Sheireh ha scritto:Peccato che loro siano convinti di averla...
Già!
E, mi ripeto, (salvo esplicita mala fede) al punto da applicare gli stessi criteri anche con i propri stessi figli!
Magari scegliendo la strada dell'alimento fresco da mettere nella pappina o (magari minestrina non specificamente "per l'infanzia") o una marca di lio/omo di altra marca rispetto a quella a cui qualcuno si sia "venduto", e così pure di latte., ma convinti che quello che hanno studiato all'università (e
Speranza ne ha già dato altrove una testimonianza, se vuole ve lo racconterà di nuovo lei) e ciò che il nutrizionista di quella determinata industria racconta al corso di aggiornamento (anche se poi il prodotto di "quello" sanno essere esattamente corrispondente a quello di altre marche) sia sacrosanto, almeno come base teorica.
Anche perché lo trovano coerente con quello che già sanno.
Persino Gonzales, pur parlando di autoregolazione dei bambini e assaggi, tuttavia nel suo primo libro "
Il mio bambino non mi mangia" (2003) era rimasto ancora "appeso" alla convinzione che comunque gli alimenti andassero (come aveva imparato) inseriti gradualmente e iniziando con le "pappe". Di Piermarini ho già accennato sopra: pensa coloro che sono ancora dei semplici pediatri che si fidano della propria formazione.
Dovrebbero aggiornarsi su altre fonti, certo, ma
1-chi gli mette la pulce nell'orecchio se l'ambiente è pressocché omogeneo?
2-non sarebbe nemmeno obbligato a farlo secondo le sue competenze, semmai moralmente, visto che poi indicazioni alimentari né dà eccome!!!
Ecco perché sono così critica verso quelli che si impongono di più con le madri dei loro assistiti e più comprensiva con quanti, invece, si limitano a rispondere a qualche domanda, a dare informazioni sull'età in cui si può iniziare (almeno 6 mesi), me restano più tolleranti e meno ingerenti!!!!