Poppate tormentate: Rge o le prime coliche?

Buongiorno,

le scrivo per chiederle un parere riguardo al mio bambino. Ha un mese e quattro giorni e alcune poppate sono molto tormentate, nel senso che si attacca e stacca continuamente, un po’ si addormenta ed è molto agitato (scalcia, si contorce).

Come se questo non bastasse a volte mangia tantissimo (non si stacca facilmente ed io ho fortunatamente molto latte, fino a 160 cl a seno) e poi vomita praticamente tutto il latte che ha preso.

Queste poppate eterne vanno avanti anche per tre ore ed in questi ultimi giorni sta capitanto più spesso. Inizialmente pensavo dipendesse dalla fuoriscita "violenta" del latte, poi dalla sua ingordigia, ora prendendo varie informazioni in giro pare che potrebbe essere reflusso gastroesofageo (lui però di notte dorme).

Lei cosa ne pensa? Potrebbe essere cosi? E ad ogni modo, posso fare qualcosa per evitare che diventi una malattia? Alimentazione diversa, metodi di allattamento diversi?

Grazie delle informazioni che riuscirà a darmi.

Michela


Cara Michela,

indipendentemente dal dubbio che il comportamento del bimbo può suscitare tra un reflusso gastroesofageo e una colica, il primo suggerimento è quello di dare una certa regola all’allattamento.

Non ti parlo di poppate ad orario fisso lasciando piangere il bimbo se vuole mangiare prima dell’orario stabilito, per carità! Però, visto che ormai sai con certezza che il tuo latte è abbondante, stabilire una media di sette, otto poppate nelle 24 ore, con intervallo di circa tre ore e con durata totale della poppata di una mezz’oretta, non sarebbe sbagliato.

I bambini, alla fine del primo mese di vita, hanno già imparato a succhiare e la calata lattea è ormai fatto acquisito, quindi si può supporre che un bambino non prematuro e sano, attaccato al seno quando è sveglio e richiede di essere alimentato, non abbia bisogno di più di dieci minuti per svuotare un seno; altri dieci per l’altro seno e un’altra decina gratificante, magari per succhiare a scopo consolatorio e non nutritivo.

In questo modo si riduce la possibilità che ingerisca aria durante la poppata o che, in caso di produzione eccessiva di latte, si alimenti troppo per poi, appunto, vomitare tutto per eccessiva distensione gastrica.

Considera poi che la mamma tende a produrre tanto latte quanto serve al piccolo, ma come fa l’organismo materno a regolarsi in questo modo e a sapere quanto latte serve ogni volta al suo piccolo? Utilizza principalmente lo stimolo dovuto alla suzione del piccolo: più il bimbo succhia (in termini di frequenza delle poppate e in durata delle stesse) più manda messaggi all’ipofisi materna di continuare a produrre latte (una madre di due gemelli può produrre il doppio del latte di una mamma di un bambino prematuro) e così, lasciando succhiare a lungo e frequentemente un lattante, la produzione del latte aumenta; questo è, infatti, il consiglio che si dà alle mamme che hanno una transitoria ipogalattia, ma tu ne produci già molto, forse più del necessario per il tuo bimbo, allora sarebbe il caso che tu limitassi, se non il numero delle poppate che continueranno ad essere a richiesta, quantomeno la loro durata.

Un’altra regola, se non la attui già, è quella di una tua buona e corretta alimentazione, priva o scarsa di tutti quegli alimenti che possono generare coliche gassose al piccolo (troppi grassi, troppi latticini, troppi dolci, troppe verdure che producono gas intestinale come possono essere carciofi, melanzane, peperoni, cavolfiori, legumi e via discorrendo).

Una volta regolata anche la tua alimentazione, oltre che le modalità di allattamento, ammesso che il bimbo non abbia già risolto in parte i suoi problemi, non resta che stabilire se i disturbi sono di origine gastrica o colica, cioè se si può supporre un reflusso, visto che si agita già a metà poppata e non sembra avere grossi problemi nel periodo intermedio tra una poppata e l’altra, come sarebbe più tipico delle coliche, oppure si può immaginare che, dato anche che tende ad alimentarsi abbondantemente, stanno iniziando le fatidiche coliche dei primi mesi.

Prima di entrare nell’ordine di idee di approfondire le indagini con ecografie varie per diagnosticare un eventuale reflusso, cerca, se possibile, di staccare il bambino a metà poppata, cioè dopo che ha svuotato il primo seno e di fargli fare il ruttino prima di proporgli il secondo seno; poi tienilo in braccio poggiato sulla spalla, cioè in posizione semi prona e verticale, per un quarto d’ora dopo la poppata prima di sdraiarlo nella culla, infine fallo dormire con un leggero rialzo sotto al materasso di modo che il materasso stesso non sia orizzontale ma inclinato di 30 gradi circa (un asciugamano arrotolato sotto al materasso andrà benissimo).

Se anche con questo accorgimenti non risolvi il problema, ovviamente, devi parlarne con la tua pediatra che saprà suggerirti se iniziare una terapia antireflusso "ex juvantibus" oppure se approfondire le indagini in tal senso o, infine, se dare un farmaco anticoliche. Controlla anche l’aspetto delle feci del bimbo e se dovessero essere verdastre o con presenza di muco anche quando tu non hai mangiato verdure verdi che possano giustificare il colore, prova a somministrare dei fermenti lattici al bimbo.

Un caro saluto,

Daniela

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