L’arrivo della sorellina

 

Carissima Chiaretta,

ti scrivo perché sono veramente esausta, mi scuso in anticipo, ma dovrò dilungarmi un po’ per spiegarti la situazione che ultimamente è diventata ingestibile.

Ho due figli, Andrea di 4 anni e Emma di 2 mesi e mezzo. Il problema è ovviamente Andrea. Da quando c’è Emma, che è una bambina tranquillissima e sempre sorridente, mi sono accorta di quanto Andrea sia sempre stato un bambino difficile e problematico, veramente snervante.

Mi ricordo una delle prime visite dal pediatra con Andrea che mi fece gli auguri, dicendomi che Andrea era un bambino che non si sarebbe mai accontentato di niente, e effettivamente è così.

Ti spiego la situazione, dalla mattina appena sveglio fino alla sera è un continuo tenerci testa,qualsiasi cosa gli diciamo di fare, da fare colazione, prepararsi per andare all’asilo oppure mettere in ordine i giochi, lui deve sempre affrontarti con urla, capricci e vuole e pretende sempre di fare come dice lui.

Premetto che è sempre stato così, anche prima dell’arrivo della sorella, forse adesso noi siamo oggettivamente più stanchi; gestirne due è diverso, se prima avevamo molto più tempo per ascoltarlo, adesso lo lasciamo piangere di più e a volte, esasperati, non lo ascoltiamo o addirittura gli diciamo di fare silenzio perché non lo sopportiamo più.

È brutto da dire, specialmente per me, a volte penso che solo io gli voglio bene e quando provo rabbia nei suoi confronti mi sento quasi in colpa, ma ti porta sempre al limite.

La sera per me e mio marito è il momento più difficile, noi siamo stanchi per la giornata e lui è tremendo, discute sempre, urla, pretende qualsiasi cosa. Mio marito si occupa del suo bagnetto mentre io finisco di sistemare la cucina, così dopo possiamo stare tutti insieme prima di andare a dormire.

Visto che quest’anno Andrea frequenta l’asilo, l’unico momento per stare tutti insieme è la sera, ma lui tutte le volte urla come un pazzo perché vuole me e tante volte caccia suo padre dal bagno che. Esausto. si arrende.

A volte penso di aver sbagliato tutto nell’educazione di Andrea, di averlo "rovinato", forse sono stata troppo tenera, ma per i primi due inverni della sua vita Andrea ogni quindici giorni si ammalava di bronchite e io "dormivo" seduta sul divano con lui in braccio, perché appena lo coricavo faceva dei broncospasmi.

Finalmente poi abbiamo trovato che era allergico all’acaro della polvere e da allora è andato a dormire nella sua cameretta  senza traumi, anzi, era contentissimo; non ha mai dormito con noi nel lettone.

Da quando è arrivata Emma noi gli abbiamo spiegato che i primi mesi avrebbe dormito in camera con noi perché di notte si sarebbe svegliata per mangiare e non ha fatto problemi, ogni tanto in piena notte faceva delle escursioni nel lettone, e noi l’abbiamo accolto senza fare problemi perché pensavamo ad un po’ di gelosia, ma adesso pretende di dormire tutta la notte con noi.

Io di solito vado nel lettino con lui e lo faccio addormentare e poi mi trasferisco in camera mia.

Tutto questo per spiegarti cosa è successo stanotte, all’una mi chiama che ha sete, io ero ancora nel suo letto perché mi ero addormentata, cerco il suo bicchierino salvagoccia e mi alzo dal letto e lui inizia a urlare come un pazzo, cerco di calmarlo, lo rimetto nel letto, ma lui urla sempre più forte. Allora prendo e vado in camera mia lasciandolo da solo, ero sull’orlo di una crisi di nervi e ho preferito andarmene, lui ha continuato a urlare per circa mezz’ora. Mio marito l’ha messo in castigo e gli ha detto di non uscire dalla stanza, alle tante, per il quieto vivere sono andata in camera con lui e gli ho passato il bicchierino (che avevo messo sul suo comodino) e poi si è riaddormentato.

