Nonna preoccupata per nipotino che si ammala spesso: forse lo vestono troppo leggero?

Mio nipote ha 31 mesi e da quando frequenta l’asilo passa da un raffreddore all’altro incluso tosse e febbre abbastanza alte. Ora da pasqua ha focolai di broncopolmonite che sta curando con rocefin antibiotico. Sono molto arrabbiata con mia nuora perché pure d’inverno non usa magliette intime solo canottiere di cotone senza maniche e camiciole in cotone con una giacchina sopra sempre cotone. Come devo fare per farle capire che dovrebbe vestirlo più adeguatamente? Sbaglio io? Mi sia un consiglio.

Le frequenti malattie da raffreddamento o infettive tipiche dei bambini in età pre-scolare che frequentano l’asilo nido dipendono dalla diffusione di virus e batteri presenti negli ambienti affollati , dal fatto che le finestre dei reparti restano troppo a lungo chiuse limitando eccessivamente l’auspicabile ricambio di aria, dal rientro in comunità spesso troppo precoce dei bambini che si sono ammalati, quando sono ancora in grado di diffondere l’infezione che li ha colpiti, da un sistema immunitario ancora immaturo che, pur funzionando a dovere, non ha ancora la memoria immunitaria di tutte le malattie e reagisce con lentezza alla presenza di agenti infettivi nel proprio organismo.

Per tale motivo, in realtà, non dovrebbero essere chiamate malattie da raffreddamento ma solo infezioni, virali o batteriche che siano. Il freddo, di per sé, non veicola malattie, anzi, entro certi limiti, ne limita la diffusione. Un buon mantenimento di una temperatura corporea costante si attua soprattutto creando con gli indumenti due strati sovrapposti, uno a contatto diretto con la pelle che possa riscaldarsi con il calore del corpo e un secondo sovrastante che impedisca al calore trasmesso dal primo indumento di disperdersi: una sorta di camera d’aria simile a quella presente nelle tute dei sub.

Questi due strati di vestiario possono tranquillamente essere di cotone oppure anche di tessuto sintetico come più spesso si trovano attualmente anche se meno salutari, non è necessario che siano per forza di lana. Un buon cotone felpato è assolutamente equivalente alla lana e ha il pregio di non infeltrire in seguito a lavaggi frequenti. A riprova di ciò, visto che il bimbo, in questi ultimi tempi, si è ammalato frequentemente e ultimamente anche di una malattia più diffusiva come la broncopolmonite, se possibile, dovrebbe essere allontanato dall’asilo nido per almeno un mesetto: si capirebbe, in questo modo, che, pur continuando ad essere vestito come al solito, senza lana, con molta probabilità non si ammalerebbe così come si ammalano più raramente i bambini che vivono in campagna all’aria aperta o anche in montagna, anche se i luoghi sono freddi ma le comunità più ristrette e gli asili meno affollati. A riprova di quanto detto basterebbe vedere come vestono i loro figli le madri dei paesi nordici confrontando poi le statistiche sulla frequenza delle malattie dei loro figli.

Il problema, quindi, non è lana sì o lana no, ma potere del determinato indumento indossato di trattenere il calore del corpo e di creare, assieme al secondo indossato sopra, il famoso strato di aria tiepida che mantiene costante la temperatura corporea isolando adeguatamente le parti più estese del corpo dalla temperatura esterna. Infine, posso dire? Purtroppo è esperienza diffusa: le mamme dei papà hanno spesso scarsa voce in capitolo sui loro nipotini.

A loro non resta che rifarsi sui figli delle loro figlie femmine. Per fare valere la tua idea di coprire più adeguatamente il nipotino dovresti organizzare una bella crociera tra i fiordi norvegesi o un bel viaggio nelle capitali dei paesi nordici e acquistare lì magliette e giacche a vento per il nipotino: i tessuti sono apparentemente leggerissimi e poco ingombranti, nulla a che vedere con i piumini genere michelin che si usano dalle nostre parti e che rendono i piccoli goffi e impacciati, però sono caldissimi e molto razionali. Provare per credere.

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