Esplosioni di collera

 

Gentile dottoressa,

ho un bambino bellissimo di 2 anni e 7 mesi, attaccatissimo a me (ed ultimamente sempre di più anche al suo babbo), tanto che il distacco quando vado al lavoro è sempre difficile, ma con tanta pazienza si riesce a non farlo piangere.

È un bimbo molto intelligente, parla già molto bene usando parole che a volte ci lasciano un po’ sconcertati, è molto dolce ed affettuoso, adora le coccole, le carezze ed i baci ma, perché c’è sempre un ma, in dei momenti (quando gli si nega qualcosa o lo si riprende per qualcosa che ha fatto), si trasforma completamente, sembra sopraffatto dalla rabbia, strepita, urla e di solito prova anche a darmi qualche schiaffo o a graffiarmi.

Ultimamente non è stato bene (tanto che lui, che di solito dorme tranquillo nella sua camera, ha ricominciato a svegliarsi spesso la notte)ce basta poco perché si arrabbi tanto. Io e mio marito siamo una coppia tranquilla e tra noi non ci arrabbiamo quasi mai, e se accade non urliamo od usiamo le maniere forti.

La cosa strana è che quando è con gli altri bambini (figli di nostri amici o con i bimbi del parco – non va ancora all’asilo), con loro non è mai aggressivo come con noi adulti, anzi, riesce già ad essere abbastanza diplomatico: del tipo tu dai una cosa a me io do una cosa a te, e questo mi lascia perplessa.

Forse sono io che ho sbagliato a dargli qualche pacca nel sedere quando l’ha combinata proprio grossa insegnandogli ad essere violento? Sono sconfortata perché ora ci si sono messi i miei cognati (entrambi insegnati, ma senza figli propri) a sottolineare questa sua irascibilità.

Mi scusi per il lungo sfogo, vorrei solo qualche consiglio in merito e sapere se anche altri hanno il mio stesso problema.

Grazie anticipatamente, Federica

Cara Federica,

nei momenti in cui non stiamo bene, noi tutti, grandi e piccini, tendiamo ad avere comportamenti regressivi, di insofferenza e di richiesta di attenzione maggiore, per cui trovo normale che un bimbo malato, o a seguito di una malattia, chieda maggior contatto fisico ed emotivo e sia contemporaneamente più irritabile.

Suo figlio sta probabilmente anche affrontando una fase evolutiva di "fisiologica" contrapposizione alle figure genitoriali, detta età del NO o dei "terrible two" di cui potrà leggere descrizioni e consigli in alcuni precedenti interventi di questa rubrica o nelle lettere rivolte alla pediatra e alla psicologa del sito. Le consiglio di scorrerle per toccare con mano che la situazione che state vivendo è comune a tutti i bambini dell’età di suo figlio.

Il fatto che poi il bambino sappia essere competente e diplomatico con i pari è motivo per essere tranquilli e sereni, perché egli sta acquisendo le competenze sociali necessarie alla relazione di gruppo e sta imparando l’abilità utilissima della negoziazione.

Se con voi non si comporta in questo modo non è certo per reazione a qualche sporadico scapaccione o alle volte in cui avete alzato il tono: fa parte davvero di uno sviluppo completo sperimentare lì’opposizione con l’adulto di riferimento, arrivare a vedere i limiti che i genitori impongono, sperimentare l’esperienza del divieto e dell’essere contenuti in regole che rendono tranquilli.

Perciò, serenamente, continuate ad educarlo come avete sempre fatto, valorizzando le sue capacità prosociali e aspettando che gli scoppi d’ira si plachino senza esserne, né lasciarsi vedere, sconcertati, ma essendo fermi nel vietargli di assalirvi fisicamente con schiaffi e graffiate.

Cordialmente, Chiara Rizzello

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