Le donne al comando stanno facendo la differenza nella battaglia contro il COVID-19

Le donne al comando, ovvero diplomazia e gentilezza vs. supremazia e intimidazione

Nel mondo solo il 6.6% dei capi di Stato o di Governo è donna. Ma nella top 10 dei Paesi che hanno risposto meglio al Coronavirus, il 70% ha un leader donna.

Forbes riporta informazioni sui leader donna che stanno conducendo la sfida al coronavirus, di seguito sintetizzo e commento.

Germania

In Germania, per esempio, dopo una risposta iniziale che ha scatenato dubbi, la reazione è stata molto buona, con un tracciamento senza precedenti e la conferenza stampa di ieri di Angela Merkel è stata una delle più oneste e precise mai sentite finora.

I casi sono molti ma la letalità (vera) della malattia è tra le più basse in Europa (arriveranno probabilmente intorno al 4% degli infetti a fine corsa, ora sono al 3%).

La Merkel ha detto che la riapertura sarà molto graduale e fragile: ora la Germania ha un R0 pari ad 1, basterà un errore per dover richiudere.

Il popolo è avvisato ma mostra fiducia in loro e nell’organizzazione che è in piedi per tracciare ed isolare i contatti.

Per la Merkel è una prova, anche perché se aumentano i contagi, dovranno richiudere subito. Con anche solo R0=1,2 la sanità (40.000 terapie intensive) crollerebbe a luglio e con R0=1,3, crollerebbe già a giugno.

Islanda, Danimarca, Norvegia, Finlandia

Molti Paesi scandinavi sono scesi rapidamente sotto 1 (per R0) mandando l’epidemia in discesa, sono tutti guidati da donne.

Islanda, Danimarca, Norvegia, Finlandia. Eccezione, la Svezia che è in rapida ascesa: lì il premier è maschio e la strategia è completamente diversa.

Taiwan

A Taiwan 24 milioni di abitanti, si è risposto con trasparenza, tracciamento degli infetti a base di big data, risposta veloce delle autorità.

I morti a Taiwan sono stati solo sei.

La presidente Tsai Ing Wen e il suo braccio destro Chen Chien-jen, epidemiologo già noto per il suo impegno contro la Sars hanno introdotto subito 124 misure restrittive per bloccare il contagio, già a gennaio.

Tra queste non c’erano lockdown o periodi di «distanziamento sociale». Ma solo controlli; aumento della produzione di mascherine; tracciamento dei contagiati, uno per uno.

Taiwan ha da poco donato all’Europa 10 milioni di mascherine.

Nuova Zelanda

Jacinda Ardern, premier della Nuova Zelanda, ha lanciato un appello per la gentilezza nei giorni del lockdown – la campagna si intitola «Be Kind» – e invitato gli adulti dalla conferenza stampa in cui annunciava il lockdown a mettere orsetti e peluches alla finestra per i bambini che passeggiavano con mamma e papà nei pochi metri concessi dalle restrizioni.

Il 23 marzo, quando la Nuova Zelanda aveva 102 casi confermati e nessun decesso, Ardern ha scelto il lockdown completo (introdotto il 25). Ci sono per ora in tutto il Paese solo 9 morti.

Norvegia

Erna Solberg, premiere norvegese, ha parlato ai bambini in conferenza stampa. Secondo una classifica stilata a Pasqua dalla Bbc, il primo Paese pronto per uscire dalla crisi economica mondiale da Covid sarebbe proprio la Norvegia, che il 20 aprile ripartirà riaprendo, per prima cosa, gli asili.

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