Il fuoco di Sant’Antonio è contagioso?

Gentile Dottoressa Sannicandro, oggi ho portato mio figlio, affetto da fuoco di sant’antonio, al centro estivo e non lo volevano accettare
Ho dovuto tornare a casa, prendere il certificato della pediatra che cita testualmente “puo’ frequentare la comunita’”, e pure controfirmarlo
Su internet trovo tutto e il contrario di tutto, alcuni siti dicono che il fuoco di sant’Antonio non si contagia, altri che si contagia solo per via del siero nelle pustole, non via aerea quindi, e che quindi e’ praticamente non contagioso salvo questa remota possibilità’
Io ho scelto di fidarmi della pediatra ma ho paura di contagiare un’intera classe. Che faccio?

Fuoco di sant’antonio: è contagioso o no?

L’Herpes Zoster, o fuoco di sant’Antonio non è altro che la riacutizzazione del virus herpes zoster entrato nelle cellule dell’organismo di chi ne è affetto al momento della prima infezione manifestatasi sotto forma di varicella.
Non è quindi una infezione che si prende dall’esterno ma la riacutizzazione di un virus che, una volta entrato nell’organismo, non vi esce più, ne più ne meno come l’herpes labiale o il virus della mononucleosi, sempre della stessa famiglia.

Il fuoco di sant’antonio: contagio e probabilità

Il fuoco di sant antonio può essere, al limite, blandamente contagioso attraverso il liquido contenuto nelle pustole simili a quelle della varicella, ma solo per soggetti che non hanno mai avuto una prima infezione da herpes zoster, cioè la varicella, ma anche questa contagiosità non è alta.

Fuoco di sant’antonio contagio e bambini

Il soggetto affetto dal fuoco di sant’antonio, pertanto, non può trasmettere la malattia per via aerea, come avviene nel soggetto affetto da varicella nei giorni immediatamente precedenti l’eruzione o nei primissimi giorni dopo l’inizio dell’eruzione.

Il fuoco di sant antonio è contagioso davvero?

Pertanto, siccome le vescicole tipiche del fuoco di sant’antonio sono di solito in zone coperte dagli indumenti e, per di più, la terapia con antivirali specifici che si consiglia in questi casi riesce abbastanza a bloccare la replicazione virale, un soggetto affetto dal fuoco di sant’antonio, specie se in terapia, può tranquillamente frequentare una comunità.
Io ne ho sofferto quando lavoravo in ospedale nel reparto prematuri e i colleghi si sono rifiutati di prolungarmi la malattia oltre i primissimi giorni nonostante avessi ancora vescicole perché ero sotto terapia e quindi non potevo essere considerata, ahimé, contagiosa.
Un abbraccio, Daniela

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