Antibiotico prima che arrivi la febbre?

 

Gentilissima dottoressa,

le chiedo un suo prezioso consiglio su mia figlia di tre anni che da venti giorni ha naso chiuso. Si sente da come parla, starnutisce ma non caccia muchi e ogni tanto durante la giornata fa quale colpetto di tosse secca.

Aprendo la bocca ho visto che ha tutta la gola infiammata e anche le tonsille molto ingrossate, la sua dottoressa dice che ha anche le adenoidi un po’ infiammate e le ha dato un mucolitico, ma non è meglio intervenire subito con un antibiotico prima che gli venga la febbre?

Grazie

Innanzitutto bisogna capire cosa provoca questi sintomi alla bambina, o quantomeno cercare di avvicinarsi il più possibile ad una diagnosi di probabilità: se un determinato aspetto delle tonsille e delle adenoidi ha fatto ipotizzare una semplice forma virale, per giunta non febbrile e non una tonsillite batterica, l’antibiotico, ovviamente, non è necessario.

Tra l’altro, è molto difficile che una tonsillite batterica si manifesti senza una linea di febbre, specie in una bimba così piccola. Infine, anche in presenza di febbre, se non vi sono sintomi sufficientemente orientativi di una infezione batterica, l’atteggiamento di attesa è d’obbligo, sia perché le forme virali sono la stragrande maggioranza, sia perché i sintomi lamentati dalla bimba possono anche essere la spia di una forma allergica oppure dell’incubazione di qualche malattia esantematica.

L’antibiotico non è una panacea per tutti i mali e deve essere usato con discernimento, solo nei casi in cui è veramente e provatamente necessario, non per prevenire un ipotetico, spesso improbabile peggioramento di qualcosa di cui non si è ancora fatta diagnosi con certezza. Non è un farmaco preventivo ma soltanto curativo e abusarne è un errore.

Nel caso specifico della tua bimba, comunque, certo non posso essere io a valutare cosa sia meglio fare non potendola visitare, ma ti consiglio di avere fiducia nella tua pediatra anche se, ricontrollando la bimba, magari, fra qualche giorno, dovesse cambiare idea e prescrivere l’antibiotico in quella occasione.

Lasciare un po’ di tempo alla malattia e al bambino per, nel primo caso, fare il suo corso e, nel secondo caso, cavarsela con le proprie risorse senza l’aiuto di farmaci è quasi sempre l’approccio più ragionevole al fine di permettere all’organismo il tempo necessario per sviluppare una solida immunità.

Una guarigione troppo veloce e troppo aiutata dall’esterno, infatti, impigrisce il sistema immunitario del bambino con la conseguenza di permettere a malattie successive di affacciarsi più frequentemente.

Un caro saluto, Daniela

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