Amore mio, mancano poche ore

Amore mio, ti scrivo perché è arrivato il momento che o ora o mai più.

Tra pochi giorni o forse poche ore sarai tra le mie braccia e io ho ancora bisogno di un po’ di tempo per raccogliere le idee e parlare con te attraverso il pancione in quel linguaggio speciale e solo nostro.

Sono trascorsi due mesi dal giorno in cui siamo entrati nella nostra nuova casa, nuovamente in Italia. Dire che sono trascorsi non è proprio esatto, direi piuttosto che sono volati.

Il tuo papà ha iniziato con entusiasmo e una rinnovata luce negli occhi il suo nuovo lavoro, abbiamo sistemato il nostro nido che ci vedrà diventare una famiglia, abbiamo trovato un’ostetrica che è un angelo, fatto nuove amicizie, frequentato un bellissimo corso preparto.

Purtroppo abbiamo anche affrontato qualche prova dura e dolorosa tra cui l’incidente d’auto di tuo nonno Federico – il papà di papà – e l’infarto di nonno Ivo – il mio papà.

Fortunatamente entrambi ora stanno bene e io so che in questo tu c’entri sicuramente qualcosa.

La tua mamma ha avuto qualche piccolo problema, niente di grave, soltanto un aumento di pressione forse dovuto alla stanchezza e alla tensione di questo periodo così intenso ma di cui tu, fortunatamente, non hai risentito.

Questo ci ha precluso la possibilità di un parto in casa come avremmo voluto ma lo stesso la nostra ostetrica Ilaria sarà con noi in ospedale quando nascerai piccola mia.

Già, piccola mia. Sei una bimba… Te l’avevo detto che la coerenza non era il mio forte e così quando sono stata ricoverata per via della pressione alta ho deciso di farmi rivelare il sesso, anche se ero certa che dentro di me ci fosse la piccola Sveva.

Non dimenticherò mai la reazione di tuo padre quando l’ho chiamato dall’ospedale e gli ho detto "Sveva sta bene". All’altro capo del telefono un’esclamazione: "Ohmadonna" e poi il silenzio intervallato soltanto da risatine di felicità, la felicità di quel padre che tanto desiderava che tu fossi femmina.

Manca pochissimo amore mio.

Giovedì 7 maggio, se il travaglio non partirà prima spontaneamente, ci faranno un’induzione. È più sicuro per entrambe, per non rischiare che la pressione si alzi nuovamente e che insorgano problemi.

Io ci spero ancora che tu esca da sola; c’è una dilatazione, abbiamo fatto lo scollamento delle membrane e io sto provando tutto ciò che di naturale c’è per far partire il travaglio.

La verità è che ho paura dell’induzione.

Non per me ma per te. Temo che tu possa soffrire, che le contrazioni ti sorprendano troppo forti quando ancora non sei pronta, temo che tu possa avere una nascita traumatica.

Ma ti prometto, tesoro mio, che ce la stiamo mettendo tutta per riuscire ad ottenere ciò che vogliamo compatibilmente con la situazione.

Ci sarò io che ti proteggerò come soltanto una mamma sa fare, come ho imparato a fare in questi 9 mesi.

Ci sarà il tuo papà che non ti lascerà nemmeno un secondo dal momento in cui nascerai.

Ci sarà Ilaria, accanto a noi per tutto il tempo.

Dovrai mettercela tutta anche tu e forse non sarà una passeggiata ma credimi, faremo di tutto per dimostrarci un papà e una mamma alla tua altezza.

In questi mesi, nonostante i casini, il trasferimento, il trasloco, i problemi, tu sei stata splendida, facendoti sentire ogni volta che avevo bisogno di sentirti, dormendo tranquilla quando avevo bisogno di rannicchiarmi un po’ nel mio angoletto per riflettere e scacciare la malinconia e la paura che potesse succedere qualcosa ai tuoi nonni.

Sei una bambina speciale e non soltanto perchè sei la nostra bambina ma perchè l’hai già dimostrato in tanti modi ancora prima di nascere.

Avrei voluto dirti e raccontarti tante cose in questi due mesi, pensavo avrei avuto tutto il tempo e invece il tempo mi è scivolato via dalle mani senza che potessi far niente per fermarlo.

Ho voglia di conoscerti, di vedere se assomigli all’immagine che ho di te, di dirti che ti amo guardandoti negli occhi, di vedere gli occhi di tuo padre che si perdono nei tuoi, di sentire il tuo profumo, accarezzare la tua pelle morbida, attaccarti al mio seno, sentirmi pervadere da un sentimento che ora posso soltanto immaginare.

Ho voglia di vederti minuscola tra le braccia immense di tuo padre, di commuovermi nel rivedere me bambina e tuo padre bambino in te quando saranno i tuoi nonni a tenerti in braccio, ho voglia di mettermi a ridere commuovendomi di fronte ai versetti di Nonna Nadia e nonna Luisa, di farti conoscere i tuoi magnifici zii Alain ed Elena, i prozii Gianni e Teresa, il tuo cugino "Senior" Gabriele e una pro-prozia un po’ bisnonna, zia Elda.

Sono pronta amore, sono pronta e spero tanto che lo sia anche tu.

Le contrazioni si stanno facendo un pochino più forti e forse chissà, stanotte sarà quella buona, quella in cui chiamerò tuo padre e gli dirò che è ora. Prenditi il tuo tempo, mancano tre giorni a giovedì, possiamo farcela a nascere – tu come figlia ed io come madre – senza l’intrusione di nessuno, se tu lo vuoi.

Come direbbe papà, comunque vada sarà un successo. E lo sarà, stanne certa.

A presto piccola mia, la prossima volta che ti scriverò sarà per raccontarti come sei nata e come – insieme a te – siamo rinati noi.

Ti amo

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