Condizioni di affidamento

 
Salve,

avrei dei quesiti da porle. Mi sono separato di fatto circa un anno fa. Premetto che sono disabile in sedia a rotelle ma completamente autonomo. Da stupido ho firmato degli accordi scritti dove acconsento al trasferimento di mia moglie in Spagna con nostro figlio di 6 anni, per un periodo non definitivo, in quanto essendo lei ammalata fibromialgica voleva sottoporsi a delle cure, a quanto pare sconosciute in Italia. In tali scritti sono stabilite le date di visita col bambino fino a dicembre e vi è precisato che il loro soggiorno in Spagna non è definitivo.  

Attualmente la mia ex moglie (cittadinanza olandese ma nata in Spagna) vive in Spagna con nostro figlio.
Io "vivo" nella casa coniugale a 1500 km di distanza dal bambino ma nello stato di famiglia figura ancora la presenza della mia ex e quella di mio figlio. Lei quando è andata via mi ha detto che era per un periodo, ovvero per le cure che necessitava, ma non è stato così. Non so che fare, in effetti, è come se si fosse attribuita il diritto di un affidamento esclusivo visto che lei autonomamente ha deciso di iscriverlo a scuola in Spagna, e che quindi andando in prima elementare almeno 9 mesi l’anno io non lo potrò vedere crescere. Mio figlio mi dice sempre: "Babbo quando torno in Italia?". Ed io non ci posso fare niente…

Cosa posso fare?

Fausto
Gentile Fausto,
questi accordi che lei ha firmato sono stati trasposti in un provvedimento del Tribunale? La risposta è rilevante perché se le condizioni di affidamento e di frequentazione sono state disposte dal giudice, per poterle modificare è necessario azionare una procedura ad hoc avanti al Tribunale competente se ne sussistono i presupposti. Se invece gli accordi firmati sono solo scritture private inter partes, la loro validità è molto dubbia e quindi lei potrebbe ricorrere al Tribunale per far disciplinare l’affidamento, chiedendo nuove modalità quanto alle frequentazioni.
Nel merito della questione, se oggi suo figlio vive in Spagna e ha stabilito là la propria vita, non sarebbe comunque semplice ottenerne il rientro in Italia. Ciò significa che il Tribunale, eventualmente investito della questione di far rientrare o meno il minore in Italia, dovrebbe valutare l’interesse dello stesso al rientro, considerando tutte le circostanze attuali.
Fossi in lei, io comunque proverei ad adire il Tribunale per ottenere quanto meno l’affidamento condiviso e delle modalità di frequentazione con suo figlio migliori, che consentano di mantenere un rapporto continuativo tra di voi e che impegnino la madre ad agevolare questo rapporto e a renderla maggiormente partecipe della vita del bambino.
Si rivolga ad un legale, il quale, messo a conoscenza dei particolari della sua vicenda, saprà consigliarla per il meglio.
Buona fortuna.
Avv. Chiara Donadon

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