Birra in gravidanza: è pericoloso consumarla?

Buon giorno dottoressa, volevo farle una domanda: è pericoloso bere birra in gravidanza? Mia moglie è nella ventunesima settimana, ha fatto già sia la amniocentesi che la morfologica ed è tutto regolare. L’altro giorno ha bevuto un bicchiere di birra cruda, solo dopo ho visto il simbolo che le donne incinte non la dovrebbero bere. Ci dobbiamo allarmare? E’ il caso di fare qualche visita?

La ringrazio per la sua disponibilità. Paolo

Birra in gravidanza
Alexas_Fotos / Pixabay

Gentile sig. Paolo, la sua domanda mi da l’opportunità di parlare dei rischi connessi con l’assunzione di birra e alcool in gravidanza, argomento diffusamente conosciuto nei suoi aspetti generali ma forse meno nei particolari.

Questo, però, certamente non vuole allarmarla circa le conseguenze dell’assunzione occasionale di quel famoso bicchiere di, credo, ottima birra cruda da parte di sua moglie che a Lei tanto preoccupa.

Bere bevande alcoliche in gravidanza: rischi e controindicazioni

Già Aristotele osservava che donne dedite all’alcool, cioè consumatrici abituali di grosse quantità di sostanze alcoliche e con alcol-dipendenza, generavano bambini svogliati, pigri, caratteriali e con disturbi psichici di varia natura.

Da tempo, ormai, si sa che l’etanolo, la sostanza che, in definitiva, risulta tossica per il feto, passa senza ostacoli da madre a feto in senso bidirezionale con l’aggravante che il feto, avendo una funzionalità epatica ancora immatura, non sa ancora metabolizzarlo e lo elimina molto più lentamente della madre.

L‘etanolo interferisce con il passaggio del glucosio da madre a feto e genera ipoglicemia e ipoinsulinemia nel feto. Interferisce inoltre con il passaggio di alcuni aminoacidi (precursori delle proteine) che sono i mattoni dell’accrescimento, generando basso peso alla nascita.

Interferisce inoltre con la funzionalità della tiroide del feto, generando ipotiroidismo con conseguente ritardo mentale del nascituro. In più, altera il rapporto di determinate sostanze tra loro (prostaciclina e trombossano) che regolano la portata dei vasi sanguigni generando vasocostrizione e scarso passaggio di ossigeno nei tessuti.

Un eccesso prolungato di etanolo nel sangue fetale genera quindi la ben conosciuta sindrome feto-alcolica che si esprime con:

  • ritardo della crescita sia fetale che neonatale
  • basso peso alla nascita e nei mesi successivi e testa di dimensioni più piccole della norma
  • alterazioni del sistema nervoso centrale con irritabilità, instabilità psicomotoria, ipotonia muscolare e ritardo mentale
  • dismorfismi facciali caratteristici con microcefalia (testa piccola)
  • microftalmia (bulbi oculari piccoli)
  • alterazioni della mandibola (iposviluppo).

La madre in gravidanza, poi, può sviluppare cirrosi, varici esofagee, pancreatiti, delirium tremens e, avendo alti livelli di estrogeni, è particolarmente soggetta a parti anche molto prematuri.

Ma tutto questo avviene, ovviamente, quando il consumo di alcool è a livelli patologici e soprattutto reiterato.

C’è da dire che, come per il fumo, gli effetti dell’alcol sull’organismo sono molto individuali: anche a proposito del fumo, spesso, in gravidanza, non si proibisce completamente ma si consentono 5 sigarette tanto per non creare crisi di astinenza in una fumatrice incallita, ma quando nasce un bambino sottopeso è sempre molto difficile poter escludere che queste benedette cinque sigarette non siano state, anche solo in parte, responsabili dello scarso accrescimento intrauterino.

Vino e birra in gravidanza e allattamento? Se assunti moderatamente non provocano danni.

Un consumo occasionale di bevande moderatamente alcoliche come vino o birra, purché esclusivamente e tassativamente a stomaco pieno e durante i pasti e mai a digiuno, in ogni caso, non può fare male.

Vino e birra, inoltre, contengono polifenoli che sono sostanze antiossidanti benefiche. Per di più, modeste quantità di alcool, in condizioni di rallentato assorbimento come durante i pasti, meglio se con congrue quantità di cibi proteici, sono fonte di energia.

Quindi, se l’alcool si può evitare, ovviamente, è meglio, sia per la mamma che per il nascituro, ma se alla futura mamma, capita, ogni tanto, di bere non più di mezzo bicchiere di vino genuino durante un pasto principale ben bilanciato, oppure un bicchiere intero di birra che ha un tasso alcolico della metà rispetto al vino, magari di quella più gustosa e genuina, quella cruda appunto, cioè non pastorizzata, non è proprio necessario soffrire di sensi di colpa.

Birra analcolica in gravidanza e allattamento

Per ulteriore tranquillità, esiste un ottimo sostituto della birra tradizionale, ed è la birra analcolica. Non comporta alcun rischio in gravidanza e in allattamento, inoltre ne esistono di veramente gradevoli che nulla hanno da invidiare alle versioni alcoliche.

Anche in questo caso, è la dose che fa il veleno

In caso di assunzione di sostanze voluttuarie in gravidanza, non bisognerebbe mai distinguere tra quantità consentite e quantità proibite: bisognerebbe considerarle tutte proibite sapendo comunque che una assunzione occasionale, voluta o per errore che sia, purché non superi le quantità dette prima e purché assunta con le modalità sopraesposte, non deve far perdere il sonno e fare venire particolari sensi di colpa.

Per tutte le sostanze voluttuarie, alcool per primo, vi è inoltre il pericolo di creare nel feto una sorta di abitudine, come una predisposizione a ricercare queste sostanze quando sarà più grande.

Ecco dove, al di là degli effetti tossici accertati, non è bene dare continuità all’assunzione, anche modesta, di sostanze che possono creare dipendenza.

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