Separazione, assegno di mantenimento e art. 710 c.p.c.

Buonasera,

da due anni convivo con il mio compagno separato (separazione consensuale) da quasi tre anni dalla sua ex-moglie.
Periodicamente versa un assegno di mantenimento e si avvicina il tempo in cui dovrà affrontare le pratiche per il divorzio.
Avremmo (il condizionale è d’obbligo) intenzione di cominciare a pensare al nostro futuro visto che io ho trovato l’uomo che amo e lui mi dice di essere fortunato ad aver incontrato una persona che le ha offerto una seconda possibilità nella vita.
Tutto quello che potremmo fare è cercarci una casa in affitto con un contratto che ci permetta di avere una certa stabilità per i prossimi quattro anni.

Vengo pertanto alla domanda: il contratto di locazione di un appartamento potrebbe essere sufficiente a chiedere una diminuzione dell’assegno di mantenimento?
Ho provato a documentarmi da sola ma la materia giuridica non è il mio campo e quello che sto cercando di capire è l’applicazione del ricorso ex art. 710 del c.p.c. ma credo sia tempo perso.

La ringrazio del tempo dedicatomi e le auguro buon anno.

Antonella

 
 
 
Cara Antonella,

la modifica delle condizioni di separazione è sempre possibile se intervengono circostanze che la giustifichino.

Far fronte ad una nuova spesa è indubbiamente un elemento che incide sulla situazione patrimoniale di un soggetto. Pertanto potrebbe giustificare il ricorso ex art. 710 c.p.c. purché tale nuovo onere comporti una sensibile riduzione delle capacità patrimoniali dell’obbligato al mantenimento.

È tuttavia anche vero che la convivenza more uxorio con altro soggetto è circostanza che, se provata, potrebbe comunque incidere sulla valutazione dei patrimoni delle parti in causa e quindi comunque andare a compensare le spese che l’obbligato si trova a dover sostenere, se il convivente more uxorio è comunque percettore di reddito.

Va da sé che la convivenza deve essere dimostrata da chi se ne vuole avvantaggiare per sostenere le proprie posizioni (in questo caso la moglie del suo compagno potrebbe far valere la vostra convivenza per opporsi alla riduzione dell’assegno).

Altrimenti, visto che da quanto dice sono maturi i tempi per il divorzio, il suo compagno potrebbe proporre alla moglie un divorzio congiunto, in cui prevedere come condizioni per l’eventuale assegno divorzile un importo più basso (o addirittura il non riconoscimento del divorzile).

Personalmente, prima di intraprendere un’azione giudiziaria (quella ex art. 710 c.p.c.) che comunque ha dei costi, tenterei l’approccio per un divorzio congiunto, rivalutando le condizioni patrimoniali alla luce della nuova situazione che si è creata.

Buona fortuna.

Avv. Chiara Donadon

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