Siamo disperati, non sappiamo più come comportarci, abbiamo provato di tutto: ad assecondarlo, ad ignorarlo, a metterlo in castigo, ma non abbiamo trovato ancora una soluzione.

Io sono alla frutta e continuo a ripetermi che se Andrea si comporta così è per colpa mia perché sono stata troppo buona e accondiscendente. Mi sono anche chiesta se questo suo comportamento non dipenda dall’asilo visto che io non riesco ad andarlo a prendere allo stesso orario e a volte si ferma al prolungato e lo ritiro alle 16.30-17.00.

Non so più come comportarmi e cosa pensare, ti prego aiutami a trovare una soluzione che possa aiutaci a vivere sereni le nostre giornate con Andrea perché adesso, ogni giorno per noi è una lotta e non mi piace questa sensazione.

Grazie ancora, Barbara

Cara Barbara,

via i sensi di colpa, che non esistono e la cui ricerca ci fa perdere tempo prezioso e preziose energie per trovare invece spiegazioni (se ce ne sono) e soluzioni (e ce ne sono!).

Andrea è nato così, come ogni bambino nasce con un proprio carattere e temperamento. Non è una consolazione, quando si ha a che fare con un bambino "difficile" (anche il mio primo figlio era così), ma è di certo rassicurante sapere che Andrea non è cambiato radicalmente, ha solo acuito questi aspetti in concomitanza con un evento (la nascita e la presenza della sorellina) che – per quanto bello- ha destabilizzato l’equilibrio familiare. Anche voi genitori vi siete trovati a dover modificare tanti aspetti del menage quotidiano, con l’arrivo di Emma: siete più stanchi, stressati, avete dovuto rivedere i compiti e gli impegni). Andrea esprime a modo suo questa tensione.

Detto questo, intanto dovrebbe essere orgogliosa e non triste per ciò che ha fatto per lui quando era piccolo e malato, perché è stata una mamma che ha risposto al bisogno di suo figlio. Questo non ha di certo determinato le reazioni attuali di Andrea, ma è pur vero che adesso il bimbo deve dividere il tempo e le cure con la sorellina. Non è facile, a livello psicologico, ci pensi.

Se non può andare da Andrea tempestivamente perché impegnata con Emma, non ci vada: aspetterà, e aspettando troverà strategie per chiedere le cose in modo diverso. Quando può stare con lui, affidi Emma al papà e gli dedichi tutta l’attenzione possibile: provate ad invertire i ruoli la sera, suo marito riordina la cucina e lei prepara Andrea per la notte, ad esempio. Ci vuole pazienza e serenità, anche se mi rendo conto (ho due figli anche io) che sono i momenti peggiori, questi, a livello temporale. Però passano presto, vedrà che quando Emma avrà 6 mesi andrà meglio, ed ancor meglio a 12 e così via.

Chieda aiuto se è stanca per poter riposare di giorno, se la notte dorme poco: affidare la bambina qualche ora ad una nonna o baby sitter la fa ricaricare di energie. Parli ad Andrea in modo chiaro e sincero, quando è tranquillo, esprima lei a parole ciò che lui non riesce a dire: gli dica che lei sa che a volte stare con Emma per lui non è facile, che a volte si arrabbia, ma che voi lo capite e lo amate sempre tantissimo e che siete disponibili ad aiutarlo. Chieda ad Andrea di dirle quando è arrabbiato e per che cosa, che insieme proverete a mandare via la rabbia con qualcosa di speciale che solo le mamme ed i papà sanno.

Cara mamma, dirle che sono momenti che finiranno può aiutarla? anche se pare impossibile, terminerà presto questo periodo: non è sola, praticamente ogni mamma di due figli c’è passata. Le sono vicina.

Chiara Rizzello

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