Non parla ancora (fasi del linguaggio)

Salve,
mi chiamo Luigi e ho un bimbo (al momento unico figlio) che ha quasi 18 mesi.
A modo suo, si fa capire e comprende il senso di molte parole pronunciate da noi adulti. Anche se a volta vocalizza ancora non parla, infatti dice a malapena la parola "ma-ma-ma" e, raramente, "pa-pa-pa".
Quando dovremo preoccuparci del fatto che ancora non parla? E cosa è consigliabile fare quando un bimbo ha l’età giusta per parlare ma non lo fa?
Grazie.

Gentile signor Luigi,
le varie tappe di acquisizione del linguaggio, così come quelle dello sviluppo psicomotorio ma molto di più, nei bambini hanno tempi assolutamente personali dovuti a fattori genetici, cioè famigliari (età di inizio del linguaggio dei genitori da piccoli), a problemi di salute intercorrenti che possono aver ritardato le regolari acquisizioni,a influenze ambientali se il bimbo è figlio unico e tutti lo capiscono lo stesso anche se si esprime solo a gesti, alla mamma o adulto che sta più tempo col bambino che si relaziona poco con lui perché di personalità chiusa oppure perché magari baby sitter di altra nazionalità che parla male l’italiano e via discorrendo.
I maschietti, inoltre, tendono ad essere più attivi dal punto di vista motorio e un po’ più in ritardo sul linguaggio rispetto alle femmine: non di rado, infatti, si vedono femminucce ancora traballanti sulle gambe che dicono già varie parole alla stessa età di maschietti che cominciano già a correre ma restando in silenzio.
I bambini, poi, preferiscono procedere ad una acquisizione per volta: prima sono occupati ad imparare a caminare speditamente, solo dopo sono interessati a fare progressi col linguaggio.
A un anno e mezzo, poi, è importante capire se il bambino ha già assimilato il significato delle cose, cioè se sa indicare la cosa giusta di cui ha bisogno, se indica l’acqua quando ha sete o la porta di casa se ha voglia di uscire e via discorrendo e se capisce quanto gli viene detto, così come, ovviamente, è importante capire se ci sente bene.
Se non ci sono dubbi su tutto ciò, si tratta solo di aspettare e verso la fine del secondo anno i progressi ci saranno senz’altro.
Nel frattempo, è bene creare spesso occasioni di conversazione, anche se, per adesso, saranno solo monologhi , pronunciando il nome dell’oggetto che si sta porgendo al bambino o di quello che il bambino indica per averlo, prima di darglielo.
Bisogna poi cercare di non assecondarlo mai nel suo linguaggio, chiamando, per esempio, la macchinetta brum-brum o cose simili, ma le cose solo con il loro vero nome. I cartoni idonei per l’età, come i Teletubbies, possono anche essere di aiuto, ma l’ascolto passivo è solo una fase del processo cognitivo: bisogna creare occasioni di "necessità" di parlare, senza troppe facilitazioni.
L’asilo nido, in questo, aiuta, ma ha anche i suoi contro, prima dei due anni, quindi, se non lo frequenta ancora, non è il caso di pensarci solo per farlo parlare prima.
Abbia fede e pazienza, tempo pochi mesi e non starà più zitto un secondo!
Buone Feste!
Daniela Sannicandro

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.