L'amore in gioco

Gli svaghi delle Noimamme
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caterina
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L'amore in gioco

Messaggio da caterina » lun lug 28, 2014 4:20 pm

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Callie Wright[/center]

SINOSSI
È l'estate del 1994, a Cooperstown, New York, quando Joanie Cole, amata matriarca della famiglia Obermeyer, muore nel sonno, lasciando solo e smarrito l'anziano coniuge, ospite riluttante della famiglia della figlia. Per la prima volta tre generazioni si trovano a vivere insieme sotto lo stesso tetto, e rapidamente le rispettive, fragili orbite cominciano a collidere. In casa della figlia Anne, l'ottantaseienne Bob si sente sperduto, mentre la stessa Anne nutre sempre maggiori sospetti verso le cene mancate e i rientri a tarda sera del marito Hugh. Hugh, dal canto suo, direttore di scuola materna, è terrorizzato all'idea che una goffa scappatella possa far scoppiare uno scandalo e devastare la sua vita. La quindicenne Julia è intrappolata in un triangolo amoroso con Sam e Carl, i suoi migliori amici e compagni di squadra di tennis, mentre il diciassettenne Teddy, popolare ricevitore della squadra di baseball locale, sarà testimone di qualcosa che cambierà il destino della sua famiglia per sempre. Complice il ritrovamento di un vecchio libro-scandalo di tanti, tanti anni prima...

COMMENTO
Tra un Urania e l'altro, dopo mesi (edit: non è vero, ho acquistato anche l'ultimo libro della Yoshimoto!), mi sono concessa l'acquisto di questo romanzo che avevo visto esposto in tutte le librerie con la sua cover oscena.
Purtroppo anche questa volta ho speso male i miei soldini. 300 pagine di assurda tristezza, di parole non dette, di amore per convenzione, di doppia vita, di segreti di Pulcinella, di famiglie tristi, di adolescenti tristi, di vite tristi e incomplete.
Lo stile non è male, il racconto è corale e affidato ad ogni membro della famiglia a rotazione. Ognuno con i suoi dolori, i suoi segreti, i suoi irrisolti, la sua rabbia, il suo amore, i suoi pensieri.
Ma niente di così edificante da passare a futura memoria. Mediocri, ecco cosa.
E forse lo siamo tutti, mediocri? Forse questo libro svela proprio questo, che ogni famiglia è mediocre a suo modo?
Io, questo è sicuro, voglio di più.
Per un qualche motivo, alla fine di tutto, sento di odiare questo romanzo.
E, attenzione, non voglio dire che sia brutto. Non lo è. E' scorrevole, stuzzica la curiosità, provoca empatia immediata. Ma l'ho odiato. Ho odiato il modo in cui sembra voler convincere che in realtà siamo tutti - nessuno escluso - esseri infelici, trascinati in vite che non vogliamo e non avremmo mai desiderato, avvolti da occhiali da sole rosa che ci mostrano il mondo per quello che non è.
A voi la scelta, allora. Perché il libro, brutto non è.


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