Adozione ai single

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Allibita
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Adozione ai single

Messaggio da Allibita » gio feb 17, 2011 1:04 pm

Ho visto che se ne parlava di là, qui magari si fa meno confusione.

Una mamma single di Genova ha chiesto la convalida del decreto di adozione ottenuto negli USA dinnanzi al Tribunale della Columbia.

Nel 2009, con decreto della Corte di Appello di Genova, la donna aveva già ottenuto una trascrizione della adozione in formula “speciale”, così detta mite

Questo il fatto.

La donna in questione ha chiesto alla Cassazione di pronunciarsi, domandando nuovamente la convalida, in formula piena, dell' adozione americana.

La Corte non ha potuto riconoscere alla donna l’adozione piena, così detta legittimante. La legge italiana, vietando l’adozione ai single, impedisce di fatto anche la ratifica di atti provenienti da Tribunali extra nazionali che riconoscono il singolo come legittimo genitore adottante.

La cosiddetta “adozione mite” non è disciplinata dal nostro ordinamento, la legge italiana conosce solo l’adozione legittimante, nazionale o internazionale. Alla adozione si giunge a seguito di un lungo iter che si compie in un tempo variabile tra 1 e 3 anni, essa è considerata come una “nuova nascita per il bambino” che con l’ingresso nella famiglia adottiva diviene figlio legittimo dei genitori che lo accolgono e spezza ogni legame con la famiglia biologica.

La adozione mite è un “esperimento”, una prassi, di fatto nata ed applicata nel distretto del Tribunale per i Minorenni di Bari sotto forma di sperimentazione.

Cosa vorrebbe realizzare questa prassi?
L’adozione mite vorrebbe favorire tutti quei bambini e ragazzi, minori, che di fatto versano in condizioni di abbandonato e sono impossibilitati a rientrare nella famiglia d’origine, ma si trovano, oltre il tempo massimo previsto dalla legge, in affidamento familiare, non potendo, tuttavia, ancora essere adottati.
In altre parole questi minori sono soli, non hanno una famiglia biologica pronta ad accoglierli, l’affido familiare ha fatto il suo corso ma non sono maturi i tempi per l’adozione.
L’adozione mite è nata per fronteggiare queste situazioni estreme e di chiara emergenza.
In pratica, malgrado i tempi dell’affido fossero scaduti, non potendo dare in adozione il minore e nemmeno potendo reinserirlo nella famiglia d’origine, il giudice ha ideato la prassi della adozione mite. Essa valuta che tra il minore e gli affidatari si è instaurato un rapporto affettivo di carattere filiale, essi vivono come una famiglia e se al minore non può essere restituita la serenità di un nucleo familiare originario allora perché sottrarlo agli affidatari?
Questa situazione non interrompe il rapporto di filiazione tra minore e genitore di origine, ma ne aggiunge un secondo, quello con gli adottanti, ad essi spetta naturalmente anche la potestà genitoriale ma in forma limitata, per certi atti è necessario l‘intervento e la supervisione del Tribunale per i Minorenni.

A questa decisione la Cassazione ha aggiunto una considerazione socio-giuridica:
<< il legislatore nazionale ben potrebbe provvedere, nel concorso di particolari circostanze, ad un ampliamento dell’ambito di ammissibilità della adozione di minore da parte di una singola persona anche con gli effetti della adozione legittimante>>

Questa è la nota che ha fatto notizia, ma che in realtà notizia non è.


Azur
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Messaggio da Azur » ven feb 18, 2011 9:50 am

Allibita ha scritto:Questa è la nota che ha fatto notizia, ma che in realtà notizia non è.
concordo,
e riporto un articolo di Vita ( http://www.vita.it/news/view/110021 )
in cui parlano diversi addetti ai lavori.

Io mi ritrovo in quello che dice EnzoB:
la sentenza non ha nulla di innovativo, si limita ad applicare una legge che esiste da tempo (casi speciali, adozione non legittimante)

Sul "consiglio" di rendere possibile l'adozione legittimante (quella "normale", in cui un figlio diventa legalmente figlio al 100%) anche per i single,
non sono contraria,
però credo anch'io che interesserebbe davvero poche, pochissime persone,
(perché mi pare che nell'interesse del minore sia comunque meglio avere due persone di riferimento stabili, e credo quindi che a parte casi molto particolari verrebbe sempre preferita una coppia a una persona sola)


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ADOZIONI. Aprire ai single? Parlano gli enti
15 febbraio 2011

Il confronto di posizioni tra EnzoB, AiBi, Cifa, Ciai e Forum Famiglie.

La sentenza 3572 della Suprema Corte di Cassazione (leggi la rassegna stampa di oggi), che ieri si è pronunciata sulla vicenda di una madre single di Genova, che chiedeva la trascrizione in Italia di un’adozione di una bambina russa realizzata negli Usa, apre il confronto anche tra gli addetti ai lavori e i presidenti delle grandi associazioni che si occupano di adozione internazionale.

Vediamo il confronto di punti di vista tra EnzoB, AiBi, Cifa, Ciai e Forum Famiglie.

Enzo B: “Molto rumore per nulla. L’adozione per i single esiste già”

“Molto rumore per nulla. Ecco cosa penso del dibattito che in queste ore si è acceso intorno alla sentenza della Corte di Cassazione dedicata ai single”. Così Cristina Nespoli, presidente di EnzoB, ente autorizzato alle adozioni internazionali, commenta la sentenza n.3572.

