Disturbo post traumatico da stress

Gent.ma Dottoressa,
ho 33 anni, un meraviglioso figlio di 3 e sono alla 15ma settimana di una gravidanza desiderata arrivata subito. Purtroppo ho avuto una minaccia d’aborto alla 8a settimana e adesso ‘combattiamo’ contro un ematoma amniocoriale che non sembra volersi riassorbire.
Il mio problema è che non riesco più a gestire la mia ansia che nella mia vita è diventata praticamente cronica. Ho iniziato a soffrire di crisi di ansia a 14 anni e continuo a trascinarla alternata ad attacchi di panico, paure di ogni tipo e rituali scaramantici che sfiorano il patologico.
La mia prima gravidanza è terminata in un uovo chiaro: è stato un trauma. Il bambino desiderato, pensato e atteso non c’era più, o forse non c’era mai stato nonostante la pancia crescesse. La seconda gravidanza, fortunatamente terminata bene, è stata accompagnata dall’incubo perenne di perdere nuovamente un figlio desideratissimo.
A distanza di quasi un anno dopo la nascita, la depressione e l’ansia: ero isterica, acida, intrattabile con il mio compagno e credevo che ogni capriccio o richiesta di mio figlio fossero fatti a dispetto, che me lo facesse apposta per farmi arrabbiare. Mi sono curata con Effexor per 8 mesi e sono stata meglio.
Nel frattempo continuavano i miei problemi con mio padre: un rapporto deteriorato, in cui nessuno dei due è mai riuscito a trovare la chiave di volta per farsi capire dall’altro. Mio padre viveva con la sorella e una nuova compagna da ormai 8 anni e non ci vedevamo e sentivamo praticamente più. Da amici comuni ho saputo che aveva un tumore, curabile, ma dannoso per un cardiopatico quale era. L’ho ricontattato, ho promesso di andarlo a trovare ma che mi occorreva del tempo per ‘affrontarlo’ ma lui è morto prima che potessi fare questo passo.
Ed è morto 10 gg dopo aver scoperto che ero incinta.
Dopo 15 gg dal suo funerale è arrivata la minaccia d’aborto, poi questo ematoma che rischia di portarsi via il mio bambino. Adesso mi sembra di impazzire: nessuno mi può dire che tutto andrà bene, io ho terrore di perdere un altro bambino e di affrontare un nuovo lutto. Non riesco a pensare positivo e ascolto e analizzo ogni minimo segno del mio corpo in modo quasi maniacale. Ogni perdita ematica mi spinge nel baratro e non riesco a pensare ad altro, non riesco a concentrarmi, non riesco a godere della mia famiglia, del mio presente perché sono completamente proiettata ad esorcizzare un nuovo aborto.
Mi dia un aiuto la prego.
Grazie infinitamente per l’attenzione.
Elisa

Gentile Elisa,
ciò che le sta capitando è un chiaro disturbo post-traumatico da stress; con la sua ansia, che ha raggiunto come lei dice, livelli intollerabili, cerca soltanto di "evitare" il peggio, quel peggio (cioè
la morte, la distanza, la non presenza), che altre volte non è riuscita a evitare.
Tutto questo a grande prezzo, a prezzo di rituali estenuanti e a prezzo di una vita impoverita.
E invece, in questi giorni di attesa, ha bisogno di poter vivere appieno la sua vita, e di poter vivere con la maggiore serenità possibile la gravidanza di questo nuovo piccolo, che arriva nella sua vita per portare una nuova gioia.
Le consiglierei di rivolgersi  a un terapeuta che possa aiutarla con tecniche "dolci", tipo la mindfulness, o qualche seduta di emdr, a gestire il presente e a poter "chiudere il cerchio" sugli eventi di perdita precedenti.
Un saluto,
e un bocca al lupo.

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