Come cresce una mamma: da felino a gabbiano

FelinoSabato mattina la tigre si è alzata con me.
Mi sono svegliata da felino, ogni tanto mi succede e devo vedere come dare esito alla giornata.
Ho deciso che avrei iscritto Carla al nido.
Non domani, non la settimana prossima.
Oggi, o meglio ora.
E’ la tigre, non ci posso fare nulla.
Gianni in clinica, mio padre per funghi con la sua auto parcheggiata dietro la mia ed io praticamente appiedata.
Fa nulla.
Vesto Carla e decido di andare comunque, nonostante i 37 gradi perpendicolari al cervello.

Io e la mia piccina entriamo.
"Buongiorno vorrei dare un'occhiata e avere informazioni per il nido".
“Quanto ha?”
“ 2 anni a dicembre.”
“Prego.”

Entriamo nella prima sezione, quella che frequenterà Carla fino a dicembre. Da 12 a 24 mesi.
Carla entra e grida "bibbi, bibbi" inizia a scorazzare su quei tappetoni morbidi, a prendere l’impossibile fra le mani.

Un successo, penso.
E vado con l’educatrice a fare il tour del nido, lasciando Carla con i suoi futuri compagni di viaggio.

Andiamo nella sezione dei grandi, quella dai 24 ai 30 mesi e li trovo tutti come nel mio immaginario deve essere un bambino:
con le mani nella pittura a dito, insieme alle educatrici, tutti sorridenti, tutti felici.

“Come è organizzata la giornata?” chiedo.
“Alle 8 meno dieci c’è l’ingresso. Dalle 8 alle 10 c’è il percorso colore, attività di colore a contatto.
Dalle 10 alle 12 c'è attività motoria sulle piscine di pelle, e i tunnel di gomma.
Alle 12 il pranzo, con menu settimanale consegnato ai genitori, e il cambio pannolini;
non sono ammessi ciucci” (gran cosa, penso)
“Dalle 13 alle 15 c’è il riposo collettivo” e mi mostra una stanza con una trentina di lettini in miniatura.
Mi sembra di essere Biancaneve nella casa dei 40 nani.

“Ma dormono davvero? “
“Sì, dormono, dormono” (e io in testa penso…uhmmm poi saprete dirmi!)

“Dalle 15 alle 17 completamento delle attività didattiche insieme ai più grandicelli (i boss di 30 mesi!) e inserimento dei disegni del bambino
nella sua cartellina
che
vi
consegneremo
a
fine anno…

ecco a queste parole, il mio cuore felino già caricato a salve è esploso.
La mia bocca ha iniziato a tremare e i miei occhi a farsi umidi.
Mi sono odiata, mi stavo mettendo a piangere, che figura di merda di fronte a quella signorina tutta gentile che avrebbe (o ha?) pensato di avere di fronte una di quelle mammone apprensive e un po’ esaurite, dai nervi fragili che pensano che il nido sia una forma di impiego per i minori dei minorenni.

No, al contrario, volevo piangere perché all’improvviso mi sono sentita una mamma.
Mamma di una bambina GRANDE, che fa i disegni e te li porta a casa dicendoti: “questa sei tu”, e ti vedi raffigurata con una stecca breve e due braccia in croce e tanti capelli arruffati…bassa e larga, ovviamente “e questo?”  “questo è papà”, con le stanghette decisamente più lunghe perché lui e alto e grande e buono.

Il felino che era in me è tornato a casa ammaccatissimo, una sorta di gabbiano stanco che aveva capito che il suo cucciolo da lì a poco avrebbe preso il volo.
Mi sono sentita strana per tutto il giorno, ho cercato di metabolizzare quell’emozione, che non credevo avesse su di me un effetto così forte.
Ho cercato di brillare (cioè di deflagrare al sicuro, senza eccessi), parlandone con tutti: con mia madre, con Gianni ma credo che l’unica ad aver colto veramente i miei sentimenti sia stata la madre di Gianni, che mi ha detto: "Carla è diventata grande, dall’anno prossimo comincerà la saga delle recite di fine anno."

E ho riconosciuto nel suo sguardo i miei sentimenti di malinconica euforia.

P.S. 
Dieci minuti dopo l'inizio del mio tour l’educatrice mi ha riportato Carla in lacrimoni disperata, dopo l’eccitazione iniziale di "bibbii bibbi" si era accorta di essere rimasta sola, senza punti di riferimento.
Piccola.

 

Thread pubblicato sul forum di noimamme.it il 20 giugno 2005.

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.