Heidi, l’immarcescibile

Heidi.jpgSì proprio lei, la paffuta bimba montanara che ci allieta l’esistenza da circa 30 anni.
Guardare Heidi con Carlotta (che ha quasi quattro anni) mi provoca ogni mattina sensazioni sempre nuove.

Mi ricordo che quando avevo cinque anni facevo le corse per tornare dal parco in tempo per vedere la puntata di Heidi, che era alle 17.00. Dopo la corsa a casa, Heidi, pane e marmellata e poi di nuovo fuori a giocare, a Heidi naturalmente (per la cronaca, a me toccava sempre fare Clara in quanto bionda e con i capelli lunghi, a mia cugina invece toccava l’immane compito di spostare la mia sedia senza rotelle in giro per casa).

Adesso sono mamma, mamma di una figlia che è, per alcuni tratti, più femmina di me e che quindi non può non adorare questo cartone animato. Ed è così che adesso appena ci svegliamo è una corsa per non perdere la puntata, che ci godiamo appieno mentre facciamo colazione.

Che gioia rivedere nei suoi occhi di bambina le mie emozioni di ex bambina e assaporare i tanti quesiti sulla vita di questa piccola montanara dai rossi pomelli:

– "Mamma perché Heidi piange?"
– "Perché è felice per Clara, tesoro."
– "E perché è felice per Clara, mamma?"

– "Perché forse Clara cammina."
E perché… e perché… e perché?

La vita ci cambia e ci trasforma ma per restare bambini a volte basta poco. Provate a non cantare se vi do l’attacco: "Heidi, Heidi, il tuo nido è sui monti".

 

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