Incontinenza diurna bambino di 3 anni

Gent.ma Dottoressa,
La prego di perdonare il mio disturbo. Ho letto con grande interesse gli articoli da Lei scritti sulle infezioni delle vie urinarie .

Sono mamma di un bimbo di 3 anni compiuti l’8 luglio, molto molto attivo e supersveglio e con una capacità di linguaggio davvero sorprendente per la sua età.

Da febbraio 2014 abbiamo tolto il pannolino, gratificandolo con giochi e lodi quando la fa nel vasino o nel water, ma a volte sgridandolo e anche sculacciandolo.

Il fatto è che dopo 8 mesi ancora lui non dice “mi scappa” e le poche volte che l’ha detto l’aveva fatta addosso. Non gli importa nemmeno di essere sporco, tant’è che continua tranquillamente le sue attività senza richiedere di essere cambiato.

Non sappiamo più che fare, lo portiamo ad intervalli regolari al bagno, soprattutto dopo i pasti per sfruttare il riflesso gastro-colico, gli abbiamo messo lì dei libri, giochi, salvadanaio da riempire per ogni pipì/cacca fatte dove si deve ma nulla funziona.

Eppure lui dice che sa dove si devono fare i bisogni e che bisogna avvisare un adulto.

Capita persino che lo si debba cambiare fino a 3 volte nel giro di un’ora per la pipì. E’ come se lui non la facesse tutta oppure non riuscisse a trattenerla. Ciò succede soltanto di giorno quando vedo che spesso il pisellino lasciandolo nudo gocciola.

L’ecografia addominale pre e post minzionale è a posto e l’esame dell’urinocoltura mostrava sensibilità per proteus mirabilis carica 50.000 mentre le urine erano negative.

Abbiamo ripetuto urine dopo una settimana e sono ok, aspettiamo urocoltura nuova e tampone prepuziale positivo per proteus mirabilis carica 100.000.

Lei che ne pensa? Sono molto preoccupata

Grazie di cuore


Il controllo vescicale, cioè l’emissione volontaria di urine quando la vescica è piena e il trattenimento volontario quando il bambino sa di non essere nella condizione di poter svuotare la vescica, cioè di non essere in bagno o sul vasino come gli è stato insegnato, segue delle tappe che hanno una sequenza ben precisa nell’arco dei primi anni ma i cui tempi non sono sempre uguali da bambino a bambino.

In definitiva, constatazioni statistiche e pratiche alla mano, si può dire che solo attorno al quarto anno di vita – e io aggiungo anche verso il quinto, a volte – il bambino impara ad avviare una minzione volontaria regolare in modo irreversibile, cioè con probabilità vicina allo zero che non ricada in incidenti di percorso.

La vita moderna obbliga ad accelerare i ritmi di apprendimento e condizionamento dei bambini: la scuola materna esige che il bambino sia del tutto continente a 3 anni perché il personale della scuola materna non è disponibile come quello dell’asilo nido a cambiare i bambini e tutto concorre a volere che il bambino cresca in fretta con ritmi uguali per tutti.

Io cercherei di avere più pazienza con il tuo bimbo che, grazie al suo precoce sviluppo cognitivo, di linguaggio, ecc. appare forse più maturo della sua età e come tale si è portati a volerlo trattare.

Per di più, il fatto di bagnarsi molto spesso in alcuni momenti, farebbe pensare che soffra di vescica iperattiva, la qual cosa porterebbe ad uno stimolo ad urinare più improvviso ed irrefrenabile anche a vescica non completamente piena senza dare al piccolo il tempo di trattenere o rendersi conto di dover urinare.

Ma anche senza pensare alla vescica iperattiva, a tre anni o poco di più l’urgenza minzionale può prevalere sulla capacità del bambino di trattenere le urine così come il senso dell’urgenza può essere percepito in modo improvviso e senza la normale gradualità della sensazione di pienezza della vescica tanto da non dare al piccolo il tempo di rendersi conto di dover controllare la vescica.

Lo sgocciolamento post minzionale, cioè la modesta incontinenza urinaria, può essere in relazione sia con la vescica iperattiva che con una fisiologica immaturità della complessa funzione neuromuscolare che determina il completo controllo vescicale.

Questo per quanto riguarda strettamente la fisiologia.

Dobbiamo poi aggiungere che alcuni disturbi relazionali possono interferire con l’acquisizione del controllo sfinterico: ansia procurata dalla frequentazione di un nuovo ambiente come la scuola, ansia da prestazione se la mamma o i genitori pretendono troppo da lui, l’errore di averlo sgridato ogni tanto, cosa da non ripetere a meno di non capire con certezza che il suo comportamento dipende da un dispetto che vuole fare a fronte di una educazione troppo normativa e poco empatica, con troppe aspettative nei confronti dei suoi progressi e della sua educazione ed infine rifiuto di interrompere un gioco o una attività interessante per andare in bagno.

Detto ciò, è vero che le infezioni urinarie, soprattutto alle basse vie, cioè le cistiti, possono essere causa di enuresi, ma di solito si tratta di enuresi secondaria in un bambino che in precedenza aveva già acquisito il pieno controllo degli sfinteri.

Anche irregolarità dell’alvo, soprattutto stitichezza, possono essere causa di scarso controllo minzionale.

Per quanto riguarda la presenza di Proteus: fino a 100.000 colonie non si dovrebbe parlare di infezione, soprattutto perché questo batterio non si ritrova nelle urine ma sulla pelle del prepuzio; certo, però, se ad analisi successive il numero di colonie dovesse aumentare e fosse costituito esclusivamente da un solo batterio, Proteus o altro che fosse, sarebbe bene pensare ad una terapia antibiotica.

Io, per ora, cercherei di distogliere un po l’attenzione da questo problema continuando l’educazione al vasino o al wc con regolarità ma senza sgridarlo se non ottiene sempre i risultati da te sperati e soprattutto nei tempi da te previsti.

Terrei sotto controllo le urine, manterrei una alimentazione equilibrata senza alimenti irritanti o allergizzanti, tenterei con alcune settimane di somministrazione di fermenti lattici e aspetterei l’esito delle ultime analisi per decidere se vi sia necessità o meno di antibiotico.

Se le analisi dovessero risultare negative, riuscirai ad avere pazienza fino al prossimo compleanno del tuo piccolo?

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