Lettera al Presidente Napolitano

presidentenapolitano.jpgSig. Presidente, ora tocca a noi.

Siamo i genitori dei bambini ai quali questo governo sta trasformando la scuola.
Sta rivoluzionando le loro vite, il loro primo incontro con la cultura, con il sapere, con il percorso che li porterà ad essere gli uomini e le donne del domani, quelli che “faranno” l’Italia, quelli che governeranno questo paese, che decideranno le sorti dell’allora presente e del futuro dei loro figli.

La scuola italiana necessita di cambiamenti, questo è innegabile e ne siamo consapevoli, ma non ha certo bisogno soltanto di tagli alla spesa atti a lesinare sul bilancio dello stato. Con 8 miliardi di euro risparmiati stiamo ipotecando il futuro dei nostri figli, le pare ragionevole come scambio? A noi no.

 

La riforma Gelmini è stata venduta a noi (tramite i media) e a lei (quando ha firmato il decreto) come un ritorno al rigore: voto in condotta, maestro unico, educazione civica, ecc… salvo scoprire chela conversione in legge del decreto, nasconde, fra le pieghe dei suoi articoli, l’attacco più devastante mai perpetuato nei confronti di un’istituzione

Una demolizione senza precedenti, attuata senza passare dal parlamento, senza il confronto con le parti sociali ma soprattutto senza l’istituzione di una commissione di esperti che ci dia garanzie sulla bontà dell’iniziativa e non ultimo, senza sentire noi genitori che con la scuola attuale ci confrontiamo ogni giorno, ne conosciamo i vizi le virtù, le problematiche e i meriti.

Perché in quella scuola, Sig. Presidente, Vi lasciamo ogni giorno una parte di noi, Vi affidiamo le persone più importanti della nostra famiglia e insieme dobbiamo decidere del loro benessere.
Vogliamo contribuire con idee e proposte, vogliamo confrontarci con i suoi ministri, vogliamo poter essere parte integrante di quell’istituzione che, dopo la famiglia, accoglie sin dalla tenera età questi nostri figli.

Il ministro Tremonti ha sentenziato:
“È vero che la scuola primaria funziona, ma è una scuola che non possiamo permetterci perché troppo costosa”.
Non possiamo permetterci una scuola d’eccellenza?
Noi, figli di Dante, di Michelangelo, di Leonardo?
Noi, che in Italia vantiamo il 90% del patrimonio artistico presente al mondo?

L’avevamo capito, Sig. Presidente, che nulla era stato fatto per migliorare la scuola e con queste parole ne abbiamo avuto la definitiva conferma e sarebbe imperdonabile, da genitori quali siamo, non prenderne atto.
Il ministro Tremonti, se è un buon economista, dovrebbe sapere che quello che “investiamo” anche in termini di costi, sui bambini, è un investimento a lungo termine che ci verrà restituito con gli interessi.

La nostra scuola primaria è una scuola d’eccellenza collocata nei primi posti delle classifiche: seconda in Europa e sesta nel mondo, è di questa scuola che possiamo fare a meno?
Vogliamo rinunciare al punto di forza del nostro sistema d’istruzione?
Per quale ragione non sono state affrontate le vere problematiche della scuola italiana?
La scuola secondaria inferiore e quella superiore hanno criticità ben più gravi, è lì che i bambini incontrano il bullismo, è lì che si sente il peso dell’assenteismo di taluni insegnanti, è lì che ci si disperde e si arriva impreparati all’università.

La scuola primaria in questi anni è stata una scuola preziosa, ha risposto più che egregiamente alle nuove sfide educative e formative, ha accolto i bambini con problematiche affiancando insegnanti di sostegno preparati e specializzati, ha ospitato i bambini stranieri e ha dialogato con loro attraverso i mediatori culturali, ha saputo far fronte ai disagi di noi genitori, spesso lontani dalle famiglie d’origine, ci ha dato la serenità di affidare ogni giorno i nostri bambini senza preoccuparci delle insidie del mondo esterno.

La scuola primaria ha allargato gli orizzonti culturali dei nostri figli, ha insegnato loro l’inglese e l’informatica, li ha portati in giro per le città a visitare musei, chiese e piazze, li ha condotti in piscina, in palestra e alle manifestazioni sportive, li ha impegnati in laboratori di teatro, musica e arte, li ha educati al bello, li ha spronati a conoscere altre culture, ad accettare il diverso, a vivere e amare il sapere e la conoscenza.

Ora, dovremmo rinunciare a tutto ciò e casomai decidere di “parcheggiare” (a pagamento) i nostri bambini presso cooperative o baby parking che non saranno LA SCUOLA, che non ci garantiranno una continuità d’insegnamento con le 24 ore del mattino, che non avranno una programmazione didattica ma, non potendo rinunciare al lavoro, dovremmo accettare silenti che questo scempio fagociti le nostre vite.

Oppure, chi potrà permetterselo, per non sacrificare i propri figli(perché di sacrificio si tratta) potrà rivolgersi alle istituzioni private che garantiranno invece una formazione di qualità, che non si limiti alle materie di base, che vada oltre l’insegnamento del minimo delle conoscenze ma sfrutti l’intera giornata dell’alunno.

Otterremo una scuola che aumenterà il divario sociale fra chi potrà garantire l’eccellenza e chi si dovrà accontentare della scuola pubblica, come se pubblico necessariamente diventasse, come è già stato per la salute, sinonimo di mediocrità.

Un accenno per la scuola dell’infanzia, quella che vide impegnati fra gli altri Maria Montessori e Loris Malaguzzi, fiore all’occhiello dell’istruzione Italiana, invidiata in tutto il mondo e presa come modello educativo e formativo, anche questa scuola avrà come obbligatorietà solo l’orario antimeridiano, verrà demolita nella sua evoluzione giornaliera. E i nostri bambini di 3, 4 e 5 anni, dove li lasceremo nel pomeriggio?

La scuola, la cultura, la formazione devono essere la priorità per un paese moderno, la crisi economica non può intaccare le radici dell’essere umano, non ci può consegnare una scuola mediocre per rientrare nei bilanci dello stato, non può decidere di passare sopra le nostre vite.

Ci rivolgiamo a lei Signor Presidente,
padre, nonno e uomo di cultura,
ci rivolgiamo a lei citando la costituzione che all’articolo 9 recita così:
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Ecco, la tutela della cultura inizia dalla scuola, non diamola in pasto ai giochi di potere.

Noi sappiamo che Lei è molto rispettoso delle istituzioni, dei compiti del Parlamento e delle scelte di Governo, e la nota emanata in data odierna dal suo ufficio ce lo ricorda ma questa volta Le chiediamo di rispettare l’Istituzione per eccellenza:

I NOSTRI FIGLI

 

Link: www.retescuole.net

 

 

 

Mandiamo tutti una mail a questo indirizzo: https://servizi.quirinale.it/webmail/ con questo testo: 

Egregio Presidente Napolitano, sono un genitore preoccupato per il futuro scolastico di mio figlio, pertanto le chiedo di non firmare la legge di conversione del decreto Gelmini.

Lei, sappiamo, è un uomo rispettoso delle Istituzioni, dei compiti del Governo, del Parlamento e dei suoi Ministri, questa volta le chiediamo di rispettare l’Istituzione che per eccellenza regna sovrana, non il popolo ma il futuro dei nostri figli.
Facciamo appello a Lei, uomo di cultura, padre e nonno.

Legga questo link, è questo che pensano i genitori della riforma (e chi non la pensa così, lo sa benissimo, non è informato e pensa si tratti di rigore, grembiulini, voto in condotta)
https://noimamme.it/Mi-manda-noim…tano.html?ac=0

Quali che siano i suoi poteri, lei può darci voce, non taccia su un argomento così importante, si tratta dei nostri bambini e non c’è rispetto per le istituzioni che tenga perché loro sono l’istituzione più importante.

 

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