RGE e risvegli notturni: altre domande

 

Gentile dottoressa,

la ringrazio innanzitutto per la celerità con la quale mi ha risposto e approfitto della sua disponibilità per continuare il discorso.

Riguardo alle indagini, ovviamente voglio andare a fondo, ma mi dispiace di sottoporre Simona a delle procedure invasive; ecco perché pensavo, come primo passo, all’ecografia.

Di certo posso riprendere immediatamente la somministrazione del Ranidil; qual è il dosaggio pro chilo consigliato per questo tipo di problema? Lo ripartisco in due somministrazioni? E che durata dovrebbe avere la terapia?

La cosa che mi riesce più difficile pensare è cambiare le abitudini alimentari. So che Simona dovrebbe bere poco, mentre invece beve tanto, ed è molto "affezionata" al latte serale, che fa parte del rito della buona notte. Penso che eliminarlo del tutto sarebbe difficile; posso sostituirlo con qualcos’altro (dovendo evitare bevande zuccherate)? Ed eventualmente come potrei renderle appetibile il latte vegetale?

Infine, volendo evitare il carico di grassi animali a sera, su quali alimenti dovrei puntare? Pasta e legumi, pesce possono andare bene? Stranamente sono cosa che mia figlia gradisce molto (stranamente per una bambina tanto piccola). Eventualmente per variare qualche formaggio magro come la ricotta? So che è sciocco ma mi dispiace privarla dei formaggi che ama molto, anche perché sta attraversando un periodo in cui fa i capricci per mangiare le cose che gradisce meno. E la mia ormai cronica mancanza di sonno mi rende troppo stanca per far fronte ai digiuni ed ai suoi fermi "no".

Un’ultima cosa, visto che lei ha accennato alla possibilità di una piccola ernia iatale: volevo dirle che purtroppo mio marito ne soffre. L’ecografia potrebbe diagnosticarla? Mi dispiacerebbe molto se il problema fosse questo, perché ho sempre sperato che il reflusso scomparisse con la crescita, mentre in questo caso ci dovrà convivere tutta la vita. E se c’è familiarità, devo pensare che anche con un prossimo figlio potrei dover rivivere tutto questo.

La ringrazio veramente tanto perché lei è stata la prima a prestare veramente ascolto alle mia preoccupazioni ed a darmi risposte esaurienti, Enza

Il Ranidil si può somministrare sia una che due volte al giorno. Si può iniziare con due dosi giornaliere, mattina e sera, per poi passare, dopo due settimane, ad una sola dose al giorno, magari la sera se il problema del reflusso si manifesta principalmente di notte. La dose di mantenimento dovrebbe essere prolungata per altre due o tre settimane, poi si può provare ad eliminare anche quella.

Però, se è necessario, il Ranidil può anche essere dato più a lungo, diciamo per due mesi consecutivi: bisogna decidere caso per caso. Il dosaggio sarebbe da 2 a 4 mg pro chilo di peso ogni dose, per un bimbo di sette chili, per esempio, il dosaggio medio sarebbe dai 20 ai 25 mg pro dose. Siccome 1 ml di sciroppo contiene 15 mg di ranitidina, la quantità media di sciroppo per ogni dose, sempre in un bambino di 7 chili, sarebbe di 1,5 cc, poco più, poco meno.

Mi devi scusare, ma non ricordo il peso della tua bimba e non posso essere più precisa di così. Per quanto riguarda il latte serale: il latte di riso non è affatto sgradevole, provare per credere. al massimo si può aggiungere un cucchiaino di miele per ottimizzarne il sapore (dare da bere a temperatura ambiente e non scaldato, come fosse una bibita), ma a questo punto un liquido vale l’altro purché la cena e il dopo cena non contengano molti grassi e non siano di difficile digestione.

Il dopo cena, però, andrebbe eliminato. Riducilo gradatamente di quantità e sostituiscilo, magari, con camomilla in sacchetto appena dolcificata con miele, sempre in piccola quantità. La camomilla in fondo è acqua e non richiede sforzo digestivo. L’acqua si assorbe immediatamente a livello gastrico.

Per la cena andranno bene pesce, legumi, carne bianca, ricotta di mucca o, volendo, ogni tanto soltanto minestrina con passato di verdure, olio di oliva e uno o due cucchiaini di parmigiano o emmenthal grattato (meno della porzione del formaggino).

La sola ecografia gastroesofagea può evidenziare un reflusso e anche un’ernia iatale ma è soltanto con la phmetria transesofagea che si possono calcolare il numero e l’entità dei reflussi modulando, così, la terapia in modo corretto e con l’endoscopia transesofagea, cioè la gastroscopia si può valutare lo stato della mucosa esofagea. L’ecografia, quindi, non è inutile ma limitata e non permette una diagnosi molto precisa.

Si può sospettare una certa ereditarietà nell’ernia iatale perché è frequente riscontrare un genitore o un parente prossimo con questa patologia quando si è in presenza di un bambino che la presenta, però finché non si fa diagnosi certa di ernia iatale si rimane a livello di ipotesi e si rischia di parlare a vuoto. L’ernia iatale, se si potesse confermare in un bambino, è congenita e non è raro che sia associata ad altre malformazioni anche se non è stato fin’ora possibile stabilire con esattezza una malattia sicuramente cromosomica espressa con ernia iatale associata ad altre malformazioni, per esempio renali o epatiche.

Quindi, per quanto riguarda l’ipotesi di ernia iatale, prima di parlarne compiutamente bisogna accertarsi che ci sia effettivamente. Se dovessi sottoporre a bimba ad ecografia, chiedi all’ecografista (se l’ernia iatale venisse confermata) che faccia scivolare la sonda anche un po’ più giù per controllare il piloro, le vie biliari, il fegato, ecc.

Per quanto riguarda un prossimo figlio: come ho già detto non si sa ancora se esiste veramente una familiarità per ernia iatale o semplicemente una sorta di predisposizione a soffrirne in famiglia, quindi è difficile prevedere a cosa potrebbe andare incontro un prossimo figlio. Non fasciarti la testa prima di essertela rotta e approfondisci il problema della tua bimba per non vivere sempre con ansie e dubbi.

Un caro saluto, Daniela

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