Buongiorno.
Provo a riassumere la situazione. Lei e lui, entrambi sposati, si frequentano per un po’, un paio di mesi, neanche. Poi lei decide di non rivederlo, e qualche settimana dopo scopre però di essere incinta, e visto le date è possibile che il padre non sia suo marito. Lei però al suo marito ci tiene molto (poteva pensarci prima, certo). Sopratutto, ci pensa e ci ripensa e decide di tenere il bambino, che dopotutto è anche suo, cioè di lei, impegnandosi quindi a mentire a tutti e dandolo per figlio naturale del marito.
Lui, lasciato nel mentre, dopo qualche mese viene a conoscenza della gravidanza, e dichiara che questo bambino è suo e che lo vuole a tutti i costi riconoscere. Lei ovviamente non vuole che il suo matrimonio venga distrutto da una cosa del genere, il feto ormai fa parte della famiglia, il marito segue la gravidanza e tutto procede per il meglio. Se non ci fosse in lontananza la minaccia del padre naturale con il quale la madre però ritiene di non aver nulla a che spartire (anzi, se avesse saputo di diventare ricattabile a vita da un individuo per il quale non prova nulla e con il quale non vuole condividere nulla, probabilmente avrebbe abortito). Insomma, si immagina arriverà una richiesta di test dna, e poi chissà altro…
Dovrà la madre quindi frequentare tutta la vita un uomo che non vuole vedere, dovrà sballottare un bambino piccolo tra il focolare dove non mancherà né di amore né di nulla e uno ‘sconosciuto’ che però è il ‘padre naturale’, dovrà perdere l’amato marito pur di rispondere ai ‘diritti’ di una persona che sarà comunque assente dalla gravidanza e dalla prima infanzia del bambino? Dovrà risolversi tutto in drammi assurdi per la mera volontà di riconoscimento ‘a distanza’? Ma è possibile tutto ciò?
Nocciola
Gentile Utente,
non crede che il legame di sangue e il diritto del minore all’accertamento della paternità biologica sia meritevole di tutela?
Non crede anche lei che questo padre abbia il diritto di avere la possibilità di fare il padre e di mostrarsi meritevole di questo ruolo e di dare e ricevere amore da suo figlio?
Non crede anche lei che una donna adulta debba assumersi le responsabilità delle proprie azioni e delle proprie scelte, in primis essendo sincera (il che significa anche portare rispetto a) con le persone che dice di amare e con il figlio che porta in grembo?
Se questo padre vorrà essere sicuro di essere tale e vorrà comportarsi come tale avrà tutto il diritto (e aggiungerei anche il dovere) di esserlo. L’ordinamento giuridico gli offre tutti gli strumenti necessari alla tutela dei suoi diritti e di quelli di questo bambino che nascerà. Così come questa madre potrà usufruire di strumenti giuridici idonei a verificare se questo padre sarà in grado di svolgere il suo ruolo e la sua funzione.
Avv. Chiara Donadon
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