I Gormiti non sono brutti

gormiti.jpgLa prima cosa che pensi è: i Gormiti sono brutti.
La seconda cosa che pensi è: devo proteggere mio figlio da un’iniziativa biecamente commerciale studiata a tavolino.
La terza cosa che pensi è: non posso resistere, li desidera troppo, mi tocca comprarli. In fondo, costano solo due euro, che sarà mai?

… Sarà che hai dato inizio all’invasione.

I Gormiti, gli invincibili signori della natura, stanno per travolgerti.
Si tratta di curiosi personaggi ispirati a fauna, flora e roccia, suddivisi per popoli dai caratteri facilmente riconoscibili: terra, foresta, mare, aria, vulcano, luce, tenebre.
Vivono (o almeno lì vivevano prima di invaderti casa, s’intende!) nell’isola di Gorm, dove per più di una generazione si sono dedicati all’eterna lotta fra il bene e il male, usando l’uno contro l’altro armi degli elementi tipici del loro popolo, quali spore letali, potere della combustione, velenoso vapore.
Già questo pare pregevole alla mamma dubbiosa: sono truculenti quanto basta per un bambino di 4-7 anni, ma combattano senza troppo realistici bazooka e la morte è come messa fra parentesi, tanto più che, all’occorrenza, c’è un Vecchio Saggio che può farli risorgere con il rituale dell’Eterno Risveglio.

Se poi ti informi, scopri che i Gormiti sono un prodotto italiano. Il loro inventore, Leandro Consumi, è un ex ragazzo della tua età che ha cercato lavoro nella fabbrica dei giocattoli ed è riuscito a convincere chi la gestiva che il suo sogno poteva essere regalato a tanti bambini; con profitto, ma con quel pizzico di fantasia e magia che può fare la differenza.

Fin qui, sei rassegnata. Al massimo, sei lievemente compiaciuta di sostenere l’economia nazionale con i tuoi due euro, che per altro si moltiplicano sino a raggiungere cifre di tutto rispetto, mano a mano che lo spirito del collezionista si impossessa di tuo figlio.

Accade però che, a furia di descrivere le mitiche imprese dei Gormiti leggendo le carte incluse in ogni confezione, ti immedesimi. Nel simulare i duelli con tuo figlio sei più convinta ed entusiasta. Se lui ruggisce brandendo il perfido Obscurio, nel parare i suoi colpi ci metti davvero l’eleganza di Nobilmantis, signore dei mari.
Incredibile ma vero, finisci per trovarli belli o almeno non così brutti come al primo impatto.
I nomi di Paludis, Muschiantico, Tentaclos, Fossil, Mimeticus, ti diventano familiari. Presto fra le mura domestiche vieni chiamata “mammus rompinum”, forse in onore del latineggiante Malvagius, pensi alla suocera come a Linguacida e persino il nonno si diverte a coniare un poco ecologista e immaginario Ammazza-alberi del popolo della foresta, pur di suscitare l’indignazione del nipote, ormai esperto in scienza gormitica.

Che casa tua sia una colonia di Gorm lo decreti quando la serie Mythos, dotata di trasparenze, mutazioni e fosforescenze inattese, entra a far parte della vita quotidiana.
Ed ecco che per il bagnetto è richiesto il popolo del Vulcano (in acqua calda da rosa intenso diventa bianco), per lavarsi le mani il popolo del mare (in acqua fredda da bianco diventa azzurro). Quando c’è un raggio di sole trovi allineato davanti alla finestra il popolo della luce a colorarsi di giallo, quello delle tenebre a colorarsi di viola. La notte, poi, immancabile, nel letto del tuo primogenito c’è una truppa di creature di vari popoli accomunate dalla facoltà di brillare nel buio.

L’ultimo stadio dell’invasione lo raggiungi quando trovi normale tutto ciò e ne sei pure felice, perché nel far parte dei giochi di tuo figlio, tutto sommato, stai giocando anche tu.
Insomma, lunga vita agli invincibili signori della natura e a quella parte di ogni genitore che è rimasta bambina.

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