Placche alla gola

Gent. le Dott.ssa,

mio figlio di due anni ha delle tonsille molto grandi che, spesso, durante l’inverno si gonfiano ulteriormente associandosi alla presenza di placche, che rendono difficile e dolorosa la deglutizione ( e provocano, sovente, tosse e vomito).
I tamponi effettuati fino ad oggi dal pediatra (quelli che danno una risposta nel giro di pochi minuti) sono sempre risultati negativi. Il pediatra, per questa ragione, non ha mai somministrato immediatamente antibiotici. Generalmente, ha prescritto bentelan (+ aerosol + melliflu se c’è tosse) per un paio di giorni.

Il problema è che, il più delle volte, dopo qualche giorno di lieve miglioramento è comparsa/o ricomparsa la febbre… e di nuovo siamo ricorsi a bentelan e antinfiammatori e, se non ne venivamo fuori entro tre giorni, si passava all’antibiotico…

Le chiedo: non sarebbe meglio ricorrere immediatamente all’antibiotico in presenza di placche (seppur di origine virale), senza rischiare di indebolire così tanto, dopo giorni e giorni, il bambino per poi dover comunque ricorrere quasi certamente all’antibiotico? Ora mio figlio ha di nuovo piccolissime placche (senza febbre, ma con tosse) e il pediatra ha di nuovo prescritto il bentelan (mezza pasticca la mattina, mezza la sera per due giorni + melliflu mezzo misurino tre volte al giorno per la tosse)… Spero di non ritrovarmi nella solita situazione. Molte persone mi dicono di somministrare subito l’antibiotico in questi casi (trattandomi da sciocca perché seguo i consigli del pediatra, in quanto, così dicono, il cortisone allevia i sintomi ma non cura), ma io non sono né mi sento un medico!

Inoltre, vorrei sapere se è a conoscenza di rimedi fitoterapici o omeopatici per prevenire o limitare la formazione di placche alla gola.
Grazie,
Silvia

Comincio dall’ultima domanda: non pratico l’omeopatia, pertanto non ti posso aiutare su questo argomento ma non sono contraria ad essa, utile, a mio avviso, anche come prevenzione e stimolo del sistema immunitario. Potrebbe forse essere una alternativa al cortisone tutte le volte che non è necessario somministrare l’antibiotico. Ma per essere certi che l’antibiotico non sia necessario – anche se si sa che sotto i tre anni e oltre almeno l’80% delle infezioni delle prime vie respiratorie dei bambini riconosce una origine virale e non batterica, è bene fare una accurata diagnosi differenziale volta per volta in quanto, come ho detto, se circa 8 volte su 10 nei bimbi piccoli i segni di infiammazione alle vie aeree sono dovuti a virus quindi non vanno trattati con antibiotici, almeno 2 volte possono dipendere da infezioni batteriche che non vanno trascurate.

L’attendibilità dei tamponi rapidi è buona e supera l’80%, ma a volte sarebbe bene anche un controllo parallelo con un tampone eseguito in modo tradizionale così come può capitare che, a causa della scarsa collaborazione del bambino che piange e si divincola, il tampone non venga eseguito in modo corretto e possa dare una risposta falsamente negativa anche in presenza di batteri.

D’altra parte, aspettare almeno il terzo giorno di febbre prima di prescrivere l’antibiotico è una condotta sensata e ragionevole, ma è altrettanto vero che la somministrazione di cortisone tutte le volte può mascherare ed attenuare il quadro clinico facendolo sottovalutare. Pertanto non bisognerebbe adottare una linea di condotta univoca e standard ad ogni episodio febbrile ma valutare volta per volta il da farsi facendo attenzione a tutti i particolari clinici evidenziati come l’aspetto delle tonsille e della lingua, l’entità dell’ingrossamento dei linfonodi laterocervicali, la presenza o meno di vomito, cefalea o dolori addominali, la presenza o meno di alito cattivo e di stato generale di sofferenza del bambino.

In caso di dubbio fondato di infezione batterica, io proverei ad eseguire un tampone faringeo tradizionale in laboratorio prima di iniziare con il cortisone, magari associato ad un semplice emocromo e, volendo, una pcr e, qualora si evidenziasse la presenza di uno streptococco patogeno, inizierei, naturalmente, con la terapia antibiotica e, in occasione di un successivo episodio febbrile con flogosi tonsillare, specie se si ripresentasse dopo sole due o tre settimane dal precedente, terrei sotto mano l’antibiotico senza passare attraverso i soliti giorni di cortisone, sempre, comunque, tenendo presente che ogni volta la febbre o il mal di gola può riconoscere una causa diversa, questo si sa.

In ogni caso, terapie così brevi con un cortisonico per bocca possono forse essere inefficaci o inadatte al problema del momento, ma non sono dannose per il bimbo.

Un caro saluto, Daniela

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