Quando a dieci mesi il rito della nanna non funziona più

 

Gentile dottoressa,

eccomi ancora a lei per darmi una spiegazione sul netto peggioramento che in questi ultimi giorni ha subito il rito della nanna.

Qualche giorno fa le segnalavo che la mia bambina, Alice, 10 mesi, dopo circa un’ora dall’addormentamento si risvegliava in preda al panico piangendo e urlando.

La situazione sta peggiorando di sera in sera poiché ora questo panico parte addirittura dal momento in cui ci dirigiamo verso la sua cameretta.

Il rito della nanna aveva funzionato sino ad ora: pappa, bagnetto, filastrocche con mamma e papà sul divano, bacetto della buonanotte e poi a letto. Ho sempre seguito queste regole e sino ad ora il momento dell’addormentamento non era mai stato un problema. Semmai quelli arrivavano dopo, con risvegli notturni oggi in parte superati.

Ma come è possibile che in modo così repentino tutto sia cambiato? Mi si spezza il cuore nel vederla così turbata e non riesco a capirne la ragione. Alice è una bambina sempre sorridente, sveglia e attenta e vorrei che il momento della nanna fosse per lei qualcosa che non le procurasse dolore e pena. Ma come fare?

Ho letto più volte che questa è una fase critica per i bimbi che iniziano a camminare (Alice gattona da 3 mesi e ora "cammina" appoggiandosi ad uno sgabellino) e mi piacerebbe che lei mi desse qualche delucidazione in più su questo argomento.

Cosa posso fare per aiutarla? Ritiene che in questa fase debba assecondarla e starle vicino finché  non si addormenta? Oppure sarebbe invece meglio stoppare questo vizio (ma si tratta di capriccio o bisogno?) facendola piangere un po’ in modo che possa trovare da sola un modo per autoconsolarsi?

Sono turbata da questi pianti e ho il timore che facendo la cosa sbagliata possa innescare in lei il terrore del suo lettino. La prego di darmi qualche consiglio, vorrei poter affrontare questo momento con più serenità.

Grazie come sempre per i suoi consigli. Un caro saluto, Elena

Da un lato non devi farti prendere dal panico quando la tua bimba si oppone al sonno o al fatto di addormentarsi da sola e dall’altro lato devi avere più pazienza del solito stando vicina a lei finché non prende sonno del tutto, possibilmente non modificando la buona abitudine di farla addormentare nel suo lettino ma cullandola o mantenendo con lei un piccolo contato con una mano, una carezza o quant’altro.

Nel frattempo dovresti individuare un pupazzetto, una bambola, una copertina o quant’altro alla quale la bimba è affezionata o che tende a tenere di più vicino a se e fare in modo che lo utilizzi come oggetto consolatore transizionale in modo che piano piano si svezzi dalla tua vicinanza fisica prolungata al momento di addormentarsi e lo investa di un potere magico consolatorio.

Questo sarà il suo primo passo verso l’autonomia. La bimba non ha il terrore del suo lettino, ha soltanto paura di rimanere da sola e soprattutto paura che la mamma non capisca l’urgenza dei suoi richiami quando la lasci piangere da sola per la paura di viziarla. I suoi pianti e le sue ragioni vanno, quindi, ascoltati e soddisfatti però senza regredire in quanto ad abitudini, cioè senza riportare la bimba nel lettone, almeno la sera.

La bimba deve abituarsi alle regole e il suo bisogno di contatto fisico può essere tranquillamente soddisfatto con molti giochi di fisicità durante il giorno, il sonnellino pomeridiano assieme alla mamma, magari il sabato e la domenica o comunque i giorni di riposo un pisolino extra anche nel lettone ma tutte le altre sere il sonno deve arrivare nella sua stanzetta e nel suo lettino, cioè nel suo mondo, circondata dai suoi giochi e dagli oggetti che le sono familiari. Per farla abituare alla sua stanza è bene giocare a lungo con la bimba nella stanza e starci anche di giorno.

Comunque c’è anche da dire che la bimba, non solo è ancora piccolina, ma si trova nel momento delicato della sua crescita psicologica che tu hai ricordato, quindi è necessaria elasticità e anche pazienza; però se la piccola è già stata abituata al lettino, non faresti la sua felicità vera riportandola nel lettone e facendole prendere o riprendere l’abitudine: meglio sopportare un po’ più di tempo alzata vicino a lei per poi dormire meglio il resto della notte piuttosto che un co-sleeping nel lettone mal accettato da te e da tuo marito. In casi estremi c’è sempre la possibilità di spostare il lettino nella tua stanza.

Detto ciò, la decisione ultima sul da farsi spetta comunque a te perché sei tu che conosci la bimba, sei tu che sei in grado di intuire meglio degli altri i suoi bisogni più intimi e sei tu che conosci i tuoi limiti e la tua capacità di metterti a disposizione della bambina.

Non tutti i consigli e non tutte le regole possono calzare a pennello ad ogni mamma e ad ogni bambino, salvo una, quella di essere sempre assolutamente autentica nei tuoi comportamenti e di agire secondo quanto ti detta la tua coscienza e la tua sensibilità di mamma a dispetto di qualsiasi regola esterna.

Un caro saluto, Daniela

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