Secondamento difficile

Ciao Speranza, sono alla 33° settimana della mia terza gravidanza. Vorrei un tuo parere su una questione che mi preoccupa molto, per questo racconto brevemente la mia esperienza:
La prima gravidanza si è conclusa alla 22° settimana con un parto abortivo. Dopo il parto, “per precauzione”, dissero, mi fecero un raschiamento in sala operatoria, ma al controllo effettuato dopo un mese l’utero non era ancora pulito e si è reso necessario un secondo raschiamento.
2 anni dopo, alla 36° settimana della seconda gravidanza mi si sono rotte le acque e ho partorito la mia bambina. È stato un parto piuttosto veloce e senza troppe difficoltà, è nata in poco più di 2 ore, ma i problemi si sono presentati nel secondamento: la placenta espulsa non era completa ed ho avuto una forte emorragia (1300 ml), pertanto la ginecologa in sala parto mi ha praticato subito un currettage di emergenza (senza anestesia). sono stata tenuta in osservazione per tutta la giornata, con flebo di ossitocina. Le perdite si sono regolarizzate, ma vista l’anemia (l’emoglobina era scesa a 6.6), il giorno seguente mi hanno fatto due trasfusioni di sangue. Due giorni dopo, dall’eco di controllo, si è visto che nell’utero erano presenti ancora grossi coaguli ed hanno proceduto ad una “spremitura” manuale, qualcosa è uscito, ma non tutto. Quattro giorni dopo il parto mi hanno fatto un raschiamento in sala operatoria ecoguidato. Il materiale estratto è stato esaminato (in quanto sospettavano una placenta accreta), ma l’esame istologico ha dato esito positivo: “lembi deciduali e villi coriali con aspetti regressivi frammisti a materiale ematico coagulato”.
È seguita una iperpiressia curata in un paio di giorni con antibiotici e finalmente sono stata dimessa. A casa le lochiazioni sono continuate normali, anche piuttosto scarse, a un certo punto sembravano terminate poi sono riprese, così dopo 30 gg dal parto ho fatto un’eco di controllo che ha evidenziato ancora la presenza di un coagulo, risoltosi poi da sé somministrando metthergin per una decina di giorni.
Ora, avvicinandomi al parto, sono molto angosciata che tutto questo possa riaccadere o addirittura andare peggio.. Per quanto so che non è possibile prevedere come andranno le cose questa volta, le mie domande sono queste: da che cosa può essere dovuta questa difficoltà di pulizia del mio utero? (l’ostetrica ha ipotizzato una sorta di pigrizia o atonia dell’utero, nel senso che fino all’espulsione le contrazioni si sono susseguite veloci poi è come se di colpo si fosse fermato), Ci può essere una correlazione tra la prima triste esperienza e il secondo parto? E alla luce di tutto, è maggiormente probabile che il problema si ripresenti anche questa volta? C’è qualcosa che si può fare (da parte mia e/o del personale sanitario) per cercare di prevenirlo? Tra non molto devo fissare un colloquio all’ospedale per informarli della precedente esperienza (avevo partorito in un altro ospedale e mi sono fatta dare la cartella clinica) in modo che magari siano “pronti” all’eventuale emergenza.. Ti ringrazio di cuore per le risposte che vorrai darmi.

Demam




Carissima Demam

partendo dall’inizio: dopo un aborto spontaneo o anche un parto prematuro prima della 30esima settimana si fa spesso un raschiamento per sicurezza. E non è neanche così insolito che si riesca sempre a ripulire l’utero subito dopo l’aborto, non è una cosa così improbabile purtroppo.

Dopo il parto una perdita ematica di 1300 ml è abbondante, ma anche in questo caso non è così anomala purtroppo, si parla di emorragia post partum per una perdita superiore a 1000ml e emorragia grave sopra i 2000ml e purtroppo capita spesso una perdita di 2000 a me è capitata spesso. Anche l’emoglobina era bassa ma secondo me non da giustificare una trasfusione di 2 sacche di emazie concentrate. In una donna giovane e in salute è molto probabile che l’emogolobina si riassesti da sola in poco tempo con l’ausilio di ferro prima in vena e poi per via orale. Il fatto che anche dopo il parto abbiano dovuto fare 2 raschiamenti porta a pensare appunto ad un accretismo placentare ovvero ad una placenta che si stacca male in alcuni punti unito al fatto che come ti hanno detto il tuo utero probabilmente non riesce a contrarsi in maniera corretta dopo il parto e questo spiega anche la perdita ematica abbondante ma è anche vero che se rimangono anche solo piccole parti di placenta nell’utero questo fa più fatica a contrarsi, quindi io propendo più per un utero non pulito che di conseguenza non riesce a contrarsi. 

Il fatto che ci fossero coaguli invece è positivo ed è normale che si sprema manualmente l’utero, noi si fa di norma tutte le mattine a tutte le nostre puerpere.

Cosa fare: come dicevi tu sicuramente è il caso di andare a parlare con l’ospedale che ti ricovererà per il parto. Purtroppo è  piuttosto probabile che ricapiti, quello che in ospedale possono fare è prepararsi subito dopo il parto a farti un raschiamento ecoguidato (da noi per esempio lo sono tutte le revisioni di cavità post partum o post aborto spontaneo), prepararsi tutti i farmaci per un’eventuale emorragia, ed eventualmente chiedere di avere già il sangue a disposizione se tu dovessi sanguinare tanto. 

Alle ecografie hanno mai visto un’iserzione alterata della placenta (parlo di quelledi questa gravidanza ovviamente), ai medici che ti hanno fatto i controlli in questa gravidanza lo avevi detto (parlo dei controlli ecografici)?

Un abbraccio e in bocca al lupo, Speranza




1 commento su “Secondamento difficile”

  1. grazie per la chiarezza, mi hai detto cose che non sapevo. per quanto riguarda i controlli li faccio sempre dalla mia ginecologa di fiducia che mi ha seguito anche l’altra volta quindi conosce bene la mia storia, per quanto riguarda la placenta sia ora che la gravidanza precedente risulta inserita molto in basso (ma non previa), l’altra volta era posteriore e stavolta anteriore ma cose anomale non sono state evidenziate.
    ovviamente si farà tutto quello che si deve fare, ma il solo pensiero di dover tornare in sala operatoria per l’ennesimo raschiamento mi angoscia moltissimo.. sia psicologicamente sia fisicamente grazie ancora, anche per l’abbraccio.

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