci inciampare!
Vorrei capire due cose:
se la tua piccina è la prima nipote, e se, in alternativa, tuo marito èl’unico figlio MASCHIO (e qui, ahinoi, c’è tutta la vicenda del figliodel maschio, della rivalità con la madre acquisita, cioè lei…..cosetipiche e talmente esasperanti che anche le barzellette purtroppo lecitano).

Inoltre, vorrei rassicurarti sul fatto che la prima gravidanza e laprima maternità sono spesso sotto assedio da parte di amici parenti eaffini, e tutti si aspettano da noi cose inverosimili e molto lontaneda ciò che in realtà serve davvero, cioè sviluppare il maggior numerodi competenze genitoriali per sviluppare il miglior rapporto possibilecol proprio bimbo.

Noi siamo di fatto occupate a fare le mamme,con la complessità tipica del mestiere, e vorremmo solo più spazio, piùsilenzio e più incentivi al nostro operato.

Venendo al da farsi, credo che le strade siano due:
1) lavorare sul tuo senso di responsabilità e su questa sensibilitàalla critica: non c’è scritto da nessuna parte che devi dimostrarequalcosa a qualcuno.
2) mettere qualche paletto all’invadenza, spiegando che è tutto sottocontrollo e che la tua bambina ha tutto ciò che serve per il momento,medici specialisti inclusi.

Chiarire le proprie posizioni e fidarsi del proprio istinto materno può essere un’ ottima risorsa.
Mille auguri per chiacchierina (che sentendo la tensione e la pauradella critica aleggiare nell’aria non è che è proprio proprioincoraggiata a sperimentare….lasciamola libera di fare le sue cosecoi suoi modi e tempi, ci pensano i medici a darvi indicazioni!).

Claudia

 

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