Buongiorno Avvocato,
La mia storia è alquanto lunga. In poche parole cercherò di riassumerla. All’età di 21 anni sono rimasta incinta e dopo tante peripezie è nata una bellissima bambina. Il padre, con il quale non mi sono mai sposata, (ho solo convissuto con lui per qualche mese quando la bambina aveva 6-8 mesi) ha riconosciuto la bambina. Dall’età di 9 mesi della bambina sono ritornata a casa dei miei genitori poichè lui mi ha lasciata. Sono iniziate le varie discussioni per la visita della bambina (che al tempo era veramente piccola), dopo diverso tempo con sentenza del tribunale dei minori è stato stabilito un calendario di visite che lui non ha mai rispettato nascondendosi dietro al fatto che lavorava in una città distante (ci si è trasferito per lavoro successivamente). Nel frattempo io mi sono fatta una nuova vita, sono sposata ed ho un altro bimbo. La mia bimba adora mio marito (che però non chiama papà anche se vorrebbe perchè ho paura di insinuazioni da parte del padre naturale)e adora immensamente suo fratello. Quella che continuo a chiamare bimba ha però ora quasi 13 anni. Dall’età di quasi 6 anni, a seguito di una lettera strappalacrime del padre naturale che incolpava me della sua decisione perchè ostacolavo la bambina (cosa assolutamente non vera) è sparito nel nulla. Non si è più fatto sentire (premesso, che tornando molto indietro nel tempo, la bimba l’ho battezzata da sola all’età di 11 mesi perchè non era certo un suo pensiero!), sono passati tanti momenti importanti per la mia ragazza come il primo giorno di scuola, la comunione, ogni santo compleanno, la prima media…e tanti altri avvenimenti che fanno parte della vita; ora (e solo perchè la cassazione ha stabilito un risarcimento per l’adeguamento ISTAT dell’assegno mai fatto e la quota del mantenimento stabilita dal giudice rivista perchè inadeguata) visto che ha dovuto sborsare del denaro ha deciso che vuole riallacciare i rapporti con sua figlia. Inutile dire che la ragazza non vuole assolutamente vederlo, non ne ricorda il viso, non vuole avere impegni diversi da quelli che ha avuto durante tutta la sua vita.
Quello che volevo chiederle dopo il racconto è un consiglio su cosa posso fare ora per proteggere mia figlia. Certo non voglio imporre la presenza del padre naturale nella sua vita. Come posso muovermi? Cosa invece puotrebbe fare lui? Può imporre la sua presenza?
La ringrazio di cuore per il lavoro che svolge così prezioso per noi.
Michela
Cara Michela,
il suo quesito non è affatto di semplice soluzione. Da un lato abbiamo un padre, sia per natura che per legge, e un provvedimento del Tribunale per i Minorenni che regola affidamento e diritto di visita. Dall’altro lato abbiamo una ragazzina che sicuramente ha già sofferto per la “scomparsa” del padre e che quindi andrebbe salvaguardata da ulteriori “scossoni” emotivi. Però, la sindrome da alienazione parentale deve essere attentamente valutata da un professionista. Questo perché non sempre di fronte ai “no” di un figlio a riallacciare o intrattenere rapporti con una delle due figure genitoriali corrisponde un “no” effettivo e soprattutto perché non si può comunque ignorare così, in modo superficiale, l’esistenza del legame genitoriale.
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