Come smettere di allattare una bimba di 21 mesi

Buongiorno,

sono la mamma di una bimba di 21 mesi che allatto ancora al seno mattina e sera. Ultimamente ricevo pressioni più o meno velate in proposito da amiche e parenti e gradirei molto la sua opinione e un consiglio. Cerco di riassumere brevemente la situazione.

Mia figlia è nata nel luglio 2006, 3,580 Kg e gravidanza regolare ma parto distocico con ventosa dopo 30 ore di travaglio, ossitocina ed epidurale. La montata lattea è arrivata solo dopo sette giorni, con la bambina che piangeva evidentemente di fame e, visto il caldo, temo soprattutto di sete. Ho insistito e dopo una settimana di aggiunte artificiali (la più angosciante della vita mia e di mio marito) il latte è arrivato e non è più finito. Avendo una famigliarità di allergie ai pollini (io, il papà ed entrambe le nonne) e dopo una diagnosi di dermatite atopica all’età di 3 mesi, ho continuato ad allattarla esclusivamente al seno fino al settimo mese, dopo di che ho cominciato lo svezzamento. Da allora abbiamo acquisito la routine che va avanti ancora oggi: quando si sveglia la allatto (purtroppo non riesco a spostarle l’orario oltre le 6 e ammetto che così è più comodo per tutti), quindi si riaddormenta per un’ora o due. Colazione con frutta e biscotti, pranzo al nido alle 12, merenda con yogurt alle 16, cena alle 19,15, se vuole un po’ di mio latte, nanna alle 21.  L’autunno scorso ha cominciato a frequentare il nido per mezza giornata e si trova molto bene, nonostante i primi mesi le assenze fossero continue: in 4 mesi, 4 cicli di antibiotici. Ora va molto meglio, se si ammala accade più raramente e in forma più lieve. La bimba è vivace, allegra e robusta, pesa 12 kg per 66 cm di altezza.

E arrivo al punto. Mi scuso per la domanda ingenua, da mamma senza altre esperienze ma che latte sto dando a mia figlia? Ha ancora un minimo valore nutritivo o, ormai, solo affettivo? L’inizio difficile della nostra vita insieme, unito alla speranza di fornirle la massima protezione possibile, mi ha fatto forse indugiare troppo a lungo. Procrastinare questa pratica, pur sicuramente piacevole per entrambe, ora che, la vedo, la bimba sta crescendo in tutti i sensi, puo’ crearle dei vincoli psicologici o comportamentali? Quest’estate, a causa di miei impegni di lavoro, dovrà trascorrere la maggior parte delle vacanze al mare (3 o 4 settimane) con i miei genitori, i quali sono molto preoccupati che la nipotina mi cerchi per il latte al risveglio. Io invece pensavo di approfittare proprio di questa occasione per troncare definitivamente l’allattamento, perché nelle occasioni in cui la bimba si è dovuta addormentare senza di me non ha mai protestato (il "problema" probabilmente sono io, se non ci sono non sussiste). L’incognita è data anche dal fatto che fino a oggi non sono mai riuscita a farle bere altro latte, di centrale o di crescita, né altre bevande calde o tiepide: probabilmente, mi rendo conto, proprio perché è abituata solo al mio. Spero di essere riuscita a descrivere il mio dilemma: aspettare o meglio anticipare l’interruzione dell’allattamento in questi mesi che mancano a giugno, con calma, a casa, e se sì come posso procedere? Smettere con gradualità o di botto, anche se non vuole bere altro latte? Che parole usare con la bambina?

Grazie davvero fin d’ora per l’aiuto che sono certa saprà darmi.

Cordiali saluti e buon lavoro.


Ma perché porsi tanti problemi? Hai già fatto moltissimo per la tua bimba, anzi, di più. Allora, benché ogni giorno di allattamento sia un giorno in più di soddisfazione per entrambe, se non altro per il piacere di constatare i buoni risultati dei sacrifici fatti e delle proprie ferree convinzioni, forse è giunta l’ora di soffermarsi maggiormente sulle opportunità in più che puo’ avere la bimba di crescere in autonomia e soprattutto nella consapevolezza di questa autonomia, insegnandole a godere di altre cose oltre al seno. In fondo, non mi sembra che soffra di gravi intolleranze alimentari e di allergie tali alle proteine del latte vaccino da avere ancora assolutamente bisogno del latte materno. Quindi, pur rassicurandoti sul fatto che il tuo latte, visto che è ancora fermamente richiesto e che ogni alternativa viene decisamente rifiutata e la bimba, nonostante ciò, cresce bene, è sicuramente ancora sufficiente e saziante, penso che, al massimo a maggio, potresti provare a sostituirlo con qualcos’altro.

In realtà, puoi iniziare nel modo che preferisci ma forse potresti non dare più il tuo latte dopo cena, visto che è un momento in cui non sarebbe sostituito da nulla, e vedere come la prende. In un secondo tempo puoi tentare di togliere anche la poppata di prima mattina e se, nei primi tempi, continuerà a rifiutare il biberon, visto che è abituata allo yogurt pomeridiano, al posto del latte potresti farle fare colazione al cucchiaino con uno yogurt (tra l’altro, nello yogurt sono anche ridotte le sieroproteine più allergizzanti). A questo punto dovrebbe abituarsi ad attaccarsi al seno solo per una piccola consolazione, magari di notte, ma non dovrebbe più pensare al seno come ad un dispensatore di nutrimento. Così facendo, specie se cercherai di bere pochissimo per i primi tempi, il tuo latte dovrebbe velocemente diminuire e la piccola, trovandone sempre meno, piano piano e sicuramente anche senza traumi, se ne disinteresserà. Nel contempo, quando la vedrai un po’ stanca o desiderosa di coccole, cercherai di gratificarla in mille altri modi ma senza attaccarla al seno. Dovrai inventarti storie o giochi per distrarla e se qualche volta insisterà eccessivamente per cercare il seno tu glielo concederai ma vedrai che, non trovando nulla, la bimba imparerà a staccarsi subito e a non cercarlo più. In tutto ciò non c’è nulla di strano, soltanto la consapevolezza che è arrivato il momento di fare questo passo e basta, e questa consapevolezza, dal momento che non arriva dalla bimba, come spesso succede, deve partire da te. Sei tu, quindi, la prima a dover essere convinta, perché una volta scomparso, il latte non torna e il processo sarà irreversibile. Quindi, al di là dei consigli su come procedere – questo potrebbe essere uno tra mille altri – devi fare un grosso lavoro su te stessa per capire se sei pronta a questo cambiamento: se lo sei già, anche la bimba lo diventerà con facilità, perché a questa età i bambini vivono delle emozioni della mamma e vedono il mondo attraverso i loro occhi come in uno specchio.

Un caro saluto,

Daniela

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