Gentilissima dottoressa,
ho una bella bimba di 2 anni nata con taglio cesareo di urgenza.
Ultimamente mi sto chiedendo se alle modalità della sua nascita possano ricondursi alcuni suoi comportamenti e se sì come intervenire.
In pratica, appena nata, la bimba è stata subito letteralmente disperata: non faceva altro che urlare, si riusciva un po’ a calmarla attaccandola al seno e
facendola dormire sul mio petto.
Tornati a casa, la bimba dormiva solo a pancia giù, in uno spazio molto piccolo (nella culla non stava).
Col tempo, colpa anche delle coliche, ha sviluppato un attaccamento nei miei confronti eccessivo: non potevo allontanarmi per più di un’ora che erano urla,
si faceva mettere a letto solo da me, voleva stare sempre in bracco, piangeva se un estraneo le rivolgeva la parola…
Ora le cose sono migliorate, ma è sempre una bimba molto timida, non si difende dagli altri bambini e non lega con loro, è molto diffidente con gli estranei.
Per andare a letto non si addormenta se noi la lasciamo, ma vuole favole e canzoncine; insomma, è molto insicura.
Mi sono sempre chiesta il perché di queste sue paure (è una bimba molto amata, ha entrambi i genitori molto presenti, abbiamo sempre cercato di rassicurarla)
ed, ultimamente che aspetto un altro bimbo ed ho paura di dovere riaffrontare tutto daccapo, mi sto chiedendo se le sue paure possano risalire ad un trauma e
l’unico trauma che mi viene in mente è appunto il cesareo.
Cosa ne pensa? Ho cercato notizie in proposito, ma non trovo nulla.
Come posso aiutarla eventualmente a superare il trauma?
Scusi per la lunghezza della mia domanda, ma, per quanto possibile, ho cercato di spiegarle al meglio la situazione.
Grazie e cordiali saluti.
Cara Paola,
la vita prenatale e il momento del parto sono una parte ancora poco esplorata ma sicuramente importante della nostra vita.
In particolare, il parto difficile per motivi di salute provoca grande trasmissione di ormoni "della paura" e "del dolore" tra mamma e bambino.
Quindi può essere plausibile che il parto difficile per tutti e tre sia stato una "prova" da affrontare.
E che abbia lasciato dei ricordi che col tempo si sono "bloccati" e non sono stati elaborati.
Un po’ come se, anche a distanza di tempo, rimanesse in sospeso il ricordo del parto traumatico e delle vostre paure.
In genere, per questo tipo di problematiche correlate alla sicurezza, gli psicologi dell’età evolutiva o gli psicoterapeuti sia di orientamento sistemico che
cognitivista lavorano coi genitori in primis, per rinforzare in loro le loro capacità "rassicuranti" e la loro sicurezza.
Solo dopo un lavoro coi genitori, può essere necessario vedere i bambini.
In questo caso e vista la nuova gravidanza, le consiglierei di rivolgersi a un terapeuta (magari anche esperto di emdr, una tecnica che permette di elaborare
i traumi) e di esporre quanto mi ha scritto, in modo da vivere il nuovo parto in modo più sicuro e da affrontare le richieste di sicurezza della bambina con
dolcezza e sicurezza personale.
Un grande in bocca al lupo.
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