Terapia ormonale dopo intervento orchidopessi

Gentile Dottoressa,
sono la mamma di un bambino di 26 mesi,le scrivo per avere un parere.
Dopo pochi mesi dalla nascita,il pediatra ha diagnosticato il testicolo ritenuto a sinistra,palpabile nell’inguine.
Abbiamo atteso che scendesse spontaneamente ma ciò non è mai avvenuto.
All’età di 15 mesi è stato sottoposto ad intervento di orchidopessi,il testicolo è stato riposizionato nello scroto.
Il chirurgo ci ha informato che questo testicolo era molto piccolo,perché non aveva avuto sufficente spazio per crescere.
Nei mesi successivi,è stato monitorato tramite ecografie e controlli medici,ma il testicolo è cresciuto di pochissimo.
Quel poco è sembrato non essere sufficente per cui a distanza di quasi un anno,i medici ci hanno prospettato l’ipotesi di una terapia ormonale.
Inoltre,Ci hanno consigliato di fare al bambino un ecocolor doppler all’addome inferiore.A cosa serve?
Per concludere,le chiedo in cosa consiste questa terapia ormonale?Ha effetti collaterali?
MI preoccupa soprattutto questo.
Potrebbe funzionare?
La ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti 
Nadia





Il criptorchidismo, cioè la mancata discesa di uno o entrambe i testicoli nella sacca scrotale, qualsiasi sia la posizione nella quale si rinviene il testicolo ritenuto (bassa o inguinale, alta o addominale, ecc.) è sempre una manifestazione di ipoandrogenismo, cioè di scarsa secrezione di ormoni sessuali maschili, ormoni che vengono prodotti da alcune cellule del testicolo (cellule di Leydig) in seguito a stimolazione da parte degli ormoni ipofisari. Il problema, quindi, è sempre dovuto a insufficiente secrezione di ormoni ipofisari già in epoca prenatale. Infatti, si è visto che già nei primi tre mesi di vita e, in seguito, in epoca puberale, i soggetti che presentavano criptorchidismo alla nascita, anche se adeguatamente operati, fabbricano meno gonadotropine dei soggetti normali e producono anche meno testosterone e nei loro testicoli, a volte anche in quello che non era ritenuto, sono presenti meno cellule di Leydig. Pertanto, il loro liquido seminale contiene, in età adulta, meno spermatozoi anche se essi si mostrano perfettamente vitali e la fertilità, di solito, non ne risente. Sono, infatti, gli androgeni che fanno discendere i testicoli nelle sacche scrotali. La terapia ormonale con ormoni sostitutivi di quelli ipofisari deficitari, sia essa costituita dagli ormoni veri e propri, cioè da HCG (Profase) o dai loro precursori, cioè Rh-Lh (Kryptocur), non ha un successo statisticamente significativo e non è sempre risolutiva nel far scendere il testicolo ritenuto e per questo motivo, contrariamente ad un tempo, oggi si utilizza sempre meno per evitare l’intervento di orchidopessi, però può essere utile perché supplisce all’ipoandrogenismo e l’associazione tra intervento e la terapia ormonale è, attualmente, l’impostazione teoricamente più corretta e completa. La terapia ormonale, come ho detto, può essere di due tipi: con precursori degli ormoni ipofisari Rh-Lh, meno efficace statisticamente nello stimolare le cellule di Leydig a produrre testosterone, ma più fisiologica, priva di effetti collaterali e meglio accettata dal bambino perché praticata per via inalatoria, oppure con HCG: più efficace, meno costosa ma con qualche possibile effetto collaterale transitorio come edemi, virilismo, irritabilità. Quest’ultima sembra comunque la più accreditata ed è importante il dosaggio che deve essere assolutamente adeguato all’età del bambino. Di solito si prescrivono 500 UI a settimana per via intramuscolare per sei settimane nei bambini sotto ai tre anni. L’ecografia pelvica penso sia stata prescritta come completamento di indagine per escludere che nell’addome del bimbo vi siano abbozzi di organi genitali femminili o per controllare i surreni. Quando si è di fronte ad un sintomo riferibile a scarsa secrezione di ormoni maschili, infatti, bisogna sempre escludere che questo dipenda da una interferenza dovuta ad organi secernenti ormoni diversi dal testosterone. Ma è più uno scrupolo diagnostico che un sospetto e non c’è da preoccuparsi. Un caro saluto, Daniela

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