Neonato con reflusso che non migliora nonostante il cambio latte

reflussoBuongiorno dottoressa, il mio piccolo nato il 17 dicembre sta avendo vari problemini con il latte artificiale.

Abbiamo cambiato 5 tipi di latte perché rigurgitava in continuazione.

Infine il pediatra mi ha parlato di reflusso gastroesofageo e mi ha cambiato latte con il nidina 1 ar.

Abbiamo cominciato mercoledì ma il bambino continua a rigurgitare (di meno) ma questa volta acido. Spesso lo vedo disgustato, si torce e piange come se avesse dolore.

Tipo ieri sera: 1 ora e mezza di pianto continuo e qualche rigurgito acido.

Gli ho dato la tachipirina e così si è tranquillizzato ma ha mangiato dopo 10 ore.

In più sono 3 giorni che non va di corpo ed ha molta aria nella pancia.

Non so se è normale che fa ruttini anche dopo 2/3 ore dalla poppata e ha molta salivazione.

A volte noto che assume anche un volto pallido.

Ho sentito pareri di 4 pediatri ma nessuno mi ha risolto il problema. Lui prende 150 ml di latte ogni 5 ore ed a volte essendo disgustato non riesce a prenderli tutti.

Stava crescendo benissimo è anche arrivato a prendere 550 gr in 8 giorni. Mercoledì l’ho pesato e in 9 giorni ha preso 200 gr. Ora pesa 5.350 kg. Nato di 3.730. Vorrei sapere un suo parere. Grazie.

Il tuo bimbo è cresciuto veramente molto e anche se adesso, considerato il suo peso, nell’arco delle 24 ore assume una quantità di latte adeguata al suo peso, penso che nelle settimane scorse si sia alimentato anche un poco sopra il suo reale fabbisogno.

Questo non è la causa del reflusso che può essere considerato fisiologico nei primi mesi di vita, ma una eccessiva distensione dello stomaco può peggiorare il problema.

Io proverei a frazionare maggiormente i pasti riducendo le quantità di latte ad ogni poppata: per esempio non più di 130 gr sei volte al giorno oppure anche meno ma sette volte al giorno, senza forzarlo se non finisce le poppate.

Non cambierei più il latte in quanto il reflusso gastroesofageo non dipende, se non in casi particolari come l’allergia alle proteine del latte vaccino, dal tipo di latte e non serve provarli tutti; un latte antireflusso contenente amido di riso o di mais come addensante (e non semi di carrubo), dovrebbe andare più che bene.

Poi cercherei di dare la poppata in due tempi con una piccola pausa a metà poppata per cercare di far fare il o i primi ruttini al bimbo prima che lo stomaco sia del tutto pieno.

Il latte potrebbe, al limite, essere anche un poco più diluito rispetto a quanto prescritto: in questo caso, la quantità di polvere sarà la stessa necessaria per preparare i 130 o i 150 gr di latte ma si potrebbe aggiungere, dopo che la polvere è stata sciolta, una decina o ventina di grammi di acqua oligominerale.

Questo potrebbe sembrare in contrasto con la necessità di addensare il latte, ma la diluizione rende il latte più digeribile.

Completa il tutto la terapia posturale e l’inclinazione del materasso della culla di almeno 30 gradi.

Il reflusso gastroesofageo non si cura con terapie particolari fintanto che si limita a rigurgiti che non influiscono sulla buona crescita del bambino e fintanto che lo stato di benessere e il buon appetito sono conservati.

Solo in caso di esofagite da reflusso con appetito compromesso, poppate molto difficoltose per rifiuto del latte, inarcamento della schiena, pianto e catarro continui, tosse spesso notturna, sonno disturbato, rigurgiti così abbondanti e frequenti da compromettere la crescita ponderale si può considerare la classica terapia con antiacido e alginato.

In caso di allattamento artificiale e soprattutto se vi è familiarità per allergia alle proteine vaccine, quando a tutti questi sintomi si associano coliche addominali, diarrea o feci mucose eventualmente con presenza di sangue occulto o anche visibile assieme alle strie di muco, dermatiti di vario genere con o senza crescita insoddisfacente, si è obbligati ad ipotizzare una allergia alle proteine vaccine e a sostituire il latte con un idrolisato.

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