Antibiotici e allattamento

Buongiorno dottoressa,

Le espongo il mio problema:è da circa una settimana che ho una brutta tracheite, passata con il farmaco Zitromax assunto per 3 giorni. Ieri mattina ho smesso di prenderlo e ora ho di nuovo gli stessi sintomi di prima. Pensavo quindi di prolungare l’assunzione del farmaco per altri 3 giorni.

La mia domanda è: allattando mia figlia, ci sono controindicazioni? Se si, cosa può effettivamente accadere ad un bambino se la mamma prende dei farmaci sconsigliati in allattamento? Premetto che il dottore mi ha detto che lo Zitromax non da problemi in allattamento e comunque, essendo il mio un allattamento misto, lo prendo sempre almeno 5 ore prima di una poppata.

Può inoltre mia figlia ammalarsi stando sempre con me? Leggendo su internet ho visto che può essere infettiva perché di origine batterica (Streptococcus) o virale (Rhinovirus, Adenovirus, virus dell’influenza). Sono molto preoccupata. Lei cosa mi può consigliare?

Grazie mille e cari saluti, Roberta

Lo Zitromax, nome commerciale dell’Azitromicina, è un antibiotico della famiglia dei macrolidi che si concentra nel latte in quantità non trascurabili: di esso non sono ancora sufficientemente noti gli effetti a breve e lungo termine nel lattante, ma soprattutto bisogna fare una considerazione e cioè bisogna sapere che il macrolide Zitromax è una formulazione a lungo effetto, cioè, contrariamente ad altri macrolidi e ad altri tipi di antibiotici che si somministrano due o più volte al giorno perché dopo la loro assunzione la loro concentrazione nel siero e la loro efficacia diminuiscono piuttosto rapidamente tanto da dover ripetere, appunto, la loro assunzione più volte al giorno per mantenere nel sangue una concentrazione del farmaco sempre alta ed efficace, esso, una volta assunto e una volta raggiunta la concentrazione terapeutica, cioè dopo tre giorni consecutivi di monosomministrazione, non si elimina velocemente come la maggior parte degli altri antibiotici, ma persiste a concentrazione terapeutica per almeno altri otto giorni e questo è il motivo della sua breve somministrazione con possibilità, eventualmente, di riprendere il farmaco per altri tre giorni, ma non prima che siano trascorsi almeno otto giorni dall’ultima somministrazione e non certo il giorno dopo.

Quindi, pur non conoscendo ancora perfettamente gli effetti che il farmaco può avere in un lattante allattato al seno, sarebbe bene non prescrivere un antibiotico a lenta eliminazione in una mamma che allatta, preferendo ad esso un altro antibiotico, sia a rapida eliminazione che perfettamente compatibile, perché privo di significativi effetti collaterali, anche per il lattante, come l’Ampicillina o l’Amoxicillina, per esempio, oppure una Cefalosporina.

Attraverso il tuo latte, anche se l’allattamento è misto ,ma purché il tuo latte raggiunga almeno la metà della quantità complessiva assunta dal bimbo, trasmetti anticorpi e sostanze antinfettive, molto più difficilmente, anche se non si può escludere, puoi trasmettere virus o batteri, mentre questi ultimi possono contagiare il bimbo attraverso l’aria respirata o eventuali indumenti o stoviglie usati in comune.

Abbi sempre l’accortezza di lavarti spesso le mani quando stai con il bimbo, nei casi di forte pericolo di contagio puoi anche usare una mascherina, ma certo è che per una semplice tracheite non è proprio necessario osservare criteri di isolamento drastici tra mamma e bambino!

Allora, tieni sotto mano un tipo di antibiotico perfettamente compatibile con l’allattamento – e ve ne sono molti, tutti ad ampio spettro ed efficaci – fai un uso molto oculato e razionale di essi facendoti consigliare per il meglio dal tuo pediatra oltre che dal tuo medico curante, visto che il pediatra tiene d’occhio molto più del medico generico la salute del bambino e osserva tutte le norme igieniche conosciute quando si cerca di evitare di contagiare un convivente (pulizia delle mani, frequente areazione dell’ambiente, nessuna stoviglia o asciugamano o abbigliamento in comune, ecc.), ma continua ad allattare in tranquillità il tuo bimbo.

Tutti i farmaci assunti da una nutrice, in misura maggiore o minore secondo le loro caratteristiche e la loro capacità di legarsi biochimicamente alle proteine del siero necessarie per convogliarli nel latte, passano nel latte stesso, ma è una percentuale veramente minima quella che farebbe sconsigliare il proseguimento dell’allattamento per eccessiva tossicità per il bambino: si tratta, di solito, di farmaci importanti come gli antineoplastici, gli ormoni ad alte dosi, i farmaci contro le psicosi, alcuni antibiotici, compresi alcuni sulfamidici che, però, non sono di uso corrente e poco altro che sarebbe inutile elencare in questa sede.

Un caro saluto, Daniela

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