Storie straordinarie di vita normale

world1.jpgL’immigrazione è uno dei fenomeni sociali mondiali più complessi e discussi degli ultimi anni, anche se non si tratta di un fenomeno recente; pochi sanno che il più grande esodo migratorio della storia moderna è stato quello degli Italiani nel mondo, fin dal 1861.

Oggi, in un’inversione di tendenza, sono 3 milioni e 700 mila gli immigrati regolari arrivati nel nostro Paese: ognuno con una storia, una cultura, una vita alle spalle.
Un numero altrettanto cospicuo di persone arriva, al contrario, irregolarmente, affrontando i famosi "viaggi della speranza".
Viaggi che non tutti portano a termine, il numero di dispersi non è quantificabile e, purtroppo, tra di loro spesso ad avere la peggio sono anziani, donne e bambini.

Le cronache dei nostri giorni ci raccontano storie atroci di violenze, di incapacità di adattamento alle tradizioni del nostro paese ed è inutile elencare tutte le notizie che giornalmente ci arrivano dai diversi canali d’informazione sui vari reati, che hanno un’aggravante "etnica", perché commessi da stranieri.
Se ne parla in ogni luogo: in televisione, al bar, nelle scuole, al mercato.

Si discute sulla sensazione di insicurezza che lo straniero ci comunica, sul presunto pericolo che rappresenta, come se la violenza avesse una "razza", una collocazione geografica rintracciabile, come fosse colpa del DNA.

E allora in questi giorni dovremmo fare uno sforzo e cambiare il nostro punto di vista, dovremmo provare a spostare l’attenzione su tutti coloro che, nell’ombra, vivono accanto a noi silenziosamente, senza clamore, nella legalità; anzi, distinguendosi per il loro impegno, per le loro storie, le loro capacità, la loro tenacia.

Tutti quelli che non fanno notizia.

Edward "Eddie" Gardner.
Eddie è ghanese, ha 53 anni, da venti vive in Italia e lavora come magazziniere.
Quando non lavora frequenta un parco a Milano: va a parlare con i ragazzi, cercando di fargli capire che usare droghe è sbagliato. Lo fa da 20 anni, ormai.
È una persona scomoda, ovviamente.
Lo scorso luglio uno degli spacciatori più noti della zona lo aggredisce aiutato da due complici. Gridando "sporco negro" gli spacca in testa una mazza da baseball, tenta di sfregiarlo, lo lascia in fin di vita.
Dopo un’operazione alla testa e più di un mese passato in ospedale, Edward Gardner torna alla sua vita, ma ormai è un simbolo della lotta alla droga. Diventa City Angel onorario e proprio l’associazione di volontari di strada chiede che venga insignito dell’Ambrogino d’oro. Il 7 dicembre, tutta Milano ha applaudito il suo coraggio.

Edison Duraj.
Edison parte, circa 10 anni fa, all’età di soli 9 anni dall’Albania: sale su un gommone, sognando Milano, per cercare fortuna nel paese che spesso vede in tv. Intercettato dalle forse dell’ordine il suo viaggio si ferma sulle coste pugliesi. Viene mandato da un istituto all’altro e al raggiungimento della maggiore età sarà costretto a tornare a casa.
Edison ha un sogno: restare in Italia e aiutare la sua famiglia. La sua storia commuove tanti e da poco è stato assunto da una società leccese attiva nell’ambito del marketing e della comunicazione sociale.
Questo contratto gli permetterà di realizzare il suo desiderio.

Annie Tchappi.
Annie che parte da Yaoundé per Milano con l’obiettivo di iscriversi in un’università italiana. Come capita a tanti ragazzi italiani, nonostante una borsa di studio, deve lavorare in un call center per mantenersi. Riesce a laurearsi e alla fine, dopo vari colloqui, viene scelta come consulente finanziario in una banca milanese.

Tra di loro, c’è chi mette a disposizione tutto, anche la vita: tutti ricordiamo ancora Dragan Cigan, bosniaco, che muore per salvare due bimbi che stanno per annegare nel mare di Jesolo.

E tutti abbiamo davanti gli occhi anche il sacrificio di Iris Palacios Cruz, che una mattina di agosto del 2006 riesce a mettere in salvo dal mare ingrossato all’Argentario la bimba che le era affidata.

Di tantissimi non sappiamo molto: c’è Alì, che da venditore ambulante realizza il suo sogno di diventare un campione del ring, c’é Jon che fa il facchino di giorno e il vignettista di sera.
Ci sono Mirela, Tasha, Petre, Sarr Cheick, e chissà quanti altri nomi, dietro quanti volti si nascondono storie straordinarie di vita normale.

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