Buongiorno Dottoressa,
le scrivo per esporle un problema con mio figlio, 3 anni compiuti a dicembre; innanzitutto devo fare una piccola premessa che credo servirà nell’esporle poi il problema.
La premessa riguarda il carattere mio e di mio marito: nei confronti di nostro figlio io sono più docile, accondiscendente, tendo a non impormi, cercando di usare il dialogo con il bambino per fargli capire le cose; mio marito invece è più fermo, deciso, duro, e mio figlio lo vede come il "cattivo della situazione", visto che di solito, se c’è bisogno di un castigo, è lui a decretarlo e quando lo sgrida alza molto la voce.
Il risultato ovviamente è che mio figlio cerca sempre me, da mio marito raramente si fa aiutare nelle piccole cose, tipo vestirsi, lavarsi le mani, ad esempio soffiare il naso, o versare l’acqua nel bicchiere durante i pasti. Vuole che sia solo io a seguirlo e basta.
Abbiamo provato con le buone, ad impuntarci nel cambiare questa abitudine, ma niente, il risultato è che piange e si dispera. Le specifico che quando mio marito sgrida il bimbo io non prendo le sue difese, gli dico che il papà ha ragione a sgridarlo se fa qualche capriccio o marachella. Perciò ci sembra di fare abbastanza "fronte comune" davanti agli occhi del bimbo, ciò nonostante vede in me la salvatrice e in lui il castigatore. Cosa mi consiglia per toglierci da questa situazione? Cosa sbagliamo?
La ringrazio molto, B.
Cara mamma,
non mi racconta come il papà vive questo modo di fare del bambino, ossia se è semplicemente seccato che il figlio non gli riconosca un valore strumentale (ossia che non si faccia aiutare da lui nel fare le cose) quando sarebbe utile ed anche desiderabile che invece glielo riconoscesse, o se invece è dispiaciuto perché imputa a questo comportamento una mancanza o scarsità di attaccamento del bambino nei suoi confronti.
Un altro aspetto da valutare è il tipo di relazione padre-figlio nei momenti "buoni" e sereni, in cui non c’è bisogno di rimproveri: quanto giocano insieme? Quanto tempo è dedicato alle coccole? Quanti sorrisi fa il papà?
La severità di un genitore infatti è molto meglio accettata ed assimilata se vi è una forte controparte di amore dimostrato fisicamente e di affettuosità.
La psicoanalista Melania Klein sosteneva che il rapporto amore-frustrazione dovrebbe mantenersi sempre sul 5:1 (per una sgridata, 5 momenti d’amore) in modo che i bambini crescano avendo sperimentato entrambi gli aspetti da uno stesso genitore, ma con un bilancio in positivo.
Dunque il mio consiglio è che papà e bimbo trascorrano molti momenti allegri e sereni, affettuosi, che diventino complici in un certo senso. In questo modo sarà più facile per vostro figlio sia accettare i necessari rimproveri, sia ricercare questa vicinanza. Dal canto suo, mamma, provi a scomparire in questi momenti, li lasci soli. E provi anche, di tanto in tanto, a prendere su di se la responsabilità di una sgridata o di un castigo che condivide, lasciando anche al papà il momento del premio per le cose fatte bene.
Cordialmente, Chiara Rizzello
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