La Nespoli comincia con l’analisi del testo del dispositivo: “La Corte non ha mai detto che i single possono adottare”, sottolinea. “Ha invece ribadito un canale che esiste già, quello dell’adozione “per casi speciali”, disciplinato dall’art.44 della legge 184 del 1983, che consente già ai single di adottare in modo non legittimante”.

“Detto questo”, prosegue la presidente di Enzo B, “E’ vero che poi la Cassazione ha invitato il legislatore ad adeguare le leggi italiane alla Convenzione di Strasburgo del 1967 e a prevedere che l’adozione legittimante, nel concorso di particolari circostanze, sia ammissibile da parte di una singola persona. Ma questo, e lo dico al di fuori di qualsiasi pregiudizio ideologico, avrebbe davvero poco impatto nella pratica. Se oggi ci sono pochi bambini adottabili per le coppie, figuriamoci per un single. Per la nostra esperienza di paesi stranieri, quelli africani in particolare, sarebbero davvero bassissime le possibilità di abbinamento con una persona single. Le coppie saranno sempre e comunque ritenute una risorsa da preferire, se disponibile”.

“Le adozioni “per casi particolari” esistono già e sono già aperte ai single. Dunque di cosa stiamo discutendo? Di protezione dell’infanzia o di una richiesta velleitaria da parte degli adulti?”, conclude Nespoli.

Ciai: "Due è meglio di uno"

"La legge italiana prevede di tutelare l'interesse del minore a crescere in una famiglia e quindi, a fronte delle lunghe liste di attesa di coppie con idoneità ad adottare, a loro sarà data la precedenza", sottolinea Valeria Rossi Dragone, presidente del Ciai.

"Occorre inoltre ricordare che, secondo la Convenzione dell'Aja, l'adozione è una forma di protezione del minore – nello specifico un bambino che oltre ad essere stato abbandonato dai genitori può aver subito vari traumi, tra cui l'istituzionalizzazione - : adottare non significa garantire il diritto degli adulti a essere genitori, ma il diritto di un bambino, privato delle sue relazioni fondamentali, a vivere in una famiglia, quella ritenuta migliore per lui.
Infine, parlando di adozioni internazionali, la realtà conferma ancor di più queste tesi", conclude la Rossi Dragone. "C si confronta con paesi che non prevedono assolutamente le adozioni ai singoli ma solo a coppie eterosessuali sposate e quindi solo i cosiddetti 'casi speciali' potrebbero essere concepiti".

AiBi: “I tempi sono maturi, le coppie stanno calando drammaticamente”

Diametralmente opposta la lettura di Marco Griffini, presidente di AiBi, che inizia il suo ragionamento dal preoccupante crollo delle dichiarazioni di disponibilità all’adozione registrato nel 2010: “Sempre meno coppie sono pronte ad accogliere un bambino abbandonato”, spiega Griffini. “Anche quelle che ottengono l’idoneità, molto spesso, non danno seguito all’adozione e non conferiscono il mandato all’ente autorizzato. Abbiamo liste su liste inviate da Paesi stranieri di bambini adottabili ma lontani dal modello “ideale” di bambino piccolo e sano. Sono grandicelli, malati o gruppi di fratelli. La Cina, ad esempio, ci offre una disponibilità di quasi 2000 minori “special needs”, ma noi abbiamo solo 9 coppie in attesa che si sono dette disponibili all’accoglienza di piccoli con esigenze speciali”.

“Sono d’accordo”, conclude Griffini, “Sul fatto che la famiglia sia la prima e migliore risorsa per un bambino, ma vista questa fuga dalle adozioni e visto il grande numero di bambini in stato di bisogno negli istituti, penso sia giusto dare una possibilità anche alle persone singole. Ben vengano, se possono dare un’opportunità di crescita, di affetto e di vita a questi bambini”.

Cifa: “Sì, a condizione che sia un’opportunità per il bambino”


Gianfranco Arnoletti, presidente del Cifa, ricorda che “l’interesse di un bambino ad avere un padre ed una madre andrebbe tutelato in ogni modo. Trovare una persona disponibile ad accogliere un bambino e che abbia determinate caratteristiche non è cosa facile e quando accade diventa una incredibile opportunità. La decisione dovrebbe essere vista nell'ottica del bambino, un minore tra i tanti in stato di abbandono, che potrebbe avere una chance in più e dunque avere qualcuno che si prenda cura di lui.”

Forum Famiglie: "Prioritario il diritto del bambino ad avere un padre e una madre"

«I casi eccezionali, già oggi previsti dalla legge, che consentono l’adozione di minori da parte di adulti single devono restare, appunto, delle eccezioni, e non diventare un improprio grimaldello per reclamare un’allargamento delle maglie della legislazione». Così commenta Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari.
In Italia, ricorda Belletti, «c’è una grande abbondanza di coppie che hanno intrapreso la via dell’adozione. Molte di più di quante siano le concrete possibilità di completare le procedure di adozione un bambino, in Italia o all’estero.
«Con l’adozione si vuole restituire una genitorialità piena, con un papà e una mamma, a bambini già duramente provati dalla vita e che hanno il diritto di crescere ed essere educati in una famiglia. Il diritto del bambino deve essere messo al primo posto rispetto al desiderio degli aspiranti genitori.
«I bisogni di un bambino senza famiglia esigono le migliori condizioni possibili. Alla società spetta di garantire queste condizioni e certamente la presenza stabile di un padre e di una madre è fattore fondamentale per il futuro benessere di quel bambino. In situazioni particolari – in quei casi speciali che già la nostra legislazione ammette – si può riconoscere l’adozione di single, ma queste situazioni sono e devono rimanere “speciali”. Il diritto generale» conclude Belletti «deve puntare a dare al minore un padre ed una madre che si curino di lui».
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