Rapporto padre-figlia

 
Buongiorno.

Spero di riuscire sinteticamente a raccontare la mia storia. Mia figlia è nata 12 anni fa. Suo padre, col quale non mi sono mai sposata né ho mai convissuto, si è defilato al sesto mese di gravidanza. La bambina alla nascita è stata riconosciuta solo da me. Negli anni successivi il padre entra ed esce dalla nostra vita, mi chiede di fare il test del DNA (concesso e naturalmente con il risultato di paternità certa, era il 1999), dopodiché continua a comparire e scomparire con cadenza biennale.

Alla fine del 2004, con un matrimonio fallito alle spalle torna, accampando i propri diritti. La incontra (non si incontravano da circa 5 anni, la bambina aveva 8 anni), l’anno successivo la riconosce legalmente, al mio cognome viene aggiunto il suo e da quel momento comincia a pagare ogni mese. Con una scrittura presso un avvocato concordiamo i giorni di visita (3 alla settimana, più un week end alternato) ma di fatto la bambina rimane legatissima a me. Vede il padre due, tre volte la settimana per poche ore, la sera dopo cena, solo una notte si è fermata a dormire da lui (e questo accade circa tre anni fa). Il padre non mi ha mai proposto di lasciarla da lui altre notti o fine settimana, e io non dico niente perché fondamentalmente mia figlia è stata sempre con me. In questi anni ci sono stati alti e bassi, litigi, lettere scritte dai reciproci avocati, e ultimamente lui sta facendo "violenza psicologica" sulla bambina perché non lo cerca, perché non sta con lui mentre lui paga regolarmente.

Ieri le ha detto che è obbligata a stare con lui, che è cattiva, maleducata, che io sono una mamma bugiarda (sottolineo il fatto che in questi quattro anni, tolti i giorni di festa organizzati da me, tipo comunione, cresima e qualche compleanno, lui ha invitato a pranzo/cena la bambina non più di una decina di volte – e lei è andata, e hanno passato insieme una giornata al mare una sola volta, l’estate di due anni fa). Lei prima si è arrabbiata al telefono, poi quando lui si è presentato a casa mia alzando la voce e dicendo che mi ha chiesto UNA VOLTA di tenere la bambina a dormire da lui e io ho detto no allora lui non l’ha più richiesto, lei gli ha detto: "Tu non ci tieni a me, vai via, non voglio più vederti".

Lui minaccia assistenti sociali, carabinieri, tribunali, la bambina piange terrorizzata, e io, che in questi anni non ho fatto altro che mediare tra loro affinché il loro rapporto decollasse (e purtroppo non è stato così), mi trovo a subire minacce. Cosa può farci ancora? Mi devo aspettare assistenti sociali e carabinieri che la portano via forzatamente?

Grazie.

Mille970

 
Cara Mamma,

vista la situazione, le consiglio di rivolgersi al Tribunale per i Minorenni, affinché sia il Giudice a decidere cosa sia meglio per questa bambina. Peraltro, avendo la minore dodici anni compiuti, il Tribunale potrà sentirla (a dire il vero la bambina ha diritto ad essere ascoltata dal Tribunale) per poter emettere un provvedimento riguardo ai rapporti con il padre, che tenga conto del suo primario interesse.

Purtroppo psicologi e assistenti sociali non potranno essere tenuti fuori, poiché il Tribunale per i Minorenni si avvale del loro ausilio nella definizione dei procedimenti di affidamento dei minori. Ritengo tuttavia che sia l’unica strada per tutelare al meglio la minore.

Buona fortuna.

Avv. Chiara Donadon

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