Esistono cibi che provocano le coliche nei neonati allattati al seno?

Gentila pediatra,mia figlia ha appena un mese e mangia il mio latte. Spesso
soffre di coliche e non riesce a fare cacca. Volevo sapere se è vero che
alcuni alimenti che mangio le fanno male e quali sono di preciso, grazie

 

 

Non è sempre necessario colpevolizzarsi per qualche cibo "proibito" quando
si allatta un bambino con coliche gassose: spesso le coliche dipendono da un
non corretto transito intestinale degli alimenti (nel bimbo intendo), dovuto
ad immaturità della normale funzionalità intestinale che dovrebbe fare
regolarmente progredire il contenuto intestinale dal duodeno fino al retto.
Questa progressione avviene con continue onde peristaltiche sincronizzate,
cioè con una contrazione dell’intestino in un certo punto alla quale deve
per forza corrispondere un rilassamento immediatamente più in basso; poi, lo
stesso punto rilassato si contrae e il punto immediatamente sottostante,
contemporaneamente, si dilata e si rilassa. Se questa coordinazione non è
precisa, può capitare che ad una contrazione a monte corrisponda una
contrazione a valle e in quel tratto di intestino il cibo si blocca come
fosse intrappolato creando distensione, fermentazione e dolore. Il problema
si risolve col tempo, evitando di sovralimentare il bambino e con il
regolare massaggio infantile. I farmaci non sempre sono risolutivi e a volte
anche controindicati proprio perché possono contribuire a bloccare
ulteriormente la normale peristalsi intestinale già malfunzionante. I
fermenti lattici e i probiotici hanno una certa efficacia nei casi di
eventuale dismicrobismo intestinale e, per ultima, anche la corretta
alimentazione della nutrice che non deve eccedere in cibi contenenti troppi
zuccheri, in grassi di origine animale, in vegetali che contengano le famose
solanine che sono le sostanze che producono gas intestinale, nonché in
troppo latte, soprattutto intero e derivati del latte. La quantità di latte
giornaliera dovrebbe aggirarsi attorno ai 250 gr la mattina e la quantità di
derivati caseari dovrebbe essere una porzione di formaggio non fermentato e
privo di siero, come caciotta, emmenthal, parmigiano. Si dovrebbero evitare
la panna, la mozzarella, i fritti, i cibi conditi con troppo burro, i
peperoni, le melanzane, i cavoli, i broccoli e le verze, i carciofi
(soprattutto le foglie ma i cuori vanno bene), i legumi completi di
cuticola, i cibi in scatola contenenti conservanti, coloranti o spezie, i
crostacei e i molluschi, la frutta troppo zuccherina, compresi i succhi di
frutta confezionati e le bibite gasate troppo dolcificate e, ovviamente,
cibi e bavande contenenti sostanze eccitanti come coca cola, caffè, nonché
alcolici e soprattutto superalcolici. Ma questa lunga lista non deve
spaventare perché elenca i cibi potenzialmente a rischio di procurare
coliche gassose solo se assunti in quantità eccessive: con attenzione e
moderazione tutto si può mangiare, basta che l’alimentazione sia globalmente
equilibrata. Sono, invece, consigliati tutti i cereali come pane, pasta,
riso, fiocchi di mais o di avena, orzo, latte parzialmente scremato o intero
purché in quantità non eccessiva, carni rosse o bianche cucinate in modo
semplice, arrosti, pesce lesso o arrostito o al forno, insalata mista o
verdure cotte a foglie larghe, soprattutto scarola e indivia, bieta, carote,
zucchine, fagiolini; nessun problema per gli aromi come cipolla e aglio che
possono modificare il sapore del latte, come gli asparagi, ma non lo rendono
meno gradito al gusto del bambino soprattutto se sono stati regolarmente
assunti in gravidanza e conosciuti dal bambino stesso attraverso
l’ingestione di liquido amniotico. A questo proposito è bene ricordare che
dopo il parto la mamma non deve cambiare tipo di alimentazione perché le
sostanze assunte in precedenza saranno riconosciute dal piccolo attraverso
il sapore che conferiranno al latte materno e sarà per lui una gradita
riscoperta di un sapore già noto. La nutrice, inoltre, non deve
sovralimentarsi per il semplice fatto che sta allattando, ma assumere circa
300 o 400 calorie in più della dieta ideale per il suo metabolismo, a
secondo del latte che produce. Anche assumendone un po di meno il latte non
ne risentirà in modo significativo, soprattutto se dopo il parete alla mamma
sono rimasti alcuni chili in più del necessario: sono chili che
l’allattamento stesso contribuirà a fare smaltire purché, appunto, la
nutrice si alimenti in modo corretto e salutare senza troppo cedere, non
solo alla fame, ma anche alle prelibatezze preparate per lei da madri,
suocere, parenti o amiche troppo premurose del suo benessere psicofisico.
Inoltre, salutare all’allattamento è anche un regolare esercizio fisico
giornaliero modulato sulle abitudini al movimento che aveva la madre prima
di rimanere incinta e al suo stato di salute attuale, una abbondante
assunzione di liquidi anche moderatamente dolcificati con zucchero o miele
ma in quantità di un cucchiaino ogni 100 gr, cioè ogni bicchiere di tisana o
thè deteinato o altro (ma anche l’acqua semplice del rubinetto andrà
benissimo) e l’assenza totale di fumo, sia attivo che passivo.
L’allattamento deve essere vissuto come una occasione privilegiata per
abituarsi ad alimentarsi bene e in modo corretto ed equilibrato, non un
momento di privazioni e di sacrifici. Un caro saluto, Daniela

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