Fare la nanna a quattro mesi

Gentile Chiaretta,

il mio bimbo ha quattro mesi e mezzo e non è un gran dormiglione… Il vero problema è che ha scambiato il seno per un ciuccio e si sveglia alle ore più strane per stare lì attaccato e ormai per me è impossibile dormire più di mezz’ora perché poi lui, anche se dorme, ogni tanto ciuccia.

La pediatra mi ha consigliato il libro Fate la nanna di Estivill.

L’ho letto ed ero convinta, poi l’ho provato… Ale ha pianto tre ore di seguito, quando andavo da lui ogni tre minuti mi supplicava con gli occhi.

Alla fine gli sono rimasta accanto cantando una canzoncina, si è addormentato subito ma appena non ha sentito più la mia voce ha fatto un salto e spaventatissimo ha incominciato a piangere.

Allora ho detto basta. L’ho preso in braccio coccolandolo tutta la notte… Si vedeva che era spaventato. Non voglio che si senta abbandonato. Ora vorrei provare con un metodo più soft.

Come posso aiutarlo a capire che anche se non sta attaccato a me io non scapperò? Mi ha distrutto vederlo così!

Grazie,

mamma Claudia

Cara Claudia,

se c’è un’utilità nel libro di Estivill, sempre che si sia abbastanza sensibili per immedesimarci negli stati emotivi di nostro figlio, è il senso di distruzione psicologica che si prova dopo aver applicato le tecniche dell’"emerito studioso".

Partiamo dunque da lì, da cosa hai provato quella notte a sentirlo piangere, urlare inconsolabile, a come è stato difficile calmarlo e al senso di abbandono che ha invaso entrambi.

Per fortuna il tuo istinto materno e umano ti ha portata a prenderlo in braccio, consolarlo, accudirlo, non farlo sentire abbandonato. I neonati hanno estrema necessità di contatto con la madre (o con chi presta le cure materne) perché nascono indifferenziati da essa, si sentono per parecchi mesi un tutt’uno col corpo e con gli stati emotivi di chi si prende cura di loro.

Questa condizione perdura per molto tempo e si estingue spontaneamente in maniera molto lenta, aumentando le capacità psicomotorie del bambino e la sua competenza a relazionarsi anche con altre persone e con l’ambiente esterno. Da principio, il suo mondo sei tu. Non privarlo del suo mondo.

Un bambino che ha imparato ad addormentarsi da solo, dopo ore di pianto inconsolabile, è solo un bambino che ha perso la fiducia in chi se ne prende cura, è un bimbo depresso. Il suo attaccamento alla madre sarà insicuro, e questo attaccamento insicuro se lo porterà dietro per tutta la vita, facendone riedizioni in altri rapporti: con gli amici, con il partner e così via.

Un attaccamento sicuro, quello che consentirà al tuo bambino di spiccare il volo, è un legame fatto di affetto, presenza, contatto continuo. Ogni volta che lo richiede.

Adesso però veniamo a te, alla tua stanchezza, alla tua necessità di dormire, riposare, avere momenti per te sola: legittimi desideri, la cui soddisfazione è importante non solo per te ma anche per lui. Chiedi aiuto, dove è possibile, per dormire tra una poppata e l’altra, perché qualcuno lo porti fuori mentre tu riposi, perché la notte, poppate a parte, se ne occupi anche il papà.

Ben presto il tuo bimbo, se tenuto nel letto con te, sarà autonomo nel prendere il latte la notte e si arrangerà da solo, vedrai. Sono mesi irripetibili, che non torneranno per nessuno, e sono i più importanti per lui. Sii per lui. E chiedi che altre persone siano per te.

Auguri,

Chiara Rizzello

 

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