Problemi con figlia minore

 
Buonasera,

cercherò dì essere conciso. Ho 45 anni sono separato da tre, in affido condiviso della minore di anni 13. In sede di separazione si è convenuto che io tenessi la bambina 2/3 pomeriggi e un venerdì sabato e domenica alternati. Il primo anno è stato un disastro: la bimba che allora aveva 10 anni non mi voleva vedere, mi riteneva responsabile di averla abbandonata, dopo innumerevoli sforzi sono riuscito a riconquistarla. Tutto bene per un anno, ma da questa estate mia figlia fa di tutto per non vedermi, adducendo le scuse più varie. Il vero motivo è che da un anno e mezzo ho una relazione con un’altra donna e da giugno quest’ultima è venuta ad abitare da me. Va detto che per rispetto delle idee di mia figlia questa persona ogniqualvolta veniva la bambina non dormiva da me, ma chiedeva ospitalità da parenti, amici e quant’altro.

Mia figlia è dai primi di ottobre che non la vedo e solo alcuni giorni fa ci siamo incontrati perché ho voluto darle una lettera. Nella circostanza mi ha manifestato lil desiderio di non volermi vedere più. Ora le chiedo: mi conviene andare davanti a un giudice per formalizzare questa volontà? Nel caso le accadesse un incidente o un problema, posso essere accusato di mancata custodia del minore? Cosa devo fare per tutelarmi, visto che la madre non fa nulla per far riavvicinare la figlia al padre?

Grazie e scusi se sono stato prolisso.

Pit73

Caro Pit,

la sua situazione purtroppo non è infrequente e nemmeno di facile soluzione.
Parto quindi dalla risposta più semplice: se la bambina non sta con lei vuol dire che i giorni che dovreste passare insieme la bambina li trascorre con altre persone deputate alla sua cura (madre, nonni, baby-sitter ecc) quindi non vedo come possa essere ritenuto lei responsabile di un eventuale "incidente" che possa accadere a sua figlia in tali momenti. Responsabile sarà chi si troverà materialmente presente in quei frangenti. Se, per svenuta, la ragazza dovesse trovarsi sola, è evidente che sarà ritenuta responsabile la persona che avrebbe dovuto essere con lei in quel momento. Se l’incidente si verificasse in uno dei giorni in cui la bambina doveva trovarsi insieme a lei, sarà lei a dover dimostrare che la bambina non si trovava con lei per rifiuto della minore stessa. È ovvio che se lei va a prendere la ragazza a scuola e sua figlia si rifiuta di venire via con lei o di farsi accompagnare lei non può lasciarla sola, adducendo poi quale motivazione il rifiuto, ma dovrà prontamente informare la madre e attendere l’arrivo di quest’ultima o di un suo delegato prima di allontanarsi dal luogo in cui si trova sua figlia.
Ciò che lei deve fare e continuare a fare almeno fino a che non interverrà una diversa decisione del Tribunale è rendersi sempre disponibile alle frequentazioni con sua figlia almeno nei giorni decisi in separazione.

Quanto invece all’alienazione parentale – denominazione "tecnica" del fenomeno che vi riguarda, cioè quando un figlio rifiuta di vedere uno dei due genitori – innanzitutto è opportuno informarla che nell’interesse primario della minore, prima ancora che suo, sarebbe necessario indagare le ragioni concrete del rifiuto, perché in tali casi c’è alla base una situazione di disagio psicologico che va accertato e, se possibile, superato, per giungere poi al superamento del rifiuto e alla ristabilizzazione del rapporto genitoriale. Questo – ripeto – nell’interesse primario della bambina e poi anche del genitore "estromesso".
C’è infine da tenere in considerazione il fatto che le modalità di affidamento e di frequentazione sono stabilite in un provvedimento del Tribunale e che, pertanto, laddove non sia più possibile attuarle, deve esserne chiesta la modifica, ovvero occorre fare presente al Tribunale i motivi che rendono impossibile il rispetto del provvedimento.

Mi spiace leggere che la sua preoccupazione principale sia quella di tutelarsi piuttosto che di recuperare il rapporto con sua figlia. Ad ogni modo entrambe le finalità possono essere perseguite facendo ricorso al Tribunale per la modifica delle condizioni di affidamento ovvero anche solo per far presente al Tribunale la sua impossibilità a vedere la bambina e, magari, la sua volontà di recuperare il rapporto con sua figlia.
Le consiglio quindi di consultarsi con un legale circa la procedura da intraprendere.

Buona fortuna.

Avv. Chiara Donadon

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