Dito in bocca

Gent.ma Dott.ssa Daniela,
seguo con piacere la sua rubrica, sia perchè ha sempre delle risposte pronte e sia per la sua gentilezza!
Sono la mamma di Matilde, nata il 15/09/2007, tra pochi giorni compirà 3 mesi.

Ho avuto un parto spontaneo ed ho subito attaccato la mia bimba al seno dopo il parto. Con immensa gioia, sto continuando ad allattarla al seno e spero di continuare ancora per molto tempo. All’inizio ho provato a darle il ciuccio ma ha sempre rifiutato.

Ora veniamo al mio "dilemma". Da un mese a questa parte, Matilde ha iniziato a mettersi il dito in bocca. Certe volte lo mette in bocca per indicarmi che ha fame, altre volte lo mette subito dopo la poppata. Certe volte quando le tolgo il pollice inizia a piangere anche se non è difficile farla smettere, altre volte invece riesco a farla distrarre tanto da farle dimenticare cosa sta facendo. Alcune volte le metto la moffolina alla mano, ma lei ciuccia anche quella.

Sono molto preoccupata per due motivi: 1) non so cosa possa significare (mancanza di affetto (anche se, a mio avviso, non gliene facciamo mancare), appetito, o qualcos’altro 2) vorrei trovare una soluzione in quanto ho paura della deformazione del palato e successivamente della dentizione.
Oppure è tutto normale?
Grazie in anticipo per i consigli che saprà darmi.
Con affetto e Buone Vacanze,

Mamma Margherita


Cara Margherita, molto probabilmente la tua bimba succhiava il suo pollice con voluttà molti mesi prima di venire alla luce.
Già alla fine del terzo mese di vita intrauterina, quando le braccine sono sufficientemente lunghe, le dita ormai separate le une dalle altre e le acquisizioni motorie tali da permettere al braccio di muoversi non solo su e giù lungo i lati del corpo ma anche in avanti e verso il lato opposto e permettono al capo di girarsi a destra e a sinistra perché il collo si è sviluppato, il feto, muovendosi con movimenti a caso, è in grado di incontrare con le labbra le sue manine.
Il tatto è ormai già sviluppato da alcuni giorni, in modo particolare nella zona attorno alle labbra e alle estremità, pollice e alluce soprattutto. Queste sensazioni tattili evidentemente producono piacere al feto che, una volta fatta esperienza della mano in bocca, meglio ancora del dito quando il pollice si distacca bene dalle altre dita, tende a volerne ripetere l’esperienza.
Si forma così un "pattern" motorio, cioè una sorta di sequenza motoria preferenziale, uno schema, un atteggiamento posturale che diventa un’abitudine perché tende ad essere ripetuto. Quando poi il feto stesso acquisisce la coordinazione motoria che gli permette di deglutire il liquido amniotico, dopo poco più di una settimana, i movimenti della bocca e delle guance sono tali da "risucchiare" il pollice o il dito che mette in bocca di preferenza, impedendo la sua fuoriuscita.
In questo modo, anche i movimenti spontanei del corpo che continuerà a fare non gli faranno perdere il suo ciuccio beneamato e tenderà ad assumere una posizione di tutto il corpo favorevole al mantenimento del suo passatempo prediletto.
Tutto questo inizia per puro caso, ma, risultando piacevole, si perpetua nel tempo e siccome è la funzione che fa l’organo, succhiando succhiando, le terminazioni nervose sensitive delle labbra e della pelle del pollice, nonché tutti i circuiti cerebrali che dalla periferia, cioè dalla bocca, vanno al cervello per essere elaborate, codificate e ricordate, si sviluppano in modo particolare lasciando nel feto ben impresse tutte le sequenze motorie necessarie per riprodurre questa funzione.
Alla nascita tutto cambia e il neonato si trova a dover riprogrammarsi totalmente o quasi: la gravità, che prima non conosceva, l’impatto con l’aria, che prima non conosceva, l’appoggio su superfici dure e piatte, che prima non conosceva, la limitazione motoria dovuta agli indumenti, che prima non conosceva e via discorrendo.
Ma la tendenza ad assumere istintivamente posizioni abituali non viene perduta, così come, per alcuni mesi, non viene perduta la tendenza a stare rannicchiato con gli arti flessi.
Per di più, fino al terzo mese, non è in grado di tenere spontaneamente la testa, non solo dritta, ma nemmeno in asse col tronco: dorme, infatti, con il torace supino ma col capo girato sempre un po’ su un lato. Se aggiungi a questa posizione il braccio quasi sempre in flessione, vedi com’è facile che possa ritrovare, anche questa volta per caso, il suo pollice tanto amato vicino alle labbra. E quando riesce a metterlo in bocca per lui (lei nel tuo caso) è come ritrovare il suo paradiso perduto. Così come quando succhia il seno.
Ma con la differenza che il capezzolo c’è e dopo un po’ non c’è più e lei, da sola, non può andarlo a cercare, mentre il suo ditino è sempre lì ed è la sua fonte di piacere.
Nessuna mancanza di affetto dunque, solo una forte "oralità", uno spiccato piacere procurato dalla suzione, molto probabilmente perché molto praticata prima di nascere e alla quale è diventata molto sensibile, in un periodo della vita dove il piacere orale è preponderante: tutto viene conosciuto, apprezzato o rifiutato attraverso la bocca.
Molto probabilmente, anche in futuro sarà così: amerà mangiare, succhiare, leccare, baciare e via discorrendo. Lasciala quindi fare, è veramente presto per preoccuparti del suo palato. Allattala sempre a richiesta senza preoccuparti dell’orario, della durata della poppata (sempre con buon senso visto che con tanto gusto per la suzione potrebbe non volersi mai staccare) e del numero di poppate che fa: si sentirà così capita e gratificata e avrà forse meno bisogno di consolazioni più autonome.
Un caro saluto e Buon Natale.
Daniela

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