perché non si da il latte vaccino?

Volevo chiederlo a Lei, perché del suo parere mi fido.
Sotto l’anno non si da, lo dicono tutti, ma perché?
Per una questione di scarsa nutritività?
Me lo chiedevo considerato che abbiamo tranquillamente introdotto: parmigiano, formaggino, ricotta di capra e vaccina, yogurth… Allora perché non il latte?
La pediatra dell’asl me lo aveva già “consigliato” come merenda pomeridiana quando la bimba aveva 8 mesi (ora ne ha quasi 10), ma non l’ho mai dato per paura che facesse male, poi però ieri ha voluto assaggiare il biberon del cuginetto col latte vaccino e dalla faccia sembra aver gradito.
grazie




I latti in polvere così detti di proseguimento che si consigliano al lattante dal sesto mese al compimento del primo anno di vita derivano tutti dal latte vaccino, questo è vero e sono anche molto simili come composizione al latte vaccino, molto più simili del latte in polvere consilgiato per i primi sei mesi di vita. Però le modificazioni che hanno subito rispetto all’originario latte vaccino li rendono più adatti ad una corretta digestione da parte del lattante e più completi per quanto riguarda le necessità dell’ organismo legate all’accrescimento. In particolare, rispetto al latte vaccino, continuano ad essere meno ricchi di proteine, che sono in eccesso nel latte vaccino rispetto alle necessità del lattante. E’ stata, inoltre, ridotta la quantità di caseina che è una delle proteine del latte, la meno digeribile a favore delle sieroproteine che sono più digeribili. Il latte in polvere, al posto della riduzione delle proteine, contiene più lattosio che è uno zucchero, più precisamente un disaccaride molto importante per lo sviluppo del lattante. I sali minerali sono stati ridotti in quanto il latte vaccino ne contiene in eccesso rispetto alle necessità del lattante e questo affaticherebbe i suoi reni che dovrebbero eliminarli in grossa quantità. Nello stesso tempo, però, sono stati aggiunti ferro, rame, sodio, potassio, calcio e magnesio che, nel latte vaccino non sono in proporzioni giuste per il lattante. Anche i grassi sono stati modificati, cioè sono stati ridotti i grassi saturi, cioè il burro contenuto nel latte vaccino intero e sostituiti con grassi polinsaturi di origine vegetale. Alcuni latti in polvere, poi, sono arricchiti con vitamine, omega 3 e 6 e taurina, un aminoacido importante per il corretto sviluppo cerebrale del lattante. Tutte queste mopdificazioni non possono essere fatte con la semplice diluizione del latte vaccino, come si usava una volta per renderlo più digeribile in quanto la diluizione del latte vaccino intero riduce, si, la quantità di proteine e di sali minerali che nel latte di mucca sono in eccesso, però riduce anche la quantità di grassi e di zuccheri rendendo il latte diluito meno nutriente e più squilibrato del latte formulato. Certo, man mano che il lattante, con lo svezzamento, assume meno latte a favore di altri alimenti, anche i vantaggi del latte formulato si riducono tanto che, dal nono, decimo mese in poi, dare una o due poppate di latte della centrale opportunamente diluito nei primi tempi e arricchito, per compensare la diluizione, con cereali, è possibile e non crea troppi squilibri nutrizionali. Però la raccomandazione foerte è attualmente quella di proseguire fin’oltre il primo anno di vita con latte di proseguimento e, in seguito, con latte di crescita. E’ bene precisare, comunque, che i latti di proseguimento non mettono il lattante al riparo da eventuali allergie al latte vaccino visto che qualitativamente contengono le stesse proteine di quest’ultimo: sono soltanto più equilibrati e più idonei alle necessità nutrizionali del lattante.

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