Verdura? No grazie!

Buongiorno dottoressa, la interpello per chiederle un suggerimento comportamentale in merito a mio figlio di 2 anni e mezzo che non solo non mangia verdura ne frutta ma si rifiuta categoricamente di assaggiarle. Le premetto che è un bimbo molto sveglio, ora si esprime molto bene per la sua età, anche in merito alle sue emozioni. Ha sempre, davvero sempre avuto un carattere determinato, piuttosto testardo in alcune situazioni. Noi tutti in famiglia divoriamo letteralmente frutta e verdura, fino ad un anno di vita mangiava persino i cavoli. Con l’inserimento al nido ha smesso tutto persino le patate. Da qualche giorno le maestre gli negano qualche attività nella speranza che provi ad assaggiare, ma lui piuttosto che sforzar si rimane in castigo. È un bimbo che ha paura del buio e ieri sera non ha assaggiato nulla perciò ho deciso di metterlo nel suo lettino nella sua camera dopo le 19 al buio, ha pianto disperato ma non ha ceduto. Sono disperata anche perché devo spesso diversificare i menù in cucina, ma non lo trovo corretto. Vorrei sapere se ha qualche suggerimento da darmi e se secondo lei posso riproporre questa punizione ed oltranza, ogni sera fino a che non cede lui. Temo che diventi un adulto che non mangia proprio ortaggi. Ha, dimenticavo di dirle che in quelle rare occasioni nelle quali ha messo sulla punta della lingua qualcosa poi a vomitato tutto ciò che aveva mangiato in quel pasto, sembra tanto un problema psicologico. Grazie infinite


 

 

Il momento del pasto, sia nel bambino che nell’adulto, deve essere una occasione di convivialità e di piacere, non di scontro e contrapposizione psicologica. Ogni forzatura è, pertanto, controproducente e ottiene sempre l’effetto contrario rispetto a quanto si desidererebbe. Cosa fare allora? Intanto, per la verdura, se il bimbo ama i succhi di frutta e i frullati o anche semplicemente lo yogurt alla frutta potresti mischiare carote e finocchi in piccole quantità crescenti nel tempo di questi due ortaggi a pezzi di frutta da mettere nel frullatore oppure frullare gli ortaggi e aggiungerli poi a pezzettini di frutta tipo macedonia oppure anche a piatti salati come passato di lenticchie o pastina. Le carote, anche centrifugate, vanno benissimo con la spremuta di arance o di mandarini. La verdura cotta come cavoli o bieta o scarola o spinaci può essere mascherata assieme alle patate a formare polpettine da infarinare e mettere al forno o cuocere in padella con olio e limone. Bisogna comunque sapere che se il bimbo accetta la frutta, in qualsiasi modo, frullata, centrifugata, cotta, a macedonia o anche sotto forma di gelato o di ghiacciolo o anche mischiata allo yogurt o ad una crema fatta in casa con uova, latte e zucchero può tranquillamente sostituire le verdure che una percentuale altissima di bimbi non ama nei primi anni di vita. Altro particolare: spesso i bambini piccoli sono selettivi sui colori e non amano le verdure verdi mentre con qualche stratagemma riuscirebbero a mangiare quelle di altri colori. A volte, lavorando di fantasia e inventando una favoletta i cui personaggi sono rappresentati da ortaggi o verdure, presentando il piatto in modo spiritoso, magari con un pezzettino di verdura nascosto in un pezzettino di formaggio cremoso o di prosciutto qualcosa si riesce a fare. Sicuramente, però, nulla si ottiene con la contrapposizione delle forze. Forse il suo atteggiamento all’asilo riflette un rifiuto di rimanere a mensa: un modo per richiamare l’attenzione degli adulti sul suo disagio e di far capire il suo desiderio di mangiare a casa o semplicemente di tornare a casa dopo alcune ore trascorse in comunità. In fondo ha solo 2 anni e, pur capendo le esigenze di una famiglia moderna per problemi di lavoro dei genitori, è anche vero che fino a 3 anni almeno i bimbi stanno bene a casa loro o comunque si giovano della compagnia dei coetanei per poche ore, non per più di mezza giornata. Io ti consiglio proprio di non punirlo né per i suoi rifiuti alimentari né tantomeno per la sua paura del buio! La crescita e la pazienza gli faranno superare nel modo migliore questo suo periodo caratterizzato da un atteggiamento di opposizione a tutte le regole che si cerca di imporgli. In fondo devono solo passare questi terribili due anni, famosi per i loro “no” a oltranza per tutto quanto si desidera imporre loro, ma, ti assicuro, solo transitori. Quando il bimbo imparerà a parlare bene e diventerà padrone del suo linguaggio, si esprimerà a parole, diventerà più sicuro di sé, si farà capire più agevolmente, si sentirà soprattutto più capito di ora e il suo carattere migliorerà. Dagli tempo e fiducia. Sii paziente e disponibile. Impara a capirlo e ad ascoltarlo. Solo dopo potrà venire l’educazione intesa in senso tradizionale. Ora limita i divieti ai comportamenti rischiosi o francamente fastidiosi: i no che non si possono proprio evitare e cerca un onorevole compromesso per le altre cose. Se è vero, infatti, che i bambini capricciosi hanno bisogno di limiti e dei famosi “no” che aiutano a crescere, è altrettanto vero che le frustrazioni da essi derivanti saranno tanto più accettate quanto più il piccolo si sentirà fondamentalmente capito, amato e accettato, quindi rassicurato sull’amore delle persone che sono oggetto del suo amore e di cui lui ha un bisogno vitale. I no servono, ma devono necessariamente venire dopo i si. Un genitore, per pretendere obbedienza dal piccolo, deve prima essere sicuro di avere dato abbastanza. Prima dare per poter poi chiedere, insomma.


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