Asilo nido: negligenza delle educatrici?

 
Buongiorno,

le scrivo in merito a un fatto accaduto alla mia bambina Lucrezia che frequenta l’asilo nido. Lucrezia ha il braccino ingessato in seguito a una frattura dell’avambraccio destro.
Le spiego come sono avvenuti i fatti in modo da farle capire la dinamica degli eventi.
Martedì 19/01 accompagno come d’abitudine Lucrezia al nido senza che abbia alcun problema fisico e torno a prenderla all’orario stabilito (frequenta dalle 7,30-7,45 alle 12,30 circa). La trovo addormentata, cosa strana perché non si addormenta mai al nido. Arriviamo a casa e dopo un brevissimo risveglio nel trasporto dall’auto in casa, si riaddormenta e dorme per altre 2 ore circa. La sveglio intorno alle 15,45 per andare a prendere i fratellini alla scuola materna e appare ancora molto stanca, come se fosse esausta, stremata dalle forze. Giunte alla scuola materna mi accorgo che c’è qualcosa che non va al braccino. Torniamo tutti a casa, preparo la merenda ai bambini ed osservo Lucrezia. Quando mi accingo al cambio dei vestiti, la piccola non collabora nel togliere e mettere la maglia e si lamenta se le tocco il braccio. Noto solo: è in questo momento che tiene il braccio a penzoloni, come se fosse un peso morto. Aspetto mio marito e mi reco in ospedale per un controllo. Il pediatra che visita Lucrezia non riscontra alcuna alterazione al momento, ma la sua valutazione si è basata su una semplice visita senza alcun esame strumentale (non ha fatto radiografie al braccio).

Torno a casa e la bambina si è addormentata.
Mercoledì 20/01, parzialmente tranquillizzata dall’esito negativo della visita fatta la sera precedente, mi preparo per recarmi al lavoro e porto Lucrezia al nido spiegando l’accaduto e pregando l’educatrice di prestare attenzione al braccino. Aggiungo di comunicarmi e avvisarmi nell’eventualità avessero riscontrato ancora il problema al braccio.
Mi reco a lavoro e durante la mattina non ricevo alcuna telefonata, per cui mi sento più tranquilla, perché per me questo significava che il braccino fosse a posto.
Alle 12,30 arrivo al nido e prendere Lucrezia e l’educatrice (la stessa che ci ha accolto la mattina) mi dice che anche loro hanno notato il problema al braccio, e che avevano notato già da lunedì che lo usava poco. Mi prega di approfondire il controllo del braccino.
Uscita dal nido mi reco in ospedale e dopo una lunga osservazione ed esami strumentali, si diagnostica la frattura al braccio e si provvede all’ingessatura.

Questi sono i fatti accaduti. Ora quello che mi permetto di chiedere a lei è questo: come posso difendermi dall’incompetenza dimostrata dalle educatrici di un asilo nido (che ospita un numero davvero ridotto di bambini, 15 in totale) nel non avere informato i genitori tempestivamente di fatti importanti riguardo la salute della propria bambina? E inoltre se davvero si erano già accorti del poco uso del braccino, perché non sono stata informata? E ancora, il mercoledì non mi hanno avvertita del continuare del problema al braccio e hanno aspettato che andassi a prendere la bambina per informarmi.
Io non posso avere la sicurezza dell’accusare il nido per il fatto che Lucrezia si sia fatta male nella loro struttura, ma vorrei fare una denuncia sul cattivo operato e la negligenza dimostrata dal personale, tanto più che il braccino di mia figlia si è rivelato poi fratturato. Come devo fare? Dove devo presentarla? A chi posso rivolgermi?

Mi scuso per essermi dilungata e per le tante domande, ma spero voglia aiutarmi nel rendere giustizia, soprattutto perché in questo caso si tratta di bambini davvero piccoli che hanno il diritto di essere seguiti e protetti da persone competenti nelle veci dei genitori che devono lavorare.

Grazie ed aspetto una sua risposta.

Distinti saluti.

Raffaella C.

Cara Raffaella,

onestamente sulla responsabilità civile dell’asilo e delle educatrici ho alcuni dubbi. O meglio: se la bambina si è fatta male al nido è ovvio che una responsabilità c’è, ma in tal caso diventa davvero difficile indagare su quali siano le cause e provare il fatto.
Così come è difficile dimostrare che le maestre si erano accorte del problema e hanno taciuto. Del resto, il primo dottore dell’ospedale non si è accorto del problema, come invece avrebbe dovuto, figuriamoci quindi le operatrici di un nido.

Io piuttosto vedo responsabilità nel medico dell’ospedale che non ha eseguito subito le indagini necessarie a verificare la causa del problema al braccio.

Se ha in mano i referti del primo accesso all’ospedale e di quello successivo, con cui è stata diagnosticata la fattura, fossi in lei mi rivolgerei ad un legale per valutare se sussistono gli estremi per chiedere il risarcimento del danno per la ritardata diagnosi della frattura.

Nei confronti delle maestre, sul piano civilistico non mi pare ci sia la possibilità di esperire un’azione legale, poiché è molto difficile dimostrare che l’evento che ha determinato la frattura si sia verificato al nido.

Semmai può presentare una doglianza o un esposto al dirigente della struttura ovvero al competente ufficio comunale se è struttura pubblica per come le maestre hanno gestito l’eventuale malessere della bambina e per non avervi tempestivamente informato dei dubbi circa le sue condizioni di salute.
Non mi pare però che ci siano i presupposti per un’azione risarcitoria.

Saluti.

Avv. Chiara Donadon

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