Vaccino anti-meningococco B: quali rischi?

Buongiorno Dottoressa Daniela,
La disturbo per una paura che mi fa vivere male.
Premetto che sono una mamma molto ansiosa, vuoi perché attempata (sono diventata mamma a 42 anni!), vuoi perché ho avuto una gravidanza difficile, tra l’altro dopo parecchie difficoltà a rimanere incinta.
Detto questo, ho una bimba sana e meravigliosa di 17 mesi.
Mio marito ed io siamo a favore delle vaccinazioni in generale e, quindi, abbiamo fatto fare alla piccina tutte le vaccinazioni possibili, comprese quelle facoltative. L’ultima, lo scorso 2 dicembre, è stata quella per la varicella.
Rimane da fare quella per il meningococco B, ma non possiamo farla prima di un mese dall’ultima, quindi se ne parlerà dopo le feste.
La paura che ho è che in questo lasso di tempo che ci separa dalla vaccinazione possa contrarre la malattia venendo a contatto con portatori sani (noi stessi potremmo esserlo!).
La domanda è: quali sono le situazioni a rischio da evitare in questo periodo?
E’ vero che basta un portatore sano per contrarre la malattia?
La ringrazio in anticipo e Le porgo i miei migliori auguri di serene festività.
Sabrina

 

Già dopo una ventina di giorni può essere fatta una successiva vaccinazione come il meningococco B, quindi, certa che la tua bimba sia trionfalmente sopravvissuta ai pericoli derivanti dalla diffusione del meningococco B da parte di portatori più o meno sani, ormai puoi tranquillamente vaccinarla! Battute a parte, rispetto alla diffusione di questo batterio, soprattutto nei mesi più freddi dell’anno, i casi di meningite sono rari: se la tua bimba frequenta un asilo nido, per esempio, non è detto che sia stata lei stessa una portatrice sana. Infatti è più facile che uno streptococco dia segni di sé con febbre e mal di gola che un meningococco. La meningite da meningococco, infatti, difficilmente si presenta sotto forma di epidemie proprio perché, affinché si manifesti, è necessario il concorso di vari fattori, da una parte legati al funzionamento del sistema immunitario del soggetto e dall’altra legati alla carica batterica, alla virulenza di quei determinati batteri e, in generale, alle condizioni generali del soggetto al momento dell’infezione o della semplice colonizzazione, per esempio, sulle tonsille. Considera che, sempre nei periodi freddi, i portatori sani di altri batteri potenzialmente responsabili di meningiti come, per esempio, lo pneumococco, di cui esiste attualmente il vaccino, arrivano a rappresentare anche il 70% della popolazione, mentre i portatori sani di meningococco solo, al massimo il 30% ( siccome ne esistono vari ceppi oltre a quello B, la percentuale si riduce ulteriormente), ma solitamente difficilmente superano il 10% della popolazione. I batteri vivono nelle secrezioni soprattutto delle prime vie aeree quindi, se un bambino non frequenta ancora la scuola dell’obbligo, è possibile non farlo frequentare fino all’avvenuta vaccinazione – se proprio i genitori sono così ansiosi -e far fare un tampone faringeo agli adulti che sono a più stretto contatto con il piccolo come parenti, baby sitter o altro. Siccome, però, questi batteri, in ambiente asciutto e secco hanno vita breve, in caso di portatore sano basterebbe evitare contatti troppo stretti, abbracci, baci, utilizzo comune di bicchieri o stoviglie o, al limite tovaglioli e asciugamani per stare relativamente tranquilli. Anche le microgoccioline di saliva che vengono emesse quando si parla, solitamente, non vanno oltre un raggio di 2 metri da chi le emette e, una volta cadute a terra o su qualunque superficie asciutta, hanno vita molto breve. Quindi direi che puoi, anzi, devi stare serena perché se cominci così potresti rischiare di essere troppo ansiosa e protettiva nelle età successive. Vaccinare e prevenire è sacrosanto ma è altrettanto opportuno dare fiducia ai piccoli che, almeno dal punto di vista immunitario, non sono poi così vulnerabili come a volte si crede.

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