Pavor notturno durante il riposo pomeridiano

Mia figlia che ad aprile fa 3 anni, durante il pomeriggio che fa il riposino si sveglia e piange come una pazza. Niente riesce a calmarla e mi picchia se la prendo in braccio e mi caccia via. Potrebbe essere Pavor notturno e se e sì cosa fare?

Si tratta quasi sicuramente di pavor notturno, un disturbo del sonno classificato tra le parasonnìe che si manifesta nella fase di sonno profondo, quella che precede la fase di sonno REM, durante la quale si manifestano i sogni. Possono dipendere dalla rappresentazione notturna o per lo meno durante il sonno, di ansie o frustrazioni o nuovi difficili adattamenti ai quali il bambino deve  far fronte quando qualcosa nella sua routine di vita quotidiana rassicurante viene meno: per esempio la ripresa del lavoro da parte della mamma, l’inserimento in un nuovo ambiente scolastico, la nascita di un fratellino o una sorellina, un cambio di casa, un conflitto con la maestra, la presenza di una nuova figura di riferimento come una baby sitter che prima non c’era e via discorrendo. Queste novità o questi cambiamenti possono far perdere al bambino il controllo che lui credeva di avere sull’ambiente e sulla routine che stava vivendo producendo ansia o angoscia da separazione. A volte, però, tante spiegazioni psicologiche non hanno ragion d’essere e i disturbi del sonno come il pavor possono essere famigliari se uno dei genitori, alla stessa età del bambino, aveva presentato lo stesso problema, per esempio, oppure un problema analogo come il sonnambulismo. Alcune volte possono essere responsabili patologie come apnee notturne, difficoltà respiratorie durante il sonno dovute ad ipertrofia adenoidea o ipotonia di alcuni muscoli preposti alla dilatazione delle vie aeree superiori che, se poco funzionanti durante il sonno, provocano difficoltà e ostruzione respiratoria. Anche personalità particolarmente ansiose possono essere più facilmente soggette a disturbi del sonno di questo tipo e sentirsi più facilmente destabilizzate anche da piccoli eventi o cambiamenti insignificanti nella vita quotidiana. L’approccio terapeutico a questi disturbi è necessariamente individuale. Bisogna valutare per poi eventualmente escluderle, patologie respiratorie come ipertrofia delle tonsille e delle adenoidi, malocclusioni dentali, ipotonie muscolari; bisogna inquadrare il carattere del bambino e la sua stabilità psichica, conoscere eventuali problematiche ambientali ansiogene. Vi possono essere vari approcci terapeutici, sia farmacologici che psicologici e comportamentali e il corretto inquadramento si può fare di concerto sia con il pediatra di base che conosce bene la storia del bambino che con lo psicologo, la maestra, l’otorinolaringoiatra e, al limite, rivolgendosi ad un buon centro che studia le patologie del sonno in età evolutiva.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.