Due mesi e coliche

Buongiorno, 
ho una bambina di due mesi e sono una mamma iper apprensiva.
Dalla sua nascita ad oggi ha già vomitato 15 volte, certo non è molto da definirla patologica, ma non mi sembra una cosa del tutto normale.
Inizialmente l’allattamento era al seno, poi dopo tre vomiti (che ci avevano detto essere causati da troppo latte ingerito) io e mio marito abbiamo pensato di metterla a dieta e così mi è venuta la mastite….e da lì in poi il latte ha cominciato a scarseggiare….dopo vari pareri siamo arrivati a dargli un pochino del mio latte e il rimanente latte in polvere.
E qui nascono i problemi.
Lei piangeva spesso e dormiva poco così la nuova pediatra (ne abbiamo cambiati tre), ci ha prescritto colinex, i primi tre giorni è stato un sogno …dopo si è scatenato l’infermo.
Sono iniziati lunghi pianti ininterrotti per ore con lei tesa come un bastone e la testa all’indietro.
Adesso abbiamo aggiunto un latte antiriflusso AR1(in quanto spesso aveva sulle labbra le bollicine con dei puntini bianchi del latte rancido, anche lontano dei pasti) iniziato l’altro ieri….ma ho seriamente paura….appena preso ha dormito per due poppate ma con un sonno molto agitato, poi ha ieri non ha dormito dall’1 alle 00.30 di questa notte.
Ho notato che tende spesso a tenere la testa in dietro, ha sempre la linguetta di fuori e si licca/ciuccia la manina anche se ha appena finito di mangiare.
Inoltre piange (non come prima) o meglio frignuccola e non si calma ne addormenta neanche con il bagno.
Che devo fare???
Potrebbe essere che colinex gli abbia fatto venire più coliche rispetto a prima?E’ normale che dopo l’utilizzo i rumori sulla sua pancia siano più evidenti??E l’aria da lei emessa sia molto più presente??
Il latte è normale che abbia cambiato le feci che per un giorno intero da verde scuro e liquide con una evaquazione al giorno (del vecchio latte nidina 1) si sono trasformate a gialle mais consistenza della senape con una scarica ad ogni mangiata???
Ultima cosa a causa della poca disponibilità nella mia zona ho dato alla mia piccola ieri il latte AR1 della plasmon (che inoltre è estremamente denso e grumoso e mi ha dato l’idea che la intoppasse) e da questa notte gli sto dando Aptamil Ar1 e lei non ha fatto ne la pipì e neppure la cacca??
Sono davvero preoccupata….l’unica cosa che vorrei è che stesse bene la amo da matti e non sopporto di vederla piangere o di vederla con gli occhi sbarrati e le bracciette tremanti a causa del poco sonno.
La prego mi dia il Suo parere.
Grazie 1000



Io credo che la tua prima frase riassuma un po tutto il “problema”: hai detto bene, sei una mamma iper apprensiva; non è una colpa, anzi, è sintomo di grande sensibilità solo che, forse, sin dalla nascita della tua bimba, non sei stata adeguatamente supportata psicologicamente e forse nonostante le tue ricerche e i tuoi fin troppi cambiamenti di pediatri e di latti, la gestione dell’allattamento della piccola non è stata condotta in modo ortodosso. Mi spiego: l’allattamento materno non è mai un problema per un bambino, anche quando il latte sembra essere eccessivo, cioè anche quando la mamma, nei primi tempi, cioè nelle prime settimane di allattamento, produce più latte di quanto serva al suo piccolo. Si tratta di una evenienza frequente che non porta a nessuna patologia: il bimbo che assume troppo latte perché, magari, non ha ancora imparato ad autoregolarsi si difende o vomitando l’eccesso, oppure aumentando il numero delle sue scariche giornaliere oppure non riesce ad attuare questi meccanismi compensatori e il suo intestino dilatato inizia a soffrire e a manifestare le classiche colichette. Controllando la quantità di latte assunto ad ogni poppata praticando la doppia pesata per uno o due giorni, la valutazione è presto fatta e gli eventuali vomiti o eccessive scariche facilmente spiegati. Non ci si preoccupa, si va avanti con l’allattamento a richiesta senza ridurre né il numero né la durata delle poppate e si aspetta che arrivi l’inevitabile equilibrio tra produttore e consumatore, cioè tra la quantità di latte prodotta dalla mamma e quella necessaria per il bimbo. Il raggiungimento di questo equilibrio può avere bisogno di alcune settimane, durante le quali i rigurgiti o i vomiti si possono ripetere così come le numerose scariche, a volte liquide e a spruzzo perché poco assimilate, ma se il lattante cresce di peso, ha appetito, succhia bene e si comporta regolarmente, non si fa assolutamente nulla. E’, però, possibile che un bambino allattato al seno vomiti ogni tanto anche senza che la quantità di latte ingerita sia eccessiva. A questo punto continua ad essere inutile allarmarsi solo che il pediatra o l’esperta di allattamento che segue la neomamma deve spiegarle che bisogna fare una distinzione tra vomito e rigurgito e tra vomito di materiale alimentare e vomito di materiale diverso dal latte ingerito. Il rigurgito è sempre costituito da latte, non sempre della poppata appena terminata ma a volte della poppata precedente e si manifesta di solito subito dopo la poppata senza conati di vomito cioè senza spasmi gastrici. Il materiale rigurgitato cola dalla bocca con una certa lentezza e non è mai proiettato a distanza con forza come il vomito a getto. Può dipendere dalla emissione di aria – il classico ruttino – mista a latte, da un sovrapieno dello stomaco o dal classico reflusso gastroesofageo che è parafisiologico fino a sei mesi. Se il rigurgito si manifesta così, che sia una volta al giorno, più volte al giorno o una volta a settimana, non ha nessun carattere patologico ma al limite basta modificare la posizione del lattante durante la poppata tenendolo con il tronco più sollevato, far fare al bimbo una sosta tra un seno e l’altro per il ruttino e pazienza se ogni tanto o spesso rigurgita: l’allattamento al seno si prosegue a richiesta. Il vomito è una emissione di latte lontano dalla fine della poppata, almeno un’oretta dopo. Si tratta di un getto di latte di solito preceduto da spasmi a livello gastrico e sforzi che proiettano il latte a distanza: latte che può presentarsi grumoso e acido, cioè parzialmente digerito, oppure liquido come appena ingerito. Anche in questo caso, se il fenomeno non è frequente, la quantità di latte emessa non eccessiva e se il bimbo continua a crescere regolarmente di peso, che sia dovuto ad una peristalsi gastrica troppo vivace, ad una relativa ipertrofia pilorica, non ci si preoccupa subito e comunque non ci si preoccupa sicuramente se il vomito è sporadico, cioè una volta ogni due o tre giorni, come è stato il caso della tua bimba. Al massimo, se vi è una storia di allergia in almeno uno dei genitori, anche solo respiratoria, si può tentare l’eliminazione del latte e dei latticini nell’alimentazione materna; pratica che si può tentare anche quando iniziano le classiche coliche alla fine del primo mese e tendono ad aumentare settimana dopo settimana. Nulla di tutto quanto ora descritto deve far sospendere il latte materno e nemmeno diminuirlo perché il rischio diventa proprio quello di farlo andare indietro con la conseguenza di dover spendere in latti artificiali ancor meno tollerati e che non risolvono nessuno degli ipotetici problemi sopra citati. Un reflusso gastroesofageo innocente, col tempo, può trasformarsi in esofagite da reflusso, con tutto il corredo di sintomi che la tua bimba in parte manifesta: ruminazione, ipersalivazione, tendenza a voler ciucciare tutto, inarcamento della schiena, poppate e sonno interrotti, lamenti durante e dopo la poppata, agitazione e quant’altro. A questo punto, il mio parere, una volta fatta la frittata di far sparire il latte materno, è quello di ridurre la causa dell’esofagite, cioè l’acidità dei succhi gastrici, con un antiacido e per tentare di fare durare di meno la necessità della terapia antiacida, associarvi un latte antireflusso contenente addensanti ma solo a patto che questi addensanti siano costituiti da amido di riso o di mais e non da semi di carrubo che possono dare disturbi intestinali. Alla terapia antiacida si può associare un alginato dopo le poppate, come il gastrotuss o altri, ma poi bisogna valutare il problema delle coliche. Le coliche gassose, associate o meno al reflusso possono considerarsi anch’esse parafisiologiche nei primi mesi fintanto che la funzionalità della peristalsi intestinale non matura completamente – terzo mese o oltre – ma, in un bimbo allattato artificialmente, si deve escludere che i due sintomi associati siano la spia di una intolleranza alle proteine del latte vaccino di cui sono costituiti i latti artificiali. Se i sintomi sono iniziati prima della introduzione del latte artificiale e si sono draSTICAMENTE RIDOTTI O SONO SCOMPARSI DOPO LA SOSPENSIONE DI LATTE E DERIVATI NELLA DIETA MATERNA, la soluzione è presto trovata. Se, invece, questa prova non è stata fatta, mom resta che andare per tentativi e valutare la riduzione o scomparsa dei sintomi volta per volta dando un farmaco anticoliche, dando un farmaco antiacido per i bruciori da esofagite da reflusso o dando un latte idrolisato privo di proteine dal potere allergizzante. MA SE LE FECI SONO GIALLO ORO, CREMOSE, prive di muco, cioè non lucide e non liquide e se la bimba non presenta nessun altro sintomo riferibile ad allergia come dermatite, presenza di sangue occulto nelle feci o altro, non vi sono indicazioni per sostituire un latte antireflusso con un idrolisato. Gorgoglii di aria nello stomaco o nella pancia e emissione di grosse quantità di aria non sono un problema né un sintomo patologico se il tutto non crea dolori. Il numero delle evacuazioni giornaliere di un lattante di poche settimane non ha nessuna importanza: conta solo il loro aspetto normale, aspetto che, logicamente, modificando continuamente tipo di latte, può variare. Il mio consiglio finale, quindi, non potendo seguire la bimba giorno per giorno, è quello di lavorare sulla tua ansia eccessiva, non prendere iniziative personali, almeno ora che sei ancora troppo poco esperta e affidarti ai consigli di un solo pediatra che tu stimi e che sia in grado di capire te, la bimba e soprattutto che sia capace di non avere fretta nel trarre conclusioni e nel modificare diete o terapie. Devi avere al tuo fianco una persona che, da mamma apprensiva ti trasformi in mamma comprensiva, cioè obiettiva, cioè sappia tirare fuori da te la parte più ragionevole, attualmente un po sopita e messa da parte da quella più emotiva, cosa assolutamente normale per chi è mamma da poco tempo.

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