La restaurazione della scuola su modello Gelmini

scuola.jpgCarissimo Ministro Gelmini,
ancora pochi giorni e sapremo che ne sarà di noi, dei nostri bambini del 2003 che inizieranno l’anno scolastico 2009/2010 in odore di "restaurazione modernizzatrice". Per ora è una babele, quel che è certo è che ci saranno tagli alla spesa misti ad un ritorno al passato.

Ma Lei e il suo entourage vi siete forse chiesti che ne sarà della tradizione di una scuola, quella primaria (ei fu elementare), fiore all’occhiello del percorso scolastico italiano?
L’economia del paese è forse in ginocchio a causa dei troppi maestri o per colpa di questi nostri scolaretti pretenziosi e dei loro genitori esosi che reclamano una proposta educativa ricca e articolata nella scuola pubblica?

Abbiamo capito, lei è in linea col resto del suo governo per il quale la parola d’ordine è:
a tutti i problemi del popolo vendiamo semplici soluzioni e a basso prezzo.

Che stupidi a non averci pensato prima.
I maestri costano troppo? Si passi al maestro unico e diamo il via agli esuberi.
Il bullismo dilaga? Si ritorni al voto in condotta.
Troppe diversità socioeconomiche fra gli alunni? Indossino il grembiule e la divisa.

Mancano solo le punizioni corporali, ma non è escluso che tra qualche anno non siano più reato. Semplice, come l’abolizione del falso in bilancio.
E basta con la pedagogia moderna che ha rovinato la nostra gioventù, reagiamo al "nullismo" sessantottino e ristabiliamo autorità, rigore e disciplina.
E basta con gli esami facili e i diplomi per tutti, si ripristinino il merito e la severità di una scuola che sappia farsi rispettare (battaglie che volendo potrebbero essere condivisibili Sig. Ministro, anche da noi genitori, però dopo la scoperta che anche lei si è infilata tra i furbetti che cercavano l’esame facile a Reggio Calabria, come spiegheremo ai nostri figli da che pulpito vien la predica?).

È forse cercando la soluzione facile che non si è confrontata con quel che succede fuori dall’Italia?
È probabilmente perseguendo la via più breve che non ha pensato minimamente a cosa sia meglio o peggio per i bambini?
Ma è vero che non ha ritenuto opportuno confrontarsi con gli insegnanti?

O il physique du rôle da maestrina con la penna rossa, in epoca di restaurazione modernizzante, basta ed avanza?

Ma veniamo ai punti salienti della sua riforma, Ministro, che riguardano la scuola primaria.

Il famigerato "maestro unico"
Ammesso e non concesso che per i bambini un unico riferimento educativo possa essere "la semplice soluzione" al disorientamento dei futuri adolescenti bulli, qualcuno potrebbe spiegarci perché prima non li formiamo questi benedetti maestri tuttologi e superpreparati e poi li diamo in pasto ai bambini? (un piacere personale, ci dovrebbe comunque spiegare chi è il genio che le ha suggerito che dai 6 ai 10 anni si avverta il bisogno di un’unica figura educativa di riferimento perché io e mio marito ce la stiamo giocando al photofinsh la nomination di "educatore unico famigliare")

Quale insegnante oggi (magari diplomato con il vecchio ordinamento che prevedeva una scuola magistrale di 4 anni) è in grado di insegnare musica, informatica e storia dell’arte, oltre alle materie che con il sistema "modulo" aveva per anni trascurato?

Ah, ecco, ora ci è chiaro, queste "materiucole" spariranno per rendere il tutto più "funzionale all’innalzamento degli obiettivi di apprendimento, con particolare riguardo all’acquisizione dei saperi di base", via storia dell’arte e visite ai musei, e chi se ne frega se in Italia è stipato il 90% del patrimonio artistico mondiale, verranno i bambini dell’Uganda, ci auguriamo, in gita a Roma.

Ma ha valutato l’ipotesi che il maestro unico si ammali? Le classi rimarranno scoperte per tutte le materie. Come si gestiranno le supplenze?
E le compresenze? Quelle che garantivano la divisione degli alunni in piccoli gruppi atti anche a recuperare gli allievi rimasti indietro col programma? (perché pare esistano bambini extracomunitari che hanno difficoltà linguistiche, quelli che nei tempi d’oro erano seguiti dai mediatori culturali, che presumo spariranno)
Stendiamo un velo pietoso sui laboratori, che diverranno impossibili soprattutto laddove le classi dovranno essere di 30 bambini.
Non addentriamoci poi nella questione attività esterne: se quelle interne saranno improbabili (oltre le materie di base), quelle esterne risulteranno impossibili.

24 ore settimanali
Si dice nel decreto che è preferibile vi siano classi funzionanti solo 24 ore settimanali e non di più, per gli altri moduli (le 27 o le 30 ore – più le 10 ore del decreto 59/2004 – comprensive della pausa mensa) è "aperta la possibilità di una più ampia articolazione del tempo scuola interagibile con le risorse disponibili presso la scuola."
Come a dire: io i fondi ve li taglio, voi dirigenti e genitori, se volete il tempo pieno e prolungato chiedete agli insegnanti di fermarsi oltre l’orario di lavoro, oppure, soluzione semplice (in linea con tutto il resto, lei è di una coerenza che fa paura Sig. Ministro) si potrà introdurre un doposcuola a pagamento, chi può si ferma, chi non può torna a casa e mamma smette di lavorare, com’era "una volta" (quando si stava meglio, s’intende), così restauriamo anche la famiglia come si deve.

Si vocifera che per noi madri degeneri costrette a lavorare i nostri figli verranno affidati a cooperative per le quali le assunzioni non prevedono concorsi, non presumono regolamentazioni precise in merito ai requisiti, non si va sul sottile con i curricula. Lei si rende conto che in tale maniera si potrebbero infiltrare (più facilmente che nella scuola) personaggi di dubbia moralità interessati ai nostri figli non per l’aspetto educativo?
Questo l’ha valutato Sig. Ministro?

A farne le spese come al solito i bambini più sfortunati, quelli che non hanno alle spalle una famiglia che li possa educare al "bello", che non possa garantire la visita al museo, la prima a teatro, il concerto all’auditorium o la partecipazione alla manifestazione sportiva; attività che la scuola primaria più o meno garantiva a tutti. Per questi sfortunati rimangono vacanti i posti di veline e tronisti, la partecipazione come NIP all’isola dei famosi o, ai più fortunati, un posticino fra il pubblico di Amici.

Vede Mariastella,
esclusa la possibilità che questa riforma sia atta a migliorare la scuola primaria (che per altro, lei lo nega ma funzionava benissimo) non la si percepisce nemmeno come una seria manovra di austerity studiata a tavolino per risparmiare sulla scuola, pare invece un chiaro messaggio politico (se preferisce "propaganda" tanto per rimanere in tema) di pulizia e chiarezza a cui seguiranno altri interventi e che riguarderanno altri settori.

Si tranquillizzino i genitori che adesso ci pensa la scuola ad educare ma non a ex ducere che sa di educazione libertaria ma a in duce(re), perché ognuno dentro di sé ha un piccolo balilla che reclama garanzie.

PS
Si ricordi di diffondere in tutti i reparti maternità un piccolo manuale bislacco leggibile in due ore: "Fate la nanna" di tale Estivill (non mi chieda i titoli accademici che non ne ha e non ne servono), si comincia dai primi giorni di vita a trovare soluzioni semplici e regolatrici, buone per tutti e che ripristino l’ordine, il rigore, la disciplina.

Sua non votante
Paola Maffina

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