Somministrazione di fluoro ai bambini

Buongiorno dottoressa,

ho due bambini, uno di 22 mesi e uno di 4 anni: devo dar loro le gocce di fluoro?

Tra pediatri e dentisti mi sembra che ci siano correnti di pensiero diverse: chi mi dice che sono inutili ai fini della prevenzione delle carie, chi mi dice che macchia i denti, chi addirittura mi dice che di fluoro ne assumiamo già nell’acqua che beviamo e che un eccesso di fluoro potrebbe essere molto dannoso (addirittura riportando danni allo sviluppo cerebrale). Intanto pero altri pediatri me lo hanno prescritto.

Finora, nel dubbio, io non l’ho dato. Cosa devo fare?

Grazie per la risposta

 

Il fluoro può essere dannoso solo se dato in eccesso.

In realtà, è ormai accertato da tutti che la somministrazione di fluoro nei bambini sin dalla più tenera età (spesso iniziando a prescriverlo alla futura madre sin dalla gravidanza) riduce in modo significativo l’incidenza delle carie ai denti nell’età evolutiva e forse anche negli adulti. Somministrando fluoro, infatti, lo smalto dei denti diventa più resistente all’attacco dei batteri presenti in bocca e, addiritura, il fluoro inibisce il loro metabolismo; in più, il dente acquista un potere di rimineralizzazione maggiore e ciò significa che, al momento iniziale di una carie, quando la lesione è ancora superficiale, il dente ha un potere maggiore di rimineralizzarsi e combattere, così, la lesione ossea dovuta alla carie.

Latte materno e artificiale non contengono grosse quantità di fluoro, ma quando il bambino è in età di svezzamento e assume una alimentazione più ricca e più varia rispetto al solo latte, quando, dopo al sesto mese, può bere tranquillamente l’acqua del rubinetto anziché limitarsi all’acqua oligominerale della bottiglia, quando nella sua alimentazione viene introdotto il pesce, soprattutto il pesce azzurro, una buona quantità (più della metà) del fluoro a lui necessario per il corretto sviluppo dei denti è contenuta proprio in quello che mangia e beve. Le acque sorgive site in vicinanza di zone vulcaniche sono, in particolare, molto ricche in fluoro.

Quando il bambino, inoltre, è in età di sapersi e potersi lavare i denti con regolarità, la quantità di fluoro che l’alimentazione non assicura viene coperta quasi del tutto dal fluoro contenuto nei dentifrici (a patto che il bambino abbia l’abitudine di lavarsi correttamente i denti spesso e con regolarità, ovviamente).

Per tutte queste considerazioni, la supplementazione di fluoro extra-alimentare e extra-bevande, attraverso l’assunzione di pasticchette solubili o di gocce, a alcuni sembra superflua. Così, però, non è. I pediatri sono ormai quasi unanimemente concordi nell’affermare l’opportunità di somministrare con regolarità fluoro ai bambini: resta solo da concordare la durata complessiva di questa prescrizione, perché se molti sostengono che sia opportuno iniziare in gravidanza e continuare con regolarità, a dosi opportunamente crescenti in base al peso del bambino, fino quasi alla pubertà, molti altri, dentisti inclusi, sostengono, invece, che è importante iniziare, in particolare, appena il bambino ha completato la sua prima dentizione, cioè verso la fine del secondo anno di vita e continuare, poi, fino all’età prescolare, cioè fino ai 4-5 anni.

Dopo tale periodo, i bambini devono essere in grado di lavarsi correttamente e regolarmente i denti e, contrariamente ai bambini più piccoli, possono usare dentifrici contenenti fluoro perché non sussiste più il pericolo che li ingeriscano attratti dal loro gradevole sapore (mi riferisco soprattutto a quelli al sapore di frutta) e che vadano incontro a una intossicazione da fluoro.

Alcuni paesi, soprattutto esteri (Svizzera) e alcune zone d’Italia, hanno attualmente la buona abitudine di aggiungere fluoro all’acqua dei loro acquedotti. Anche se la quantità in essi contenuta diventa, comunque, difficile da stabilire correttamente, in queste zone non si raccomanda l’assunzione di dosi supplementari di fluoro ai bambini. I genitori dovrebbero, quindi, informarsi in merito alla fluorazione delle acque della zona dove risiedono.

In ogni caso, quando si decide di somministrare fluoro ad un bambino in età evolutiva, bisognerebbe seguire questi dosaggi giornalieri raccomandati, sicuramente non pericolosi per quanto riguarda i rischi di accumulo di quantità eccessive di questo minerale: per i primi 2 anni di vita, 0,25 mg di fluoro in un’unica somministrazione giornaliera; dal secondo al quarto anno, 0,50 mg al giorno, dopo il quarto anno e fino al dodicesimo anno, 1 mg al giorno (così come in gravidanza, dal quarto mese in poi).

Il fluoro, che sia in confettini solubili o in gocce, non va mai somministrato assieme al latte perché, unendosi con il calcio in esso contenuto, forma un composto insolubile che non verrebbe assorbito attraverso l’intestino (basta scioglierlo in acqua o camomilla).

Bisogna, inoltre, precisare che il fluoro ha un metabolismo rapidissimo: già dopo 4 ore dalla sua ingestione, infatti, se ne ritrova una buona parte eliminato attraverso le urine. Siccome la sua azione protettiva sulle carie si esplica soprattutto se la sua concentrazione nell’organismo rimane costante durante le 24 ore, non bisogna mai affidare alla compressina di fluoro giornaliera il compito di proteggere dalle carie i denti dei piccoli, ma questa precauzione va assolutamente affiancata all’abitudine di bere sempre acqua di rubinetto (dal sesto mese in poi), di evitare di mangiare dolciumi che possono rimanere nei denti e di bere latte o camomilla zuccherata, soprattutto la sera prima di dormire, di non dare troppo a lungo ciucci o biberon in bocca al bambino e, ovviamente, alla buona abitudine di lavarsi in modo corretto denti e lingua dopo i pasti.

I tanto temuti pericoli riguardanti una eccessiva assunzione di fluoro durante l’infanzia sono praticamente nulli se si osservano i dosaggi raccomandati (solo dosaggi 20-50 volte superiori potrebbero essere tossici se assunti per lungo tempo), tanto più se, come avviene spesso, si sospende la somministrazione della pasticchetta per alcuni mesi o settimane durante l’anno, come succede durante le vacanze, le ferie, i viaggi, le dimenticanze varie.

Un dosaggio eccessivo potrebbe portare alla fluorosi dentale, cioè a una decolorazione a chiazze dello smalto dei denti, denti che appaiono giallastri, a volte un po’ opachi e con macchie chiare lattiginose a volte a forma di striature di diversi colori. Ma vi sono altre anomalie dello smalto dei denti che, pur non avendo nulla a che fare con la fluorosi, possono dare chiazze discromiche ai denti: per esempio zone di ipoplasia dello smalto (difetto congenito dello sviluppo dello smalto) o anche deficit di vitamine A, C e D (attualmente, per la verità, molto rari).

La somministrazione di fluoro per bocca per lunghi periodi non è il solo modo per proteggere lo smalto dei denti dei bambini: si può anche praticare la fluorizzazione, cioè la somministrazione di fluoro sulla zona dei denti soggetta a usura con la masticazione con particolari procedimenti che permettono al fluoro di fissarsi al dente rendendolo, così, protetto contro le carie per qualche anno. Ma tutto ciò potrà essere meglio spiegato anche dall’odontoiatra del sito, se vorrai scriverle.

Il dosaggio giornaliero sopra menzionato si intende per bambini che non vivono in zone dove l’acquedotto viene fluorato ma, per esempio, a Roma, dove ciò avviene, tali quantità di fluoro da somministrare possono tranquillamente essere dimezzate utilizzando, per esempio, il dosaggio indicato per la fascia di età inferiore.

Se il bambino beve acqua di bottiglia si può leggere sull’etichetta quanto fluoro contiene e se la quantità di fluoro è compresa tra 0,3 e 0,7 mg per litro, anche in questo caso la quantità di fluoro da somministrare giornalmente può essere tranquillamente dimezzata. Il processo di sviluppo dentale inizia al quarto mese di età gestazionale per completarsi verso il tredicesimo anno: è questa l’età da coprire con un corretto apporto giornaliero di fluoro sotto varia forma.

Per quanto riguarda la poco probabile evenienza di intossicazione acuta da fluoro, essa può verificarsi in caso di ingestione accidentale di un intero flacone ancora pieno di compresse di fluoro e, per la precisione, in linea di massima, se un bambino di circa 20 kg dovesse ingerire 400 compresse da 0,25 mg, cioè il dosaggio più basso, potrebbe andare incontro a una forma lieve di intossicazione (somministrare immediatamente calcio sotto varia forma, anche latte o formaggi e portare al pronto soccorso per lavanda gastrica). L’intossicazione potrebbe prevedersi grave in caso di ingestione accidentale di un numero di compresse doppio o triplo, mentre per una intossicazione potenzialmente letale sono necessarie, sempre per un bambino di circa 20 kg, non meno di 2.500 compresse da 0,25, ma anche solo 500 da 1 mg.

Quindi, le compresse di fluoro, visto che sembrano caramelline, hanno un sapore dolce e la mamma deve insegnare ai bimbi più grandi a scioglierle in bocca prima di deglutirle perché il fluoro ha un effetto locale oltre che sistemico, vanno sempre tenute rigorosamente lontane dalla portata dei bambini, utilizzando, possibilmente, sempre flaconi con compresse a più basso dosaggio (magari dando due o tre compresse alla volta se il bambino è già grande) per evitare i rischi di un avvelenamento accidentale grave.

Era doveroso, credo, fare queste precisazioni, però questo non deve suscitare allarmismo esagerato e irrazionale nei confronti del fluoro che è, comunque, auspicabile avere l’abitudine di dare ai bambini, almeno quelli italiani che hanno minori opportunità di assumere fluoro attraverso l’acqua da bere.

Un caro saluto, Daniela

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