Possibili effetti collaterali dell’atropina

 
Gentile Dottore,

vorrei il suo parere riguardo ai possibili effetti collaterali della somministrazione dell’atropina a un bimbo di 22 mesi. Mio figlio dovrà essere sottoposto a visita oculistica per una più precisa diagnosi di astigmatismo e per questo motivo gli è stata prescritta l’instillazione di un collirio a base di atropina (0.5%), mattina e sera nei tre giorni antecedenti l’esame. Seguendo questa procedura ieri mattina gli ho somministrato le gocce e per tutta la giornata il bambino è stato molto irritabile, per poi passare ad uno stato di estrema prostrazione, culminato con febbre al 40, dopo la somministrazione serale. 

Stamani ho interpellato l’oculista che mi ha detto che in alcuni rari casi questo tipo di reazione è possibile. Ho ovviamente sospeso il collirio ma il bambino è ancora febbricitante e non ha alcun altro sintomo; il pediatra di base ha ipotizzato una possibile sesta malattia come altra causa, che potrà essere confermata solo al comparire dell’esantema. Ha però aggiunto che non è necessario somministrare atropina per tre giorni prima di una visita oculistica, e in effetti l’oculista mi ha detto che mio figlio potrà essere ugualmente sottoposto alla visita dal momento che la pupilla, pur con un solo giorno di preparazione, risulterà già dilatata e l’effetto perdurerà per alcuni giorni.

Qual è la sua opinione in merito? Se è vero che basta un solo giorno di somministrazione dell’atropina per ottenere l’effetto voluto, perché è prassi comune prescriverla per tre o addirittura cinque giorni? E se è vero che sono possibili tali reazioni abnormi sia pure in rari casi, non dovrebbe esser fatto firmare un consenso informato ai genitori?

In attesa di una sua risposta, le invio i miei saluti ed i miei ringraziamenti.

Valentina G.
Gentile Signora,
l’atropina è un farmaco con un potentissimo effetto midriatico (dilata le pupille) ma soprattutto cicloplegico (blocca cioè l’accomodazione, la normale messa a fuoco dell’occhio). È quindi un farmaco che permette uno studio accuratissimo della refrazione, permettendo di evidenziare la presenza di difetti visivi in maniera ottimale. Inoltre in selezionatissimi casi viene utilizzato come penalizzazione nel trattamento dell’ambliopia ("occhio pigro") per annebbiare la visione dell’occhio dominante.
È possibile però, in alcuni casi, che l’atropina porti all’insorgenza di effetti collaterali più o meno importanti (irritabilità, febbre, gonfiori addominali, eruzioni cutanee). Inoltre l’effetto di tale molecola può perdurare addirittura fino a 12 giorni dopo l’instillazione.
Per questo motivo negli ultimi anni la tendenza è stata quella di utilizzare molecole (tropicamide, ciclopentolato) che provocano minori effetti indesiderati e che vengono instillati direttamente in studio ogni 5-10 minuti per alcune volte consecutive. L’utilizzo dell’atropina è, in questo modo, stato pian piano abbandonato quasi completamente.
Ritengo che l’utilizzo dell’atropina debba essere riservato oggi a casi molto particolari, in cui si abbiano dei dubbi sullo stato accomodativo del paziente nonostante l’effettuazione dell’esame della refrazione con le altre molecole.
Nel caso del suo bambino se è vero che è già da subito presente una dilatazione pupillare considerevole, dubito che dopo un solo giorno di preparazione, ci possa essere il massimo effetto cicloplegico.
In merito alla sua domanda sul consenso informato, ne esiste effettivamente uno (non obbligatorio) per la somministrazione di tali colliri nel bambino, anche se normalmente è affidato allo Specialista il compito di istruire i genitori sui possibili effetti collaterali dei farmaci utilizzati.
Sperando di esserle stato di aiuto, rimango a sua completa disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti.
Giancarlo Falcicchio

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