Mangiava tutto ma è diventato “difficile”

Ciao Chiaretta,

volevo chiederti un piccolo aiuto: Andrea ha 3 anni e mezzo, e ultimamente ha dei problemi con il cibo.

Anzitutto devo precisare che ha sempre mangiato di tutto (frutta, verdura, carne, pesce, pasta, passati), devo dire che sono stata molto fortunata. Ma da quest’estate è cambiato qualcosa, ha tolto il biberon di latte la mattina, ormai era grandicello e da allora la mattina non riesco più a fargli fare colazione, il latte non lo vuole più e tutte le mattina si ripresenta la stessa scena.

Io elenco tutto quello che può mangiare e lui decide, ma sforzato, contro voglia, io ovviamente ho piacere che mangi qualcosa perché dopo va all’asilo e non mi piace che vada a stomaco vuoto. Ovviamente cerco di non sforzarlo e di non insistere troppo ma penso che il furbetto capisca che per me è motivo di preoccupazione e la stessa situazione si ripete a cena.

Prima divorava letteralmente il piatto, adesso è lentissimo, bisogna continuare a dirgli "Andrea mangia", "Andrea si fredda tutto" e in più la maggior parte delle volte dice che quello che vede in tavola non gli piace.

Tutto questo mi preoccupa un pochino anche se sta bene ed è in salute. Penso che tutto sia nato quest’estate, abbiamo detto ad Andrea che a febbraio arriva la sorellina, io ho avuto dei problemi allergici per cui tante cose non posso più mangiarle e poi ha iniziato l’asilo (anche se non ha avuto nessun problema di inserimento, andava già al nido).

Noi, quando dice che non gli piace qualcosa, proponiamo sempre un’alternativa, che ovviamente non gli piace, allora gli diciamo "se non mangi vuol dire che non hai fame" e lo ignoriamo ma la situazione non migliora.

Hai qualche consiglio da darci?

Ti ringrazio

Ciao Barbara,

in assenza di problemi medici intervenuti (per cui ti consiglierei di consultare il pediatra per verificare che il bambino non abbia sviluppato patologie come ad esempio l’acetonemia che toglie l’appetito o altre), lo stato di tensione (non necessariamente del tutto negativa) emotiva in cui potrebbe trovarsi Andrea per l’arrivo della sorellina sarebbe sufficiente a giustificare, in assenza di altri eventi degni di nota, questo cambiamento repentino nel comportamento alimentare.

Prima di tutto bisognerebbe non fargli notare in alcun modo, né con discorsi né con comportamenti evidenti, che tu non puoi mangiare alcune cose, questo per non incentivare in lui comportamenti imitativi nei tuoi confronti: le tue restrizioni alimentari dovrebbero, se possibile, passare inosservate o quasi.

Il cibo e la sua negoziazione in famiglia è un tema molto importante, ampio e delicato da affrontare, sia sulla carta che, soprattutto, nel quotidiano di ogni casa.

Certamente laddove il bambino si renda conto che può strumentalizzare il cibo per ottenere qualcosa, non solo di concreto come un premio ma anche di astratto, come attenzione maggiore e preoccupazione nei suoi confronti (preoccupazione che per lui significa amore maggiore della mamma), egli non ha difficoltà a usare questo strumento. Ecco perché non bisognerebbe mai scendere su questo piano, con i figli, per educarli a un rapporto spontaneo e diretto con il loro senso di fame e sazietà e con il cibo in sé.

La situazione potrebbe risolversi con la nascita della sorellina, ma sino ad allora è utile provare a non mettersi a contrattare in modo diretto sul cosa o sul quanto. Se gli atteggiamenti spariscono all’asilo, Andrea ha già assicurato il pranzo completo, la merenda e probabilmente lo spuntino di metà mattina. Per la colazione io proverei a mettere in tavola una cosa che a lui piace, chiedere una sola volta se la desidera, e se la risposta è no, non insistere più.

Fare così per un po’ di giorni, è possibile che prima o poi cambi idea. Se non la cambia, io mi metterei in borsa qualcosa da mangiare e proverei a darglielo mentre andate all’asilo a piedi, sempre con la stessa modalità della singola offerta.

A cena, preparerei un unico piatto (un primo o un secondo e la frutta) che a lui piace, proporrei una volta e, se rifiuta, non insisterei. Lascia il cibo nel piatto, col tavolo apparecchiato, sino a che non va a dormire, momento in cui gli riproporrai la cena. Se ancora la rifiuta, mettilo a letto senza cena. Ma non dev’essere vissuta né da lui né da te come una punizione, semplicemente stai rispettando un suo desiderio e volere.

Credo che qualsiasi bambino, specie se di buon appetito, mangerebbe a questo punto, o la sera successiva. Se questi comportamenti li attua solo con te, disinteressati dei pasti e chiedi al papà di occuparsene in prima persona.

In ogni caso, è plausibile che Andrea esprima un disagio emotivo (per la tua pancia che cresce, per l’ignoto che c’è dentro, per una sorellina mai vista che potrebbe far crollare il suo mondo di amore…) col cibo.

Stategli accanto, non allarmatevi e non irritatevi con lui, coccolatelo tanto, ma nel contempo non consentitegli di manipolarvi attraverso il cibo, perché è un comportamento che danneggia il bambino prima che il resto.

Se ti fa piacere tienimi aggiornata,

Chiara Rizzello